Corrala: l’Utopia di una casa a Siviglia
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Alessandro AllottaDevastati dalla crisi economica, che ha aumentato disoccupazione, povertà e vagabondaggio, gli abitanti di Siviglia reagiscono con ingenuità e “joie de vivre”. Il movimento “Corrala" sta recuperando edifici disabitati, non solo per dare una casa a chi ne ha bisogno, ma anche una comunità dove vivere.
“Qualche tempo fa, un fotografo francese è venuto a fare un reportage fotografico sulla nostra vita nella Corrala. Ha fatto sedere a turno ogni famiglia su un divano e ha scattato delle fotografie”. Benché i residenti della Corrala Utopia siano abituati alle foto e all’attenzione dei media, si sono ormai stancati del sensazionalismo mediatico. “Non appena visti i risultati del servizio fotografico, ho scoperto che il fotografo ha 'fotoshoppato' i nostri visi al fine di farci apparire più tristi. La mia faccia è stata modifica così da sembrare che stessi piangendo. Inoltre sembrava fossi di 10 anni più vecchio”, sospira Alvaro. Sedendo sul marciapiede fuori dalla Corrala, nel quartiere operaio della parte nord-ovest della città, lo abbiamo incontrato. È un tipo robusto dalla carnagione olivastra, un messaggero mandato dagli altri per rispondere alle nostre domande. Non c’è ragione d’incontrare nessun altro poiché “tutti ti racconteranno la stessa storia”, afferma. Inoltre non è consentito entrare nell’edificio, così “la polizia non sa cosa abbiamo fatto all’interno, nei giorni scorsi”.
INCONTRO CON I RESIDENTI
Creato nel maggio del 2012, Corrala Utopia è stato il primo condominio occupato dalle vittime dell’attuale crisi economica. Attualmente è abitato da vecchi parrucchieri, addetti alle pulizie, muratori, gente che si è ritrovata nottetempo senza un lavoro e sfrattati. Benché da quel momento molte altre “Corrala” sono sorte in tutta l’Andalusia, l'immobile resta uno dei pochi a essere sopravvissuto. Oggi, tuttavia, il suo destino è molto incerto. Il 15 febbraio il Tribunale ha ordinato lo sfratto immediato degli abitanti. Sono seguite delle concessioni che hanno permesso alle famiglie di trovare una “soluzione pacifica” al problema. Di conseguenza, la comunità sarà dissolta il 5 marzo. I suoi residenti hanno dunque bisogno di trovare nuove case.
Paradossalmente, questo è un enorme problema. Infatti, benché si stima che a Siviglia ci siano 130 mila case disabitate, nessuna di queste è stata offerta alle famiglie. “Noi vogliamo pagare un affitto sociale, secondo i nostri redditi individuali, ma il governo non ne vuole sentire”, spiega Alvaro, “inoltre, è stato fatto tutto il possibile per rendere le nostre vite più difficili”. Solo alcune settimane dopo che si erano trasferiti, le autorità locali hanno tagliato l’approvvigionamento di acqua ed energia. “Hanno speso 40 mila euro per quest’operazione”, afferma Alvaro con aria di rassegnazione, “sin dall’inizio, abbiamo vissuto qui senza acqua, luce e gas”. I residenti della Corrala prendono l’acqua dalla fontana pubblica sulla strada e usano generatori a petrolio per produrre energia. “Inoltre abbiamo chiesto al governo di concederci dei lotti di terra, in modo da coltivare frutta e verdura. Solo a una famiglia è stato concesso un appezzamento di terreno”.
A proposito delle persone
“Prima di venire qui, lavoravo in un club nautico. Guadagnavo 2500 euro al mese e avevo comprato una casa. Stavo bene. Oggi non ho una casa e nemmeno una TV o una radio, ma sono felice. I soldi non possono comprare la felicità”, continua Alvaro, “adesso ho più tempo per la mia famiglia, passiamo le serate chiacchierando con gli altri e giocando con i nostri bambini. Siamo come una grande famiglia”. Nel loro tempo libero, i residenti della Corrala, con l’aiuto di volontari, organizzano attività per bambini, imparano a ballare il flamenco e organizzano eventi per supportare il loro movimento. “L’anno scorso abbiamo organizzato il ‘Corrala Rock’, una serie di concerti a sostegno della nostra causa, abbiamo anche formato delle classi di flamenco e le abbiamo usate per un ‘Escrache’ (una dimostrazione pacifica, molto popolare in Spagna, Argentina, Uruguay e Paraguay) nella banca ‘Ibercaia’, attuale proprietario del condominio. Abbiamo anche chiesto al governo di aiutarci per l’organizzazione di un centro di solidarietà’ dove dare consigli alle persone del quartiere e aprire una mensa ‘sociale’, senza ottenere alcuna risposta”.
Fare un po' di rumore!
“Il gruppo fa la forza”, dichiara Alvaro e il suo “credo” è condiviso da molte persone in tutto il paese. Abbiamo incontrato i membri della “Platforma de Afectados por la Hipoteca de Sevilla” (la PAH aiuta chi non può ripagare il mutuo) durante una dimostrazione in un’altra banca locale, la Caixabank. Il concetto è quello di “fare rumore” e i dimostranti devono farsi sentire a distanza di alcuni isolati. Trombette e fischietti sono armi necessarie per dimostrare il sostegno al diritto di “case decenti” e attrarre l’attenzione sulla necessità di “una vera soluzione al problema dei mutui”. Attualmente, ci sono 4 casi di mutui in discussione presso la direzione della banca. I manifestanti si accampano a turno da 11 giorni per dimostrare la loro determinazione.
“Il PAH è direttamente collegato con il movimento degli Indignados, o il 15M (il movimento d’occupazione nato il 15 maggio del 2011). Persone con gli stessi problemi hanno unito le forze e organizzato assemblee settimanali durante le quali coloro che avevano problemi con il mutuo o con lo sfratto discutevano delle proprie questioni, ricevendo consigli e supporto. Nella PAH di Siviglia, abbiamo incontrato e radunato, per 2 volte a settimana, 280 persone con problemi di mutuo irrisolti”. Isabel è un assistente sociale che spende il suo tempo libero per coordinare le azioni della PAH. “Il nostro maggiore successo è quello di aver evitato gli sfratti”, spiega sorridendo. “Oltretutto, non stiamo combattendo per casi individuali. Lavoriamo insieme nella risoluzione di una causa comune. Qui la gente perde il senso di colpa, tutti sanno che non sono più soli. Grazie alla PAH, le persone realizzano di essere compagni-cittadini, non solamente dei consumatori”, sottolinea con orgoglio. Questa sembra essere la raison d'être del movimento popolare di supporto civico a Siviglia e, probabilmente, in tutta la Spagna. Come sostiene Alvaro “noi stiamo cercando una vittoria sociale, non politica”.
Questo reportage fa parte della serie di articoli del progetto Eutopia - Time to Vote, finanziato dalla Fondazione Hippocrène, la Commissione Europea e il ministero degli Affari Esteri francese
Translated from The Corrala Utopias Bringing Seville Back to Life