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"Dio mio!" No, "la vacca!"

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Irene Cecconi

Torre di BabeleCulturasocietà

“La vita ti regala sorprese, sorprese ti regala la vita” recita la canzone di Pedro Navaja. Ma come si esprime a parole?

Con quelle espressioni che ci vengono in mente non appena vediamo la foto di Aznar o della Duchessa di Alba in costume da bagno o quando si scopre che lo sfigato di classe è stato raccomandato a una ditta ed ora è ricco, mentre tu continui con il tuo tirocinio da 400 euro ma con la dignità ancora intatta.

In Spagna, le espressioni “Dios mío!” o, né mio né tuo, solo “Dios”, “La Virgen”, un sonoro “mi madre!” o un bel “ostras!” (nelle sue varianti con o senza accento sulla a) sono sempre le benvenute al momento giusto. È chiaro che in quanto a volgarità a noi spagnoli non ci batte nessuno, ma abbiamo deciso di non menzionare i detti triviali per esigenze di copione. E  negli altri paesi, come ci si sorprende?

Come al solito, gli inglesi fanno vanto dei loro modi raffinati anche nelle situazioni più scioccanti ed hanno sempre in mente Dio; chiaramente, senza mai nominarlo. Quindi, per evitare di dire “God” (scusate, non ho potuto evitare di nominarlo) deviano con gli eufemismi “Gosh!” o “Golly!” –risalenti al XII secolo- o il tanto famoso “Godness”. A un livello più terreno, usano “sugar” (zucchero) al posto di “shit” (merda), il che pare facile, non come in Italia dove… tenetevi stretti. Ci sono tante espressioni per manifestare sorpresa quante sono le cause pendenti di Berlusconi con la Giustizia. Dal più famoso “Mamma mia!”, fino a un’ampia serie di varietà per ogni regione, sebbene anche la religione faccia da jolly. “Cess!” (abbreviazione di Gesù) in Sardegna, “Oh Gesù mio” e “Oh mio Dio”, senza dimenticare la Madonna con “Oh Santa Maria Vergine!”. I più colti optano piuttosto per “Oh perbacco”, invocando cosi il dio latino Bacco. Tuttavia, a Milano sono soliti sorprendersi facendo appello all’organo femminile (gli interessati cerchino sul dizionario).

I polacchi, al contrario, non si complicano: lasciano le cose chiare. Un semplice “Jej” o “Chryste” per riferirsi a Gesù o a qualcosa di più familiare, “Matko droga” per “Mamma mia”. I tedeschi non hanno problemi a riconoscerlo: usano molte espressioni volgari quando si sorprendono ma hanno anche detti più raffinati. È ora molto di moda ricorrere persino ai propri miti. "Holla die Waldfee!" fa riferimento a una fata del bosco, il cui nome evoca un principe sul punto di morte. O anche “Ach du grüne Neune!" (Ah, "il Nove verde", che evoca un ristorante malfamato di Berlino, pieno di prostitute). Comunque sembra che non ci sia niente di meglio per sorprendersi che nominare uno svedese: "Alter Schwede !"(vecchio svedese) o il tradizionale Dio "Ach Du meine Güte!" (Oh mio Dio), tanto sentito come il classico “Oh la la” dei francesi – politicamente corretti anche nel sorprendersi -. I più démodé dicono ancora “Bigre!” (diminuzione di “bougre”, buon uomo) o “Diantre” (alterando la parola "diable", diavolo). C’è anche un'espressione che li accomuna ai tedeschi: “Saperlipopette", un vocabolo dalla storia appassionante che serve, né più né meno, per bestemmiare. Comunque, l’espressione prediletta dei francesi appartiene più al mondo animale: “La vache!” (la vacca).

In ogni caso, se tanta informazione ti mette ansia e vuoi solamente esprimere la tua ammirazione per qualcosa senza dover rimanere senza parole, ricorda: ci rimane sempre il WOW. Chiaro, conciso e internazionale.

Translated from ¿Oh, Dios mío? No, ¡la vaca!