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Cosa è successo alla "madre di tutti gli aeroporti"?

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Default profile picture Filippo Simeone

Il futuro dell'ecosostenibilità, la crisi dei rifugiati, la partecipazione dei cittadini, la gentrificazione e altro: l'area attorno al Tempelhof di Berlino è l'emblema dei conflitti sociali che oggi esistono nell'Europa Occidentale.

Il Tempelhof è un aeroporto in disuso che la popolazione ha usato come luogo tranquillo dove passare del tempo. Detiene un primato importante, ossia quello di ultimo "polmone verde" della città, sopravvissuto alle colate di cemento che hanno coperto gli spazi verdi che avevano dato a Berlino l'identità di città ecologica.

Per questo motivo, la popolazione di Berlino ha raccolto più di un milione di firme per proporre una legge con lo scopo di tutelare quest'area, proibendo l'edificazione.

Nonostante ciò, dopo solo un anno dall'approvazione di questa legge, la città di Berlino sta cercando di proporne un'altra che autorizzi la costruzione di alloggi per i rifugiati, stando a quanto riporta il sito tempelhoferfreiheit.de. Questa volontà nasce da una realtà già attuale: il terminal dell'aeroporto è infatti utilizzato dai profughi come rifugio e per questo motivo la popolazione berlinese vuole trasformare l'area di Tempelhof in un luogo ufficialmente adibito a queste persone, attraverso la costruzione di abitazioni più dignitose.

Sono contro questa proposta organizzazioni cittadine ma anche i singoli individui. Si oppongono per diverse ragioni: prima di tutto, credono sia solo una questione di principio e non vogliono che una delle petizioni più importanti non venga rispettata.

Sarebbe una macchia nella storia tedesca. Poi, sottolineano il significato sociale e ambientale dell'area. Costruire un villaggio per i rifugiati è solo una scusa, affermano: un'area centrale come quella del Tempelhof, infatti, sarebbe una location perfetta per la costruzione di abitazioni di lusso e la città troverebbe qualunque scusa per cambiare la legge. Ma sorge anche un'altra questione sociale: Berlino ha bisogno di un altro ghetto? Secondo i cittadini, la città dovrebbe imparare dagli errori del passato e distribuire quindi i rifugiati in diverse aree della città per sentirsi parte della società ed essere in grado di integrarvisi. 

Caratteristiche del luogo:

L'area del Tempelhof si trova fra i confini dei due distretti più importanti all'interno del Programma Sociale della Città: Bezirksamt Tempelhof-Schöneberg e Schillerpromenade.

Gunnar Zerowsky, che fa parte dell'amministrazione del quartiere di Schillerpromenade, individua il problema nella gentrificazione. In poche parole, la gentrificazione avviene spesso nei quartieri urbani, con un aumento dei prezzi, l'allontanamento volontario delle famiglie a basso reddito e la chiusura delle piccole attività.

Di conseguenza, molte più persone vogliono spostarsi nella parte sud di Neukölln, poiché la gentrificazione arriva dal Nord (fino al confine del quartiere Kreuzberg). Zerowsky spiega come questo sia il motivo per il quale la città vuole usare l'area di Tempelhof: risolvere il problema degli alloggi e il conflitto sociale, conseguenza della gentrificazione.

Entrando nell'area di Tempelhof, si possono ammirare le caratteristiche tipiche dell'ambiente e della cultura locale. Ogni comunità ha il suo piccolo giardino, costruito con materiali di seconda mano. Dopo aver passeggiato per cinque minuti in questo luogo, una rosa che fa da ornamento ad un paio di scarpe non sorprende. Sebbene fosse il pomeriggio di un martedì qualunque, alcune persone si intrattenevano fra loro e facevano volare degli aquiloni: piccoli gesti che rispecchiano il significato che quest'area ha per i suoi abitanti.

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Zaynab Laszkiewitz, una berlinese che ha partecipato attivamente alla campagna per raccogliere firme contro l'edificazione dell'area, ci ha parlato del valore del luogo come punto di ritrovo per la comunità, per incontrarsi e discutere di vari problemi. “vengo qui con mio marito per guardare il tramonto" ha aggiunto la Laszkiewitz. A suo avviso sarebbe inaccettabile non rispettare la petizione popolare.

C'è stato un incontro fra i membri dell'associazione “Planung Freiraum” per discutere della questione, lo scorso 9 Dicembre. Come detto in precedenza, hanno sottolineato che la scusa dei rifugi per profughi non è valida. Hanno proposto un'idea suggestiva per la costruzione di abitazione per profughi e per il mantenimento del Tempelhof come area sociale e "verde" della città.

“Planung Freiraum: è un'associazione cittadina che coopera nella gestione della città, soprattutto riguardo lo sviluppo sociale nel distretto di Schillerpromenade, nel quale si trova metà dell'area del Tempelhof".

Beate Storini, uno dei coordinatori di “Planung Freiraum”, ha sottolineato l'importanza ecologica dell'area che è oggi una delle poche dove la fauna può riprodursi e vivere in libertà.

Storia del Tempelhof

Si trova nel centro di Berlino e nel 1920 l'area venne adibita ad aeroporto: l'edificio venne completato nel 1941 dai nazisti. Il Tempelhof prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale era, apparentemente, una struttura estremamente funzionale e unica in Europa, tanto da esser denominata “la madre di tutti gli aeroporti”. Secondo il sito ColdWarSites.Net, non vi era spazio sufficiente per espandere il Tempelhof: per questo motivo venne chiuso nel 2008. 

Un referendum parlamentare sancì la chiusura permanente della struttura. Due anni dopo, l'area del Tempelhof venne riqualificata come spazio pubblico, con l'inaugurazione del “Tempelhofer Freiheit”.

L'assedio di Berlino. Un gruppo di cittadini osserva l'atterraggio di un C-54  presso l'Aeroporto di Berlino-Tempelhof, 1948.

Il futuro del Tempelhof ancora non è chiaro. La questione ruota attorno ai cittadini e alla loro proposta della nuova legge e se riusciranno a far valere le loro ragioni. Come accade in altri paesi europei quando si parla di problemi sociali o ambientali, è solo questione di tempo prima di poter delineare una nuova mappa ambientale continentale: quella berlinese sicuramente trarrà ispirazione dal caso del Tempelhof.

Translated from What happened to 'The Mother of All Airports'