Corea del Sud: occhi da occidentale
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Piera FiammenghiLa Corea del Sud registra il più alto tasso al mondo di interventi di chirurgia estetica. È il modello occidentale a incarnare l'ideale di bellezza perseguito dai coreani. Non tutti però la pensano allo stesso modo. Ecco i pareri di alcuni studenti in una classe di Jinju, una cittadina nel sud del Paese.
In aula, la discussione si fa più sostenuta non appena un ragazzo dall'ultima fila interviene prendendo la parola. "Slanciato con gli occhi grandi", dice convinto. Gli altri alunni fanno cenni di assenso. A Jinju sono tutti d'accordo sull'ideale di bellezza ormai ben definito all'interno del Paese. Gli occhi grandi dalla forma rotonda, così come l'altezza sono un must. La lista dei desideri si allunga a dismisura, ma su una cosa l'intera classe conviene: il modello occidentale vince su tutti.
Operai rifatti
Il numero di interventi di chirurgia plastica eseguiti in Corea del Sud è il più alto mai registrato al mondo e per la nuova generazione la bellezza sembra essere un pacco regalo pronto da scartare. Non è una questione di distinzione sociale. La maggior parte degli studenti di Jinju (una cittadina nel sud del Paese grande circa come Firenze) infatti, appartiene alla classe operaia. Sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica agli occhi è diffusissimo tra i giovani coreani, tanto da risultare il regalo di laurea più gettonato. Solo lo scorso anno, sono stati eseguiti 700 mila interventi di chirurgia estetica nella Repubblica di Corea. A livello nazionale, il 15% delle donne si è sottoposto almeno una volta a un intervento di chirurgia; a Seoul, la percentuale arriva al 20%.
"VOGLIAMO ESSERE BIANCHI"
Se ci guardiamo intorno, la cosa non ci stupisce. Per avere un'idea dell'influenza che l'Occidente ha sull'immaginario coreano, basta guardare Girl's Generation, uno dei video che ha spopolato su YouTube. Le cantanti hanno uno strano viso pallido e non è per colpa delle luci che le avvolgono. Queste celebrità del pop coreano hanno subito un effetto di schiarimento ai volti durante la fase di post-produzione del video. "Vogliamo essere bianchi", dice un ragazzo scherzando con un suo amico. Nonostante lo dicano ridendo, la questione è seria: molti coreani si sentono a disagio nel mostrare la loro identità etnica. Un esempio è illuminante in tal senso: in aula, gli studenti mostrano una fototessera che li ritrae. Tutte le immagini, nessuna esclusa, sono state ritoccate: la pelle resa chiara, i lineamenti del viso maggiormente definiti e, ovviamente, gli occhi hanno assunto una forma occidentale. Benché si cerchi un ideale di bellezza occidentale, l'effetto che ne risulta è innaturale, tanto che faccio fatica a distinguere un ragazzo dall'altro. La diversità naturale viene offuscata a vantaggio di una somiglianza artificiale.
"Bianco? No, grazie"
Pensando all'ideale di bellezza occidentale, verrebbe da sorridere. L'aula ascolta le mie parole, visibilmente colpita quando dico che i capelli scuri hanno un loro fascino e che la pelle chiara non è così apprezzata in occidente. Mentre gli altri studenti indicano le mie braccia piene di lentiggini, qualcuno dice: "Mi trasferirò in Inghilterra!", ed ecco che subito l'umore della classe si ravviva.
La plastica estetica e lo sbiancamento della pelle sono dannosi per la salute allo stesso modo dell'abbronzatura artificiale o dell'ossessione per la perfetta forma fisica. Imparare ad accettarsi per ciò che si è, indipendentemente dalle aspettative culturali, non è semplice. Malgrado questa tendenza, alcuni studenti hanno iniziato a invertire la rotta. "Preferisco la bellezza acqua e sapone", ammette una ragazza in prima fila, rimasta silenziosa dall'inizio del dibattito. "Non sono a favore della chirurgia, né del cambiamento estetico"; poi, guardandomi, aggiunge: "Pelle chiara? No grazie".
Translated from Cosmetic surgery in South Korea: West is Best