Cyber-democrazia a Madrid: la partecipazione si muove online?
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Alessandro grassiLe elezioni municipali a Madrid si sono rivelate un cambiamento significativo per l'amministrazione locale. La lista Ahora Madrid si è aggiudicata un terzo dei seggi al Consiglio comunale e la carica di Sindaco. Per promuovere la partecipazione della cittadinanza, è stata introdotta una nuova piattaforma online: Decide Madrid. Sarà riuscita a conquistare il cuore dell'elettorato ribelle?
Il mio viaggio in Spagna inizia all'altro capo dell’Europa, a Stoccolma, dove incontro uno studente spagnolo in Erasmus. Pablo Villa, 22 anni, si ritiene un cittadino attivo: «Mi interesso di politica da quando ho iniziato a votare,» spiega. Si è iscritto senza esitazione alla piattaforma municipale online Decide Madrid, votando per alcune proposte nonostante avesse già acquistato il biglietto aereo per la Svezia.
«La città è molto inquinata, e questo è un problema,» dice Pablo, «i membri della piattaforma stanno pubblicizzando alcune proposte per rendere la città più pulita. Per esempio costruendo pannelli solari sugli edifici per avere più energia verde, oppure piantando più alberi per migliorare la qualità dell’aria. Di recente hanno applicato agli autobus una tecnologia che permette di misurare il loro livello di inquinamento».
Le crescenti preoccupazioni di Pablo riguardo l'ambiente rappresentano bene l'atmosfera che regna a Madrid al mio arrivo. Subito scorgo dei camion muniti di cisterne d’acqua che lavano via la polvere dalla strada. Fanno la stessa cosa ogni giorno.
Manifestare per la democrazia
Incontro Pablo Soto Bravo, il 36enne fondatore di Decide Madrid, in plaza de la Villa, un luogo pieno di turisti che si scattano fotografie davanti al vecchio municipio di Madrid. Siamo proprio nel centro della città, Puerta del Sol dista solo poche centinaia di metri. Il 15 maggio 2011 quello fu il luogo esatto dove le memorabili manifestazioni contro l’austerità ebbero inizio. Con occhi pieni di orgoglio e con un allegro sorriso, Pablo mi racconta la storia di questo momento rivoluzionario.
«In Spagna molte persone erano senza più un lavoro, c'erano tagli molto pesanti alla pubblica istruzione e al settore della sanità,» spiega. «Milioni di persone stavano per perdere la propria casa. Un milione di giovani ha lasciato il Paese, perché qui non vedevano un futuro certo. Tuttavia, durante le manifestazioni la gente non chiedeva una casa, un lavoro o l'assistenza sanitaria. Chiedevano democrazia».
Democrazia 2.0
La piattaforma online Decide Madrid è diventata uno strumento per rendere effettiva quella che Pablo chiama «democrazia reale». Mi spiega che circa il 90% delle proposte pubblicate sulla piattaforma riflette i cambiamenti che i cittadini vorrebbero vedere all'interno della propria città.
«È un buon segno che la gente stia capendo cosa si può realizzare con questo strumento,» dice Pablo. Grazie ad essa, tra le proposte più discusse per Madrid, troviamo questioni che ruotano attorno allo sviluppo sostenibile, al trasporto pubblico e alla corrida: «Prima non c’era nessun dibattito riguardo a tutto ciò. Non li abbiamo mai affrontati come problemi specifici. Grazie a questo tipo di strumento ora sta succedendo».
Aprire un dibattito, presentare proposte, suggerire idee o votare le proprie preferenze: le funzioni della piattaforma sono diverse. «È necessario vivere a Madrid per poter votare e sostenere una proposta, ma non per lanciarne una,» specifica Pablo, «perché vogliamo raccogliere tutte le idee migliori, non importa da dove arrivino».
Chi sono gli utenti di Decide Madrid? «Stiamo cercando di coinvolgere gli studenti, per esempio inviando volontari nelle università. I volontari vanno anche a casa degli anziani per informarli su cosa sta facendo il nuovo Governo municipale». Inoltre, i principali rappresentanti del Consiglio comunale possiedono un profilo sulla piattaforma e hanno la possibilità di interagire con i cittadini. Pablo vorrebbe che i consiglieri fossero ancora più attivi di quanto non stiano già facendo.
Sono passati più di due mesi dal lancio di Decide Madrid, durante questo periodo circa 2.500 dibattiti e quasi 4.000 proposte sono stati creati. Fino ad ora, nessuna di esse ha raggiunto il sostegno necessario, cioè una soglia pari ad almeno il 2% della popolazione della città (circa 53.000 abitanti su un totale di 3,3 milioni, n.d.r.). Il meccanismo stabilisce che una volta che questa soglia viene raggiunta, la proposta deve essere esaminata dal Consiglio comunale. C'è tempo fino ad un anno per raccogliere il sostegno popolare richiesto. Nonostante le formalità, Pablo mi assicura che sono stati fatti molti sforzi perché queste iniziative ottengano visibilità. Il Consiglio sta già discutendo qualcuna delle proposte.
"Occorre che ci sia conflitto"
Tuttavia, non tutti i ricercatori sono d'accordo: Decide Madrid non rappresenta per forza una fase rivoluzionaria della politica. «Non sono sicura che questa specifica piattaforma cambi o ridefinisca granché,» mi spiega Rosa Maria de la Fuente Fernandez, 43 anni, professoressa di politica urbana alla Universidad Complutense di Madrid. Partecipa ad un progetto di ricerca sui governi municipali della Capitale, di altre città spagnole e del Regno Unito. «La piattaforma agisce come uno spazio. È semplicemente una finestra aperta, attraverso la quale i cittadini possono porre delle domande ed esprimere le loro opinioni, i loro sentimenti e le loro inquietudini. Altre piattaforme di questo genere sono già state create, ma non erano interattive».
Secondo Rosa, il più grande punto debole di Decide Madrid risiede nella difficoltà per i partecipanti alla piattaforma di raggiungere la soglia del 2% di consensi, laddove molte proposte si concentrano sui problemi di singoli quartieri invece che su quelli riguardanti la città nel suo insieme. «Se volete fare una proposta che riguarda il vostro vicinato o distretto,» dice, «non riuscirete ad ottenere il supporto dell’intera popolazione della città, a meno che i partiti politici e delle iniziative sociali non vi diano una mano».
D’altra parte, Rosa riconosce che Decide Madrid ha comunque un impatto sulla società, dal momento che spinge le organizzazioni cittadine ad agire e conferisce loro grandi poteri. «Credo che questa piattaforma sia importante al fine di cambiare la mentalità dei cittadini,» continua, «la gente pensa "Cosa posso fare?". Bene, ora alcune proposte possono essere concretamente discusse dal Consiglio locale, questo è un fatto importante».
Secondo Rosa, i cittadini possono avere una certa influenza sull’agenda politica usando la piattaforma. Senza dubbio, sarebbe ancora più utile se il Governo locale li invitasse a discutere di tali problemi nello stesso momento in cui sono trattati anche dal Consiglio. «Tuttavia si potrebbe parlare di una grande delusione se la partecipazione cittadina non generasse alcun conflitto,» afferma Rosa. «Alcuni movimenti sociali sostengono che se i cittadini si avvicinano troppo al Governo, questi non saranno più in grado di incalzarlo. In certi momenti, ci deve essere un conflitto».Quando ritorno nelle strade di Madrid, una manifestazione sta per iniziare. Centinaia di studenti, operatori sanitari e membri del sindacato chiedono "Pane, lavoro, un tetto e dignità". Forse un giorno la piattaforma Decide Madrid, ancora semi-sconosciuta, potrebbe diventare parte di un network nazionale, attraverso cui le persone possano essere in grado di esprimere le proprie idee riguardo il cambiamento del Paese. Ma per ora non è questo il caso. Per gli studenti come Alexandra, 16 anni, manifestare in strada è l’unico modo per esprimere la propria opinione, non importa quale sia il problema in questione.
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Tutte le foto sono di Hannes Jung.
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Questo articolo fa parte della serie di reportage EUtoo 2015, un progetto che cerca di raccontare la disillusione dei giovani europei, finanziato dalla Commissione europea.
Translated from Cyber democracy in Madrid: Participation moves online?