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Carlo d’Inghilterra: ecoprincipe?

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federica campoli

Cibo biologico & manifestazioni ecologiche. Il futuro re inglese è un paladino dell’ambiente. Che “spende” 3.425 tonnellate di Co2 all’anno.

In un’intervista alla BBC nel 2005, il Principe Carlo d’Inghilterra parlò del riscaldamento globale come «la più grande sfida per l’umanità» e, nel febbraio 2007, durante un tour negli Emirati Arabi,  affermoò che i McDonalds dovrebbero essere banditi. Il primogenito della Regina, infatti, sostiene molte associazioni ambientaliste, è autore di The Elements of Organic Gardening (Gli elementi del giardinaggio organico, 2007) e ha addirittura creato un suo marchio di prodotti biologici , Duchy Originals, che produce biscotti, marmellate, e utensili per il giardinaggio.

Un dolcetto di re

Dal momento in cui si è trasferito nella residenza di Highgrove, nel Gloucestershire, dopo il suo matrimonio nel 1981, il principe ha coltivato molto più che i giardini. Nelle sue dichiarazioni pubbliche, che si tratti di politica o di design, si presenta come un misto tra l’amante radicale della natura e un conservatore in materia culturale. Insomma, il Reale che odia l’architettura moderna e parla alle piante.

L’impegno del Principe Carlo nelle problematiche del pianeta è certamente un modo lodevole di sfruttare la sua “nobile” nascita. Ma il marchio di “principe verde” che gli viene attribuito non sempre è ben meritato.

Predicare bene e razzolare male

Le acrobazie del Principe Carlo durante i suoi viaggi in aereo (privato), vacanze intorno al mondo, e le tre residenze, sono possibili grazie a un dispendio di 3.425 tonnellate di Co2, solo nel 2006/07. E bisogna considerare che la media dell’Inghilterra è stata di 11,8 tonnellate.

Quando ha ricevuto il premio Global Environmental Citizen award (riservato a coloro che si distinguono nella protezione dell’ambiente) ha prenotato 62 posti – per uno staff di venti persone – per fare una “gita” di 11.000 chilometri a New York. La famiglia reale si giustifica dicendo che il buon Carlo paga da solo il suo dispendio di carbonio. Ma i livelli raggiunti, circa 70.000 euro all’anno, escono dalle tasche dei contribuenti britannici.

Da un punto di vista culinario, la politica del principe a favore dell’organico “made in England” è lodevole sotto ogni punto di vista. Questo settore, in Inghilterra, occupa solo l’1,6% del mercato alimentare, mentre in Austria arriva al 6%, in Danimarca al 4.5% e in Germania al 3%.

I suoi difensori potrebbero obiettare che gli impegni “reali” chiedono di condurre una vita particolarmente dispendiosa in termini di carbonio. Ma, in questo caso, il suo esempio non è così “esemplare”.

Perché, se 3.425 tonnellate di emissioni di carbonio rappresentano il meglio che un ambientalista modello può fare, che speranze ci restano?

Translated from Dine like Prince Charles