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Fortune: quando la musica sfida la sorte

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Translation by:

Piera Fiammenghi

BrunchCultura

Pos­sia­mo ben dire che il 2013 non sia stato un anno for­tu­na­to. Ep­pu­re il gruppo For­tu­ne farà ri­cre­de­re anche i mi­glio­ri astro­lo­gi. Con Blac­k­board, il loro 2° disco, ha di­mo­stra­to che chiun­que può ri­met­ter­si in gioco e dare nuova linfa al pro­prio de­sti­no. In­con­tro con Lio­nel Pier­res, un can­tan­te ba­cia­to da una stel­la for­tu­na­ta.

Nel lo­ca­le esclu­si­vo Si­len­cio non si sente vo­la­re una mosca. Le tende rosse del club pa­ri­gi­no, ar­re­da­to con uno stile vi­sio­na­rio, si apro­no sulle note del sin­te­tiz­za­to­re di una can­zo­ne dei For­tu­ne. Il can­tan­te sale sul palco, sem­bra vo­ler­si di­ri­ge­re verso il mi­cro­fo­no, ma poi non lo fa. Dice al grup­po di smet­te­re di suo­na­re men­tre il si­pa­rio ri­ma­ne aper­to. Qual­che spet­ta­to­re in prima fila in­ci­ta il quar­tet­to senza trop­pa en­fa­si. "Che sfiga ba­lor­da", sbuf­fa cor­ruc­cia­to Lio­nel Pier­res, il front­man del grup­po, men­tre sor­seg­gia un tè alla menta. "Non ci era­va­mo ac­cor­ti che nel lo­ca­le c'era stata un'in­ter­ru­zio­ne di cor­ren­te dopo le prove. Il mixer non dava segni di vita", rac­con­ta. Nulla di pre­oc­cu­pan­te, il con­cer­to ha ri­pre­so come se non fosse suc­ces­so nulla, ma Lio­nel ci tiene a pre­ci­sa­re che nelle ul­ti­me 3 tappe hanno col­le­zio­na­to un pro­ble­ma tec­ni­co die­tro l'al­tro. 

LA FOR­TU­NA AIUTA GLI AU­DA­CI

Dopo quel­lo che ab­bia­mo ap­pe­na sen­ti­to, sa­rem­mo ten­ta­ti di non cre­de­re a que­sta frase, ma, per sfi­da­re la sorte, il grup­po ha scel­to di chia­mar­si pro­prio For­tu­ne. Il can­tan­te che mo­stra una barba di qual­che gior­no, sem­bra non fare trop­po caso alle sue di­sav­ven­tu­re sul palco. Il grup­po ha an­nun­cia­to una sola data a Pa­ri­gi per il mese di gen­na­io del 2014 e ha pub­bli­ca­to il suo se­con­do disco, Blac­k­board, lo scor­so 4 no­vem­bre. L'e­spe­rien­za di re­gi­stra­zio­ne in stu­dio, am­met­to­no, è stata un toc­ca­sa­na a 3 anni di di­stan­za dal primo disco. "Vo­le­va­mo fare qual­co­sa di più stru­men­ta­le - spe­ci­fi­ca Lio­nel.- Ci sono cose che nel primo disco non sa­rem­mo mai riu­sci­ti a fare, altre che non avrem­mo mai osato fare." Il mu­si­ci­sta ci guar­da per­ples­so quan­do gli fac­cia­mo no­ta­re che il loro ul­ti­mo la­vo­ro è forse un album in con­ti­nui­tà con il primo: "Non direi pro­prio, ci sono un sacco di pezzi che non avreb­be­ro mai po­tu­to tro­va­re spa­zio nel primo disco".

Alla rea­liz­za­zio­ne del­l'al­bum hanno col­la­bo­ra­to le stes­se per­so­ne che ave­va­no con­tri­bui­to al pre­ce­den­te disco Sta­ring At The Ice Melt (usci­to nel 2010, ndr.). Re­gi­stra­to a RomaBlac­k­board è stato pro­dot­to da Pier­rick Devin e mi­xa­to da Sté­pha­ne "Alf" Briat. Col­la­bo­ra­to­ri già noti, dun­que, ai quali si ag­giun­ge Eva Tau­lois "com­pa­gna di viag­gio" e ar­ti­sta bre­to­ne che firma la co­per­ti­na del cd. "Ab­bia­mo vo­lu­to la­vo­ra­re sodo con le no­stre ami­ci­zie più stret­te. È per que­sto mo­ti­vo che il suono è più in­ti­mi­sti­co", spie­ga Lio­nel. Al­l'a­scol­to, è dif­fi­ci­le ca­pi­re se abbia ra­gio­ne, ma una cosa è si­cu­ra: nel­l'in­sie­me, il sound ri­sul­ta più pu­li­to. I brani si ascol­ta­no come fos­se­ro delle con­fi­den­ze e danno voce ai sen­ti­men­ti più pro­fon­di come "la no­stal­gia, il viag­gio, il suc­ces­so". La co­per­ti­na è stata pen­sa­ta per met­te­re in luce tutto ciò, ma que­sta scel­ta ar­ti­sti­ca è stata frain­te­sa. "Al­l'i­ni­zio la stam­pa pen­sa­va che era­va­mo un duo che fa­ce­va mu­si­ca elet­tro­ni­ca, un po' come la band ame­ri­ca­na The Shoes. È per que­sto che ab­bia­mo de­ci­so di met­te­re i no­stri volti in co­per­ti­na, per mostrare chia­ra­men­te che era­va­mo un grup­po in tutto e per tutto".

For­tune - "Black­board"

UN LIETO FINE, DOPO TANTE DI­SAV­VEN­TU­RE

È Lio­nel a fon­da­re il grup­po For­tu­ne poco dopo aver la­scia­to una band hip-hop con la quale ha in­ci­so 4 di­schi. "Avevo vo­glia di can­ta­re, di as­sor­bi­re le in­fluen­ze del pas­sa­to", am­met­te, men­tre spie­ga com'è riu­sci­to ad amal­ga­ma­re vari ge­ne­ri mu­si­ca­li. "Ho pas­sa­to gran parte del­l'a­do­le­scen­za a pro­va­re e ri­pro­va­re il moo­n­walk di Mi­chael Jack­son, ad ascol­ta­re Sonic Youth (un grup­po rock sta­tu­ni­ten­se, ndr.) e "Smells Like Teen Spi­rit" dei Nir­va­na, ri­spet­to alla quale con­fi­da: "an­co­ra non ca­pi­sco come que­sta can­zo­ne sia riu­sci­ta a col­pir­mi così tanto". Per av­vi­ci­nar­si ai suoi idoli, Lio­nel ini­zia a com­por­re "roba dance" nella cit­ta­di­na di Mor­laix (in Bre­ta­gna, ndr.) e fi­ni­sce per coin­vol­ge­re nel pro­get­to altri 2 mu­si­ci­sti: Pier­re, ta­stie­ri­sta, e Hervé, bat­te­ri­sta. Poco dopo, nel 2007, il grup­po - che sce­glie il nome "For­tu­ne" ispi­ran­do­si a quello del­l'o­mo­ni­ma ri­vi­sta ame­ri­ca­na - pub­bli­ca un disco e in­con­tra il pub­bli­co, sfug­gen­do ai gior­na­li­sti. "I ri­tor­ni della cri­ti­ca erano buoni, ma ci siamo su­bi­to resi conto che ve­ni­va­mo pa­ra­go­na­ti a un grup­po punk, un ge­ne­re che non rien­tra­va as­so­lu­ta­men­te nei no­stri gusti mu­si­ca­liCi siamo detti che se ve­ra­men­te as­so­mi­glia­va­mo a quel­la roba, fa­ce­va­mo schi­fo", com­men­ta l'ar­ti­sta. Per 3 anni i com­po­nen­ti del grup­po si rein­ven­ta­no, la­vo­ra­no di buona lena lon­ta­ni dai ri­flet­to­ri e pen­sa­no al loro fu­tu­ro. "Un bel gior­no sono ca­pi­ta­to per caso su un blog dove ci si chie­de­va che fine aves­se­ro fatto i For­tu­ne", rac­con­ta; poi con­ti­nua: "vo­le­va­mo pub­bli­ca­re il disco nel 2009, ma non ci sen­ti­va­mo an­co­ra pron­ti. Per di più do­ve­va­mo an­co­ra la­vo­ra­re sulle voci".

Alla fine di un con­cer­to al Nou­veau Ca­si­no il grup­po ha po­tu­to ag­giun­ge­re alla schie­ra dei suoi fan il ce­le­bre at­to­re e re­gi­stra fran­ce­se Ma­thieu Amal­ric. "Ci siamo visti dopo il con­cer­to, aveva l'en­tu­sia­smo a mille". Quan­do nasce l'i­dea di gi­ra­re il vi­deo­clip del brano Under The Sun, Lio­nel tenta la for­tu­na e chie­de al­l'at­to­re fran­ce­se di rea­liz­zar­lo. "Ha ac­cet­ta­to su­bi­to senza pen­sar­ci su! Ed ec­co­ci su­bi­to in­sie­me sul set. È un per­so­nag­gio al­quan­to im­pre­ve­di­bi­le, pieno di sor­pre­se. La sera prima di ul­ti­ma­re le re­gi­stra­zio­ni, non sa­pe­va­mo nem­me­no come fossimo ve­nu­ti in video", rac­con­ta di­ver­ti­to Lio­nel. Un aned­do­to sim­pa­ti­co che avrà un lieto fine e che por­te­rà ai For­tu­ne molto suc­ces­so sul pal­co­sce­ni­co. Si sa, la for­tu­na ar­ri­va quan­do meno te l'a­spet­ti. Per il resto, Lio­nel si au­gu­ra solo una cosa: "di ri­ma­ne­re sulla cre­sta del­l'on­da e di con­ti­nua­re a suo­na­re con ot­ti­mi ri­tor­ni da parte degli ascol­ta­to­ri". Spe­ran­do che que­sta volta nes­sun pro­ble­ma tec­ni­co fermi la mu­si­ca.

For­tune - "Under the Sun"

Ascol­ta­re : For­tune - Black­board (Di­sque Pri­meur/2013)

I For­tune sa­ran­no in con­cer­to il pros­si­mo 22 gen­na­io 2014, alla Ma­ro­qui­ne­rie di Pa­ri­gi. Per mag­gior­ni in­for­ma­zio­ni sulle date clic­ca qui.

Story by

Matthieu Amaré

Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré. Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.

Translated from Fortune : aux enfants de la chance