Coruptia Ucide, l'ONG che ha messo a nudo la corruzione in Romania
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Giulia BernasconiAngi e Daria sono nate in Romania nel 1989, l'anno passato alla storia per il crollo dell'Unione sovietica. È in quegli anni che questo paese dell'Est inizia la transizione verso un ordine democratico. Eppure, ancora oggi, Bucarest vanta un triste primato: quello dei livelli di corruzione. Dal 2017, tramite l'associazione Coruptia Ucide ("La corruzione uccide"), Angi e Daria conducono una battaglia per la trasparenza della cosa pubblica.
Secondo uno studio [Eurofond] (https://www.eurofound.europa.eu/sites/default/files/ef_publication/field_ef_document/ef1733en.pdf) del 2016, la Romania è uno dei paesi europei con il più alto livello di corruzione negli ambiti dell'istruzione, dei servizi sanitari e dell'assistenza all'infanzia.
Per fare un esempio calzante, a inizio gennaio 2020, un professore universitario è stato condannato a otto anni di carcere per aver ricevuto tangenti dai propri studenti. Insomma, in Romania la corruzione si annida un po' ovunque. E talvolta uccide pure.
Nel 2015, a Bucarest, 64 persone sono rimaste vittime di un incendio, scoppiato nel locale Colectiv. L'edificio che ospitava il club non era a norma e le autorità non avevano effettuato controlli da anni. La tragedia causò la dimissione del governo social-democratico di allora e determinò una presa di coscienza collettiva da parte della società rumena.
Negli anni dopo l'incendio sono nate numerose associazioni e gruppi civili con l'obiettivo di lottare contro la corruzione dilagante nel paese. Intanto però, nel dicembre 2016, il Partito socialdemocratico (PSD) è tornato al potere. Il nuovo esecutivo è durato tre anni, fino alla crisi istituzionale del novembre 2019.
Cosa è accaduto questa volta? Il governo ha condotto un attacco in piena regola contro l'indipendenza delle istituzioni giudiziarie e la legislazione anti-corruzione. Anche per questo motivo, la Romania è stata più volte richiamata all'ordine dalla Commissione europea, che, nel 2019, ha minacciato Bucarest di attivare l'articolo sette del Trattato sull'Unione europea, ossia la procedura prevista in caso di gravi violazioni dello stato di diritto.
Angi e Daria fanno parte dell'associazione Coruptia Ucide. Le due giovani donne sono determinate a cambiare lo status quo nel paese.
Quando è nata la vostra associazione e perché?
Angi:Il gruppo è stato fondato nel 2016 da Florin Badita, in seguito all'incendio della discoteca Colectiv, a Bucarest. Tutto è partito da una semplice pagina Facebook che oggi è seguita da 130mila persone. Coruptia Ucide fa parte di una rete che lotta per una maggiore trasparenza della cosa pubblica.
Cosa fa Coruptia Ucide?
Daria: L'obiettivo è combattere la corruzione in maniera attiva. Sorvegliamo quel che accade a livello politico e segnaliamo anomalie. Inoltre, quando vengono adottate misure che indeboliscono la legislazione anti-corruzione, organizziamo manifestazioni in piazza della Vittoria, davanti alla sede del governo. Nel corso di due anni e mezzo di attività abbiamo formulato più di 3mila richieste di informazione relative all'attribuzione e il finanziamento di appalti pubblici e abbiamo scoperto numerose anomalie. Organizziamo anche atelier, conferenze e proiezioni per sensibilizzare la cittadinanza. Siamo indipendenti e slegati da qualsiasi partito. Chi vuole fare politica deve lasciare l'associazione.
Cosa vi ha spinto a diventare attiviste?
Daria: Nel gennaio 2017, il governo ha tentato di modificare il Codice penale. Centinaia di migliaia di persone sono scese in strada spontaneamente, o convocate da associazioni come la nostra. È stata la più grande mobilitazione dalla caduta dell'Unione sovietica. La riforma è stata abbandonata, ma gli attacchi al sistema giudiziario non si sono fermati. Dietro la manovra c'erano uomini politici minacciati dalle leggi anti-corruzione, come l'ex-leader del PSD, Liviu Dragnea (condannato nel maggio 2019 a tre anni e mezzo di carcere per abuso di potere). Prima degli eventi descritti, vivevo una vita regolare fatta di lavoro, amici e svago. Ma da quel momento in poi, ho partecipato a decine di manifestazioni.
Angi: Mi sono associata perché ho avuto l'impressione che scendere in strada a ogni nuova minaccia all'indipendenza della giustizia non fosse più sufficiente. Sono andata a una delle riunioni del gruppo e ho sentito che qui potevo agire in maniera concreta. Oggi sono convinta che questo sia il mio posto. Il sistema mi ha spinta a reagire e le persone che lottano per cambiarlo mi hanno convinta a restare.
Cos'è cambiato dalle manifestazioni del 2017?
Angi: C'è stata una svolta. E come tante altre persone, sono cambiata anche io. La società civile è più strutturata e impegnata rispetto a prima. I cittadini sono più attenti a quello che succede nell'arena politica, alle leggi che vengono approvate. Si parla di politica sulla metro, per strada, nelle scuole e nei licei. Ed è una novità.
Daria: Tra l'altro, le nostre azioni di sensibilizzazione legate alla promozione dei valori democratici sta portando dei frutti: il tasso di partecipazione alle elezioni europee è aumentato del 17 per cento tra il 2014 e il 2019. È una tendenza particolarmente forte tra i giovani. I rumeni hanno capito il valore del loro voto e lo stanno usando. Durante le manifestazioni, incontriamo spesso liceali che non hanno ancora la maggiore età e che non possono votare, ma vogliono mobilizzarsi a modo loro. Tutto questo ci dà speranza. La Romania sta andando nella direzione giusta. Le nuove generazioni non tollerano la corruzione. E tutto questo avviene anche anche grazie all'Unione europea che in questi due anni ci ha difesi dalle minacce del governo rivolte contro lo stato di diritto.
Però il vostro attivismo non è privo di conseguenze ...
Angi: Siamo regolarmente presi di mira dai simpatizzanti del PSD. Man mano che guadagniamo in visibilità, veniamo attaccati da campagne di disinformazione. Un giorno, dopo avermi vista in tv, un uomo anziano mi ha aggredita per strada e mi ha urlato di andarmene dal paese. Personalmente, ho 14 processi in corso e ogni militante di Coruptia Ucide deve, in media, 5mila lei rumeni allo stato per aver partecipato a "manifestazioni illegali". Noi, però, non ci scoraggiamo. Abbiamo il diritto di scendere in piazza: le nostre leggi ci autorizzano a manifestare. I simpatizzanti del PSD non hanno nessuna argomentazione valida. Sono il vecchio mondo. Non hanno capito che noi siamo nati in un altro sistema, con l'accesso diretto a internet e ai social media.
Un ultimo messaggio ai giovani rumeni?
Angi: Attivatevi, partecipate a progetti civici o sociali: tentate di cambiare lo status quo.
Daria: Non giratevi dall'altra parte. E andate a votare!
Nel novembre del 2019, a qualche settimana di distanza da questa intervista, Klaus Iohannis (presidente del Partito nazionale liberale), è stato rieletto Presidente della Repubblica. Iohannis ha battuto Viorica Dancila al termine di una campagna presidenziale dominata dal tema della corruzione. Il Presidente uscente ha fatto campagna con lo slogan "Una Romania normale".
Foto di copertina: manifestazione contro la corruzione a Bucarest, Romania. 25 gennaio 2015 © Paul Arne Wagner - Flickr
Translated from En Roumanie : les jeunes contre la corruption