Energie rinnovabili: tecnologia verde per cambiare la storia
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Annarita MianulliL’interruzione dei rifornimenti di gas naturale a 18 paesi europei, avvenuta nel gennaio 2009 a causa di una controversia tra Russia e Ucraina, ci ha dato fatto aprire gli occhi sulla realtà della dipendenza energetica: ne parlano uno storico dell’energia e un imprenditore
Lo storico dell’energia John Perlin vede la storia della civiltà come una lunga lotta per le risorse. Chiedetegli di un qualsiasi problema contemporaneo, vi dirà che le cose non sono cambiate. «Tremila anni fa il Faraone arrivò in Libano, dove crescevano tutti gli alberi, e chiese di avere la sua parte di legname. Il principe gli rise in faccia e disse, “sei tu che hai bisogno del mio legno, io non ho bisogno di niente di quello che possiedi tu”. L’Europa si trova nella stessa situazione con la Russia, per quanto riguarda il gas naturale. I rifornimenti da cui dipendiamo possono finire da un momento all’altro».
«Secondo tutte le previsioni questa dipendenza aumenterà», aggiunge Bo Diczfalusy, capo dell’area sviluppo sostenibile dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) con sede a Parigi. «Se non facciamo niente, saremo costretti a importare sempre più energia da regioni politiche molto instabili. Il problema di garantire il rifornimento è una guida politica per trovare soluzioni rinnovabili». Diczfalusy riesce già a immaginarsi un futuro di energie rinnovabili per l’Europa. «Quando io e lei ci ritroveremo qui a parlare tra dieci o vent’anni il sistema energetico europeo avrà completamente una nuova veste. Le energie rinnovabili ne costituiranno una parte sostanziale». A dispetto delle basse aspettative sugli esiti della Conferenza Onu di dicembre a Copenhagen, Diczfalusy riferisce che alla Settimana dell’Energia Sostenibile (22-26 marzo 2010), in cui è intervenuto, il morale era alto. «È entusiasmante vedere tanto ottimismo, - dice - un anno fa il messaggio politico principale era ”crescita verde” o ”tecnologia verde” come strumenti per raggiungere Copenhagen. Ora se ne parla come strumenti per una ricostruzione economica significativa».
La mano verde dell'Europa
Fino ad ora, l’Europa ha un grosso vantaggio nell’industria del rinnovabile. Per le Olimpiadi di Pechino 2008, è stata un’azienda tedesca (Odersun) a vendere i pannelli a energia solare per la copertura del Parco Olimpico. La fetta più grossa della somma stanziata da Obama per i progetti di energia eolica inseriti nello “stimulus package” 2009 è stata arraffata dall’azienda spagnola Iberdola, e una fetta più piccola dalla Horizon Wind Energy, posseduta dalla portoghese EDP Renováveis. Similmente, la compagnia italiana Enel Green Power si è garantita oltre 61 milioni per gli impianti geotermici in Nevada. A marzo, è stato annunciato il progetto “Friends of the Supergrid” (letteralmente “amici della super-rete”) come un’opportunità globale per le compagnie europee di esportare tecnologie per l’energia rinnovabile. Il gruppo dei dieci leader dell’industria, compreso la tedesca Siemens, intendono aumentare la pressione per avere una regolamentazione della rete pan-europea basata sul rinnovabile. «La questione su cui focalizzarsi per far sì che la Supergrid funzioni non è la sfida tecnologica, ma il tentativo di un’integrazione internazionale», spiega Alfons Benzinger della Siemens. «Al momento non sarebbe possibile esportare in Germania energia prodotta in Inghilterra. Il sistema non è compatibile e ha bisogno di essere armonizzato, ma la tecnologia per realizzarlo già esiste».
«C’è ovviamente il rischio che l’Europa venga sorpassata nei prossimi anni, - dice Diczfalusy - in termini di volumi, la Cina e gli Stati Uniti sono insuperabili, ma l’Europa resta il leader mondiale nella produzione di tecnologia verde». Mentre gli euroscettici tendono a vedere le differenti caratterizzazioni nazionali come una debolezza, Diczfalusy le vede come un punto di forza dell’Europa. «Ogni paese è campione in un campo diverso: la Danimarca nell’energia eolica, la Spagna nell’energia solare, la Svezia nella produzione di biomassa. Non avendo un solo paese accentratore di potere, si è permessa la crescita e la concorrenza. Io spero che questi diversi tipi di primati possano essere integrati tra loro». Diczfalusy crede che le energie rinnovabili possano essere un’opportunità per l’Europa di diventare una «potenza, se non una superpotenza» all’interno della scena mondiale. «Non saremo certo in grado di competere in termini di produzione di massa, a differenza di Cina e India, ma il mercato delle energie rinnovabili avrà bisogno di molta tecnologia e innovazione, ma anche di una certa volontà culturale, della coscienza dei consumatori e dei politici. Questa è una vera opportunità per l’Europa».
«La sola soluzione è quella di sviluppare energie che non abbiano fine»
Ma John Perlin ha già letto di questa storia in passato. «Cesare pensava che le foreste dell’Europa centrale fossero inesauribili. Non era così. Il miraggio dell’inesauribilità è la storia stessa della civiltà: l’unica soluzione è sviluppare energie che non si esauriscano». Questa volta, la tecnologia può regalare un finale diverso alla storia.
Foto: squacco/flickr; Malu Green!/flickr
Translated from Renewable energy: Europe's economic and mythological reign