Esperanzah: un festival intorno a un'abbazia
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Chiara AlbertinSono venuta alla luce circa 900 anni fa e ne ho vissuti di eventi: saccheggi, guerre, ricostruzioni, espulsioni, manifestazioni culturali...eppure non mi sono mai mossa da qui. Sono...l’abbazia di Floreffe!
Anche quest’anno l’ASBL Z! prende possesso di me per organizzare la sedicesima edizione del festival “Esperanzah”. Dai miei giardini a terrazze che sovrastano la Sambre fino al complesso dell’abbazia, i volontari si sono già attivati. Preparano il terreno per accogliere le migliaia di persone che verranno a visitarmi.
La programmazione
C’è fermento in ogni angolo, ciascuno dei miei spazi è occupato da un palcoscenico, un cinema, dei tendoni. Tutto è messo in opera per ripensare i miei spazi in modo da consentire alle persone di spostarsi agevolmente da una zona all’altra e partecipare a numerose attività di tutti i tipi.
In tutti questi anni, ne ho sentiti di artisti! Nella “Cour Verte”, il mio cortile, stanno installando un palcoscenico: non vedo l’ora di poter vibrare al suono di Imany, IAM o Hindi Zahra! Ma ci sono anche moltissime novità! Il festival è stato rinnovato e i miei spazi redistribuiti. Dalla parte del cortile preparano il palco “Futuro”, dedicato ai “suoni del futuro” e agli artisti emergenti. Tremo già dalle fondamenta ai muri dell’intero complesso. Panda Dub, Jacques e anche Protoje saliranno sul palco che stanno montando in questo momento e faranno scatenare la folla. È stato aggiunto un terzo palco per delle musiche dal mondo più tradizionali, con artisti del calibro di Yallah Bye o Elida Almeida. Un angolo che sarà probabilmente più calmo degli altri due e non è che mi dispiaccia.
Oltre ai tre palchi, potrò ammirare anche un buon numero di spettacoli. Una quindicina di compagnie presenteranno il loro lavoro su tutto il mio terreno. Belgi, spagnoli e addirittura dei franco-argentini mi commuoveranno e mi faranno viaggiare per il tempo di una rappresentazione. È stato annunciato anche uno spettacolo notturno, presentato dalla compagnia Pirex Reflex: di sicuro starò al caldo ammirando i loro numerosi effetti pirotecnici.
L'impegno civico
In uno dei miei edifici all’entrata del complesso abbaziale, nel cuore del “Village des possibles”, il “Villaggio dei possibili”, ho l’impressione che rimettano in piedi il cinema. «Porta altre sedie, Raymond, per la proiezione di “I am not your negro” ci sarà un mucchio di gente.» oppure: «Fai la prova audio, non si sentiva niente l’altra sera, non va bene così!», li sento dire. Quello che più amo del cinema, è la possibilità di viaggiare riposandosi. Vengono proiettati dei film che rispecchiano pienamente l’immagine del festival: internazionali e impegnati.
Nel cuore del “Village des possibles”, potrò scoprire ancora una volta con entusiasmo il lavoro delle associazioni che portano la speranza di un mondo migliore. Non vedo l’ora di sentire i dibattiti, la gente che discute con fervore per difendere le proprie opinioni. Quest’anno il tema è “Ponti contro i loro muri”. Avrò l’occasione di sentire le persone discutere di centri chiusi in Belgio oppure di nuovi piani migratori adottati discretamente dall’Unione Europea.
Ma essere impegnati non significa solo dibattere. Tutte le infrastrutture sono state pensate per proteggere il mio ambiente e poter essere riutilizzate nel tempo. Campagne di sensibilizzazione, scenografie basate sul riciclo, compost toilet e utilizzo di prodotti biodegradabili su tutto il sito... Grazie alle équipes preposte all’ambiente e alla raccolta differenziata dei rifiuti, non mi resta che contare sul rispetto di coloro che parteciperanno al festival, affinché diventino loro i veri attori della pulizia.
In pratica
Dall’alto delle mie mura scorgo i primi volontari che montano le loro tende. Sono stati previsti due campeggi. Il primo sarà utilizzato dalle famiglie e da coloro che desiderano riposarsi immersi nella calma di uno degli angoli più belli che io possa offrire. Le altre persone che desidereranno invece continuare la festa dopo gli ultimi concerti potranno andare nell’altro campeggio, dove saranno coccolati e viziati. Riesco infatti a intravedere che stanno costruendo un bistrot e anche un piccolo palco. Per assicurare a tutti il massimo del divertimento, ho sentito dire che ci sarà anche una zona “testing” per la prevenzione contro le droghe. In ciascuno dei campeggi, Oxfam proporrà delle colazioni bio, eque e locali. Per essere sempre più aperti verso il prossimo, i campeggiatori potranno donare i loro sacchi a pelo o i loro tappetini da campeggio per aiutare gli immigrati che arrivano in Belgio.
Per quanto riguarda l’alimentazione, coloro che parteciperanno al festival potranno gustare ogni genere di cibo al “Comptoir des saveurs”, le zone di ristorazione. Anche in questo caso, i ristoratori dovranno rispettare l’ambiente. Tutti i piatti distribuiti dovranno essere biodegradabili, i rifiuti dovranno essere differenziati e alcuni di loro potranno organizzare dei gruppi d’acquisto collettivi presso la cooperativa di Floreffe “Paysans Artisans”. Novità di quest’anno: ci saranno 3 zone dedicate alla ristorazione, così avrò l’occasione di gustare i profumini delle cucine del mondo su tutti i siti e l’accesso a queste aree sarà facilitato.
Quindi...beh, non vedo l’ora che la calma che mi pervade finisca e che la festa cominci nel rispetto e nella tolleranza!
Se volete farne parte, restano ancora dei posti, ma dovete sbrigarvi! Per maggiori informazioni, cliccate qui.
Translated from Esperanzah : un festival autour d'une abbaye