Croazia: traguardo volante
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Il 1° luglio la Croazia è diventata il 28simo membro dell'Unione Europea. Un traguardo atteso da anni, ma come spesso si dice: "il bello di un viaggio non è la meta ma il percorso per raggiungerla". Itinerario alla scoperta della new entry europea, tra centinaia di chilometri di frontiere con paesi non-Ue, più di 1.000 isole e CROatività.
Lo Stato balcanico bussa alla porta dell'Europa nel lontano 2003: era il tempo del governo Račan e all’epoca regnava l'ottimismo. Si pensava di poter entrare insieme a Romania e Bulgaria, obiettivo che questi due Paesi hanno raggiunto nel 2007. Ma Unione Europea e Croazia si scambiano le fedi solo nel 2011 con la firma del trattato di adesione e la chiusura dei capitoli negoziali con Bruxelles.
Un percorso a ostacoli
Inizialmente l’ostacolo maggiore alle trattative è stata l'insufficiente collaborazione con il Tribunale dell’Aja nel sostenere i processi per crimini di guerra. Successivamente la necessità di allineare molte delle norme amministrative croate a quelle dell'Ue, sommata al bisogno di lottare contro crimine organizzato e corruzione. Crocevia tra occidente e oriente, la Croazia è il primo paese che entra nell'Ue con un'esperienza di guerra recente alle spalle. Appena 18 anni fa combatteva per l'indipendenza dall'allora Jugoslavia. “La transizione dal post-conflitto è ancora in corso. Basti pensare, ad esempio, che circa 500mila persone ricevono ancora sussidi direttamente legati alle conseguenze della guerra”, spiega Dejan Jović, chief analyst del Presidente della Repubblica Ivo Josipović, durante una conferenza organizzata dall'European Council on Foreign Relations in Bulgaria.
Durante le guerre jugoslave del 1991-1999, si arrivò al punto più alto di ferocia, con intere comunità sottoposte a stragi, stupri di massa e deportazioni. Tutto in nome di una irreale pulizia etnica. Il documentario "Once Brothers" dimostra tutta la drammaticità dell'odio etnico-religioso di quegli anni e quanto esso abbia inciso nelle vite dei giovani slavi. Il film ripercorre la carriera dei due cestisti più rappresentativi della vittoriosa nazionale di basket dell'allora Jugoslavia, nonché primi giocatori professionisti europei divenuti star anche oltreoceano: Vlade Divac e Dražen Petrović. Entrambi giocatori nell'NBA, la forte amicizia che li legava inizia a vacillare durante la guerra civile, fino a quando le loro origini - Divac serbo-ortodosso, Petrovic croato-cattolico - li portano ad allontanarsi definitivamente. Nel 1993, un incidente d’auto causa la morte di Petrović, il Mozart dei canestri, impedendo una loro definitiva riappacificazione. Il film si conclude con Vlade che si reca al cimitero di Zagabria per deporre sulla tomba una foto che li ritrae insieme.
Secondo il quotidiano croato Večernji list, con l'adesione all'Ue "si apre una nuova, storica era". Ma quale ruolo intende ritagliarsi la Croazia come nuovo membro? Quali aspettative nutrono i cittadini craoti verso l'Unione europea? Secondo Jović, sebbene l'élite politica abbia accolto con entusiasmo l'ingresso nell'Unione, l'opinione pubblica è rimasta largamente “euro-indifferente”. Con un'affluenza del 20% circa, la Croazia si colloca infatti tra gli ultimi paesi nella classifica che registra l'affluenza alle urne per l'elezioni del Parlamento europeo. Ma non tutti sono dello stesso parere. Parlando con commercianti e cittadini dell'Isola di Brac, si respira un clima "euro-positivo".
Essere "CROativi"
Lo sapevate che il paracadute, la corrente alternata e persino la cravatta sono invenzioni croate? Forse no. È per questo che Vesna Trnokop Tanta, Vice-Presidente delle Camere di Commercio croate, ha voluto riavvicinare la Croazia al mondo attraverso la mostra “Be CROative”, impegnandosi a far conoscere i prodotti, l'eredità culturale e la diversità naturale del suo Paese all'estero. L'esposizione è stata presentata in 5 continenti, 16 paesi ed ha attratto piu di 100 mila visitatori. "Con 'Be CROative', vogliamo promuovere i prodotti caratteristici della Croazia, i nostri celebri innovatori e la bellezza del nostro Paese. L'Europa ha bisogno di persone creative e speriamo che l'esposizione inciti collaborazioni innovative", afferma Trnokop Tanta. "In quanto Camere di Commercio abbiamo un ottimo rapporto anche con altri Paesi balcani. Per loro siamo un importante punto di riferimento in Europa".
OLTRE IL CONFINE
Secondo il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, la Croazia è "un esempio per gli altri Paesi della regione". La sua posizione geografica è strategica: confina con Slovenia, Ungheria, Montenegro, Serbia e Bosnia-Erzegovina. Tre dei cinque paesi confinanti non sono membri dell'Unione europea.
Non a caso, il Presidente croato ha scelto la Bosnia-Erzegovina per la prima visita ufficiale all'estero dopo l'accesso all'Ue, affermando che questa è stata una decisione ''voluta e naturale''. In Bosnia-Erzegovina infatti vivono circa 700mila croati, che costituiscono una delle tre comunità etniche principali di questa nazione. I croati bosniaci, grazie alla doppia cittadinanza sono diventati cittadini dell'Ue.
Ma i segni del passato bellico sono molto più visibili in cittadine come Mostar in Bosnia-Erzegovina, che nei resort turistici della costa croata -come se l'entrata nell'Unione europea avesse di fatto accelerato il processo di ricostruzione. La Croazia è un caso esemplare che potrebbe ridare fiducia al processo di allargamento. Il suo percorso è prova che c'è ancora chi è disposto a impegnarsi per entrare a far parte dell'Unione europea...
Video Credits: ''Once Brothers", all rights reserved to ESPN and NBA Entertainement