€uro 2008, una moneta unica
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Annarita MianulliGli Europei di calcio rappresentano un enorme successo commerciale: merchandising, pubblicità, biglietti e diritti televisivi. Un giro d’affari di centinaia di milioni di euro.
Organizzare un torneo di calcio a livello mondiale costa: nel 2004 l’Unione Europea delle Federazioni Calcistiche (Uefa) ha speso 210 milioni di euro. In Portogallo, che ospitò gli Europei quell’anno, furono rinnovati gli stadi e forniti alloggi e trasporto per partecipanti e turisti, permettendo così a un milione e mezzo di tifosi di assistere all’evento. La maggior parte dei proventi, però, è arrivata dalla vendita di biglietti, diritti televisivi e pubblicitari, che la Uefa utilizzò per finanziare altri tornei minori, come quello femminile.
Intorno agli europei c’è una vera industria mondiale di marketing: vendita di magliette, l’aumento del turismo e la pubblicità. I campionati europei, inoltre, significano forti incassi non solo per la Uefa, ma anche per le squadre, i giocatori, le aziende e le emittenti televisive. In pochi anni sono diventati un business, una vera e propria moneta globale.
Vendita di biglietti e turismo
Per l’edizione svedese del 1992 ci fu un’affluenza di 430.000 persone, circa 28.000 spettatori a partita. Parteciparono solo otto squadre giocando in quattro luoghi diversi. I numeri quasi raddoppiarono nel seguente torneo in Inghilterra. Nel 1996, quando oramai la Uefa aveva capito che l’affare era consistente, raddoppiò il numero delle squadre e delle città coinvolte. Si registrarono 1,2 milioni di presenze, con 41.000 spettatori a partita.
Agli Europei del 2000 le cifre scesero, ma non in maniera considerevole: il 93% dei biglietti fu venduto. Nel 2004, i prezzi dei biglietti decollarono: da 35 euro arrivarono a 270. Il 95% fu venduto e molte partite registrando il tutto esaurito. I profitti? 79,5 milioni di euro, cioé solo il 10% degli incassi totali derivanti dall’evento.
E per gli Europei 2008? Per comprare i biglietti è tardi. Oltre un milione sono già stati venduti: 588.716 tifosi avevano già ordinato 10.359.177 biglietti prima della scadenza, fissata per il 31 Marzo. Più di dieci volte il numero di quelli disponibili, e più di diciotto volte la richiesta degli Europei 2004.
Duecentosettanta milioni davanti alla Tv
Ma cosa sono 1,2 milioni di spettatori negli stadi nel 2004, in confronto ai 270 millioni di telespettatori, 120 dei quali fuori dall’Europa? Per le emittenti televisive è una sfida: devono gareggiare per accaparrarsi l'esclusiva dei diritti di trasmissione e pagare ingenti somme di denaro per trasmettere. Nel 2004 solo dalle vendite televisive sono derivati 580 milioni di euro, più del 75% dell’incasso totale.
Quest’anno, la scadenza per assicurarsi i diritti di trasmissione era fissata per il 16 Gennaio. I canali televisivi di quarantanove nazioni europee e diciannove extra-europei trasmetteranno l’evento nei cinque continenti.
La Uefa guadagna attraverso biglietti e diritti televisivi, ma il merchandising è un’altra gallina dalle uova d’oro. Videogiochi, magliette, poster e pubblicità sono una grossa fonte non ufficiale di guadagno per gli organizzatori.
Per questa ragione la Uefa è pronta ad offrire alle squadre vincenti grossi premi in denaro. Per partecipare le squadre ricevono 7,5 milioni di euro, più un milione per partita vinta e 500.000 euro per un pareggio. I premi raddoppiano in fase di eliminatoria: vincendo tutte le partite, la squadra riceve 23 milioni di euro. Abbastanza motivante?
Anche gli scommettitori guadagnano, ma questa è un’altra storia.
Translated from €uro 2008, a global currency