Festival di Cannes: tre film e una Palma d’oro molto particolare
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Angie PaganoLa maratona più glamour dei film europei si è conclusa il 23 maggio assegnando la Palma d’Oro per la prima volta nella sua storia alla Thailandia. Di sicuro, dal punto di vista artistico, “Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives” era il film più audace in concorso e il più vicino all’universo fantastico del presidente della giuria, Tim Burton.
Il regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, oltre ad aver messo in difficoltà i giornalisti ogni volta che tentavano di pronunciare il suo nome, ha anche portato in un festival dal gusto spesso mediocre, l’unico film che proponeva un approccio diverso al cinema. "Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives" è la storia di un uomo in fin di vita, raccontata attraverso scene fantastiche e spesso anche ironiche. Probabilmente il presidente della giuria, l'americano Tim Burton, autore di film come "Alice in Wonderland" (2010), "Big Fish" (2003) o "La leggenda di Sleepy Hollow" (1999), sarà stato colpito dalle scimmie fantasma dell’universo di Weerasethakul, degli incroci tra Wookie Chewbacca di "Guerre Stellari" e i Morlock de "La macchina del tempo" di H.G. Wells.
Weerasethakul è riuscito a fondere natura e surreale, vita e morte, ordinario e metafisico ed è qui che risiede la forza del film. E forse questo lo farà anche entrare a far parte della schiera dei film intellettuali. In ogni caso, il pubblico dopo la visione del film, ha avuto opinioni contrastanti. Uno studente di cinematografia, James di Boston, ha abbandonato una sala cinematografica per la prima volta in vita sua dopo aver visto quaranta minuti di "Uncle Boonmee". «È il peggior film che abbia mai visto, - ha dichiarato. - È lungo e va in tutte le direzioni. Non rispetta il fatto che ci sia un pubblico che cerchi di seguirlo. Non posso credere che abbia vinto».
"Blue Valentine" di Derek Cianfrance: profumo di fiori spezzati
A coloro che amano i film drammatici, con una trama un po’ più solida, consiglio di vedere l’emozionante "Blue Valentine", diretto dal talentuoso e promettente regista americano Derek Cianfrance. Chiunque sappia cosa si prova quando una coppia si lascia conosce già la storia: prima non ci si parla più, poi cominciano le discussioni incessanti fino ad arrivare ad un devastante litigio. Ma come è possibile che una coppia che all’inizio sembrava perfetta si riduca in questo modo? È su questo che si interroga Cianfrance armato di macchina da presa. I protagonisti sono Cindy (Michelle Williams, ex compagna di Heath Ledger) e Dean (Ryan Gosling) che cercano in tutti i modi di salvare il loro matrimonio, almeno per la figlia di sei anni. Passare una notte in un hotel futuristico potrebbe aiutarli. Ma come la luce blu, che opprime la loro stanza claustrofobica, anche la loro relazione viene invasa da ansia e delusioni. Le scene del film, per lo più dei primi piani ravvicinati irritanti, sono così intense che lo spettatore ha quasi l’impressione di sentire la repulsione tra i due personaggi. Dei flashback della loro vita passata felice, filmati su videocassetta, si intrecciano alla narrazione. Cianfrance fa provare allo spettatore una girandola di emozioni, tra lacrime e gioia, anche grazie alla potenza dei dialoghi. Williams e Gosling appaiono così affiatati che a Cannes non mancano i pettegolezzi su di una loro presunta storia d’amore.
"Rubber" di Quentin Dupieux: il Tarantino francese
Per chi ama i film horror/splatter invece consiglio "Rubber". È di gran lunga la sceneggiatura più bizzarra presentata al Festival di Cannes negli ultimi tempi: uno pneumatico assassino con sete di vendetta semina morte e distruzione nel deserto californiano. Questo strano film d’orrore, che ricorda un po' gli esordi di Tarantino, è diretto dal francese Quentin Dupieux, che, oltre ad essere regista, è anche musicista (con lo pseudonimo di Mr Oizo) e creatore della pubblicità della Levi’s con il pupazzo Flat Eric. Naturalmente Dupieux ha anche composto la colonna sonora del suo film. Lo pneumatico era seduto tra il pubblico durante la prima, e ha anche approfittato del bel tempo per rilassarsi in spiaggia.
"Pie nus sur les limaces" di Fabienne Berthaud: i confini della normalità, sole estivo e spiriti libertini
Ed infine un altro film degno di nota è quello di Fabienne Berthaud: "Pieds nus sur les limaces". L’attrice tedesca Diane Kruger e la francese Ludivine Sagnier sono due sorelle diverse come il giorno e la notte, che, per circostanze del destino, sono costrette a stare insieme nella provinciale casa estiva di famiglia (in Provenza). Questo film, toccante ma anche divertente, che racconta la storia di una donna con problemi di natura psicologica, ha ottenuto dieci minuti di standing ovation dopo la sua proiezione che ha chiuso il festival, ed è stato premiato con l’Art Cinema Award nella Quinzaine des réalisateurs. Uscirà nelle sale francesi a novembre e si spera presto negli altri paesi.
Video: "Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives" di houdinistudio; "Blue Valentine" di stereolullaby; "Pieds nus sur les limaces" di wunderschonDiane. Per gentile concessione di Youtube
Translated from Cannes film festival: three flicks and arty Palme to look out for