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Elezioni europee: c’è posto per l’Europa nella campagna polacca

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Default profile picture Francesca Polato

Politica

Il fenomeno naturalmente non coinvolge solo i singoli paesi, ma bensì tutta l’Europa. L’anomalia è rappresentata dalla mancanza di dibattito tra i principali partiti, persino su questioni interne. Il Partito al governo e l’opposizione sembrano concentrarsi esclusivamente sui nomi che dovrebbero garantire il punteggio più alto.

È interessante vedere come sia l’estrema destra polacca ad essersi lanciata in una campagna per l’Europa. Non si è limitata a unirsi a Libertas, il partito pan-europeo di Declan Ganley, ma è inoltre concentrata sul Trattato di Lisbona (o meglio, sulla sua bocciatura). Incapace di ottenere lo stesso successo avuto con il «no» dell’Irlanda al Trattato, vi è ancora la probabilità per Ganley di riscuotere maggiori consensi in Polonia che in ogni altro stato. In ogni caso, l’europeizzazione delle forze polacche euroscettiche scaturisce principalmente dalla mancanza di strutture interne (per la maggior parte in mano al PiS, il partito polacco Diritto e Giustizia), nonché dalla mancanza di fondi finanziari dovuta ai risultati estremamente poveri delle precedenti elezioni nazionali. Come nel 2004, le elezioni europee faranno leva per portare l’estrema destra polacca ad essere nuovamente protagonista della vita politica.

Il buon vecchio Ganley

Sono brutte notizie per il PiS, il partito Diritto e Giustizia al Governo. Il leader del partito Jaroslaw Kaczynski sperava di conquistare il voto dei conservatori e degli euroscettici, nel tentativo di porre il partito contro il Po (Partito Civico), l’opposizione liberale e prevalentemente “eurofil”a. Il partito Libertas supportato da Ganley è il peggior incubo di Kaczynski: una concorrenza di estrema destra. La debolezza del PiS rappresenta un vantaggio per il Po, che spera di ottenere tra il 40 e il 50% dei voti. Una notevole opportunità per rinforzare la rappresentanza polacca all’interno del Epp-Ed (Partito Democratico Europeo - Democratici Europei), ritenuto il più grande gruppo politico per il prossimo mandato. Un più importante consolidamento della delegazione del centro-destra polacco permetterebbe di esercitare una forte influenza sul maggiore protagonista del Parlamento europeo.

Partecipazione al voto: i fatti

Tuttavia, la distribuzione dei voti sembra essere un problema di secondo piano rispetto al numero di votanti che effettivamente si scomoderanno di partecipare alle elezioni. Nel 2004 la partecipazione toccò solamente il 20.8%, lasciando la Polonia al penultimo posto tra gli allora venticinque Stati membri dell’Ue. Le indagini elettorali condotte tra marzo e aprile di quest’anno rivelano che circa il 30% dei polacchi ha ferma intenzione di votare. Nel 2004, una settimana prima del voto, erano il 45%. Se le precedenti statistiche dovessero ripetersi, le vicine elezioni vedranno la partecipazione di meno del 15% degli aventi diritto al voto polacchi. I sondaggi elettorali provano che i polacchi sono tra i più ferventi sostenitori dell’integrazione europea tra i ventisette Stati membri. Come si spiega quindi questa stranezza? Di nuovo, il problema non sta nell’Europa, ma nella politica interna. La popolazione della Polonia è perfettamente cosciente dei giochi di partito intessuti dai politici e si rifiuta semplicemente di prenderne parte. Probabilmente tengono troppo all’Unione europea per inviare politici incompetenti nei quali non hanno alcuna fiducia. La buona notizia è che coloro che alla fine effettivamente partecipano alle elezioni si rivelano essere convinti sostenitori dell’integrazione in Europa: il 50% degli “eurofili” parteciperà al voto, rispetto al solo 25% degli euroscettici.

(Image: ©l'Europe en Débat)In collaborazione con Eurodebate2009.eu e il blog ARTE- L'Europe en débat, edito da studenti presso il Collège d'Europe di Bruges, Belgio.

Translated from The Europe-shaped hole in the Polish campaign for June elections