Con l'ultimo album "Snob" Paolo Conte si riconferma autore internazionale
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Paolo Conte è forse il cantautore italiano della vecchia scuola (De Andrè, Guccini, De Gregori) più celebre al mondo. Nasce ad Asti nel 1937, avvocato di professione. Ad ottobre dello scorso anno ha pubblicato Snob, il suo ultimo album dopo 4 anni di assenza. CaféBabel Torino lo ha recensito in vista del concerto del 30 novembre al Teatro Alfieri di Torino, penultima data del suo tour europeo.
Paolo Conte è forse il cantautore italiano della vecchia scuola (De Andrè, Guccini, De Gregori) più celebre al mondo. Nasce ad Asti nel 1937, avvocato di professione. Esordisce con il suo primo album dal titolo omonimo nel '74, quando i tempi della musica ancora permettevano l'esistenza di un esordiente di 37 anni. Oggi manco a parlarne.
Ad ottobre dello scorso anno ha pubblicato “Snob”, il suo ultimo album dopo 4 anni di assenza. CaféBabel Torino lo ha recensito in vista del concerto del 30 novembre al Teatro Alfieri di Torino, penultima data del suo tour europeo.
Sono passati 40 anni dall'esordio del cantautore italiano. A guardarlo in viso non sembra però, quelle rughe sono lì da quando ha iniziato a suonare, il sopracciglio sinistro è sempre più in alto del destro. Guardarlo in viso è rassicurante, come ascoltare “Vieni via con me” durante una giornata uggiosa. Nel disorientamento e nel caos del panorama musicale italiano ai tempi dei talent, Paolo Conte è una granitica e scintillante certezza: da quarant'anni lui è sempre lì con la sua classe e il suo sound inconfondibili. È questo il maggior pregio di Snob, è la capacità con cui Paolo Conte innova con originalità il suo stile pur restando fedele a suoni e tempi della sua musica di sempre. Non perde il punto e si spinge più in la fantasia musicale.
Snob – quarta traccia che da il titolo all'album - tratta i temi della vita in provincia, dello sconforto e delle tristezza degli uomini che la abitano, di quelli che, per parafrasarlo, arrotondano tutte le erre per sembrare più nobili e, appunto, snob. La necessità dell'uomo di sembrare quel che non è viene descritta con dolcezza, comprensione, e le note struggenti di Conte suonano come un invito musicale rivolto alla provincia a non tentare di camuffarsi da altro ed a restare quel che è, con dignità. Le mani di Conte descrivono sui tasti del suo pianoforte i paesaggi dove lui stesso conduce la sua quieta e appartata esistenza quotidiana.
Nel percorso musicale tracciato dall'avvocato piemontese l’umore va su e giù. I confini tra un'emozione e l'altra si confondono, si perdono nella zona grigia tra le note e i testi. La malinconia struggente di brani come Fandango, storia di un amore angoscioso e perso, e la tenerezza verso l'uomo di provincia di Snob, hanno come contraltare i ritmi esotici e briosi di Si sposa l'Africa e Maracas, che alleggeriscono molto i toni malinconici dell’album. Viene da chiedersi quale sia il motivo per cui Conte si spinga a trovare questi accostamenti che mettono a dura prova l’elasticità emotiva dei suoi ascoltatori, roba che se hai avuto una brutta giornata e la tua autostima è scesa sotto i livelli di guardia, è meglio lasciar stare e scegliere un altro disco. Oppure puntare a quelle tracce che sono squarci di sole in grado di tagliare anche la solitudine cui induce la nebbia dell’inverno piemontese.
Conte dipinge personaggi pittoreschi che hanno radici storiche nel secolo scorso, come gli emigranti (italiani?) che partivano verso le Americhe protagonisti di Argentina. E sembra di essere proprio lì, seduti sul molo davanti ad “un mare enorme americano” in un pomeriggio dalle “luci gialle”, accompagnati dalla voce calda dell'autore astigiano. La formula per combinare emozioni e colori contrastanti, li fa comunicare tra loro e per tutto il disco si percorrono sentieri emotivi altalenanti e commoventi, che quasi alla fine del disco ci si sente storditi, in balia delle emozioni.
Diciamolo, Snob ha il sapore definitivo di una grande carriera musicale, la voce di Conte il gusto di un vino invecchiato, delicato e pregevole. Cinquanta minuti di musica che vale la pena godersi.
Il cantautore piemontese suonerà al teatro Alfieri di Torino il 30 novembre, sarà la penultima del suo lungo tour europeo del 2015. L'unica cosa un po' snob di tutto il suo album sono i prezzi dei biglietti, a partire dai 57 euro e 50.