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Brexit in pillole: chi sostiene cosa?

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Federica Arcibuono

PoliticaBrexit - Si viene e si va?

Siamo ormai a metà strada nella campagna per il referendum sulla posizione del Regno Unito all'interno dell'UE. Quali sono le posizioni prese dai personaggi pubblici in questa storia? Chi vuole l'unità e chi prega per la Brexit? Piccolo vademecum su chi sostiene cosa, in vista dello storico voto di giugno.

David Cameron

Il Primo Ministro Tory è dalla parte di chi vuole mantenere il Regno Unito in un'Unione Europea riformata. Il suo patto di rinegoziazione UE include un "freno d'emergenza" per congelare i benefici sul lavoro per i cittadini dell'UE sull'isola fino a sette anni. Il tutto chiarendo esplicitamente che il Regno Unito non è impegnato per un'ulteriore integrazione politica nell'Unione Europea. Cameron ha inoltre anche specificato che non ci sarà un secondo referendum, per cui questo sarà un voto definitivo, in un senso o nell'altro.

Boris Johnson

   La campagna elettorale dell'estroverso e conservatore sindaco di Londra è pro uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Egli sostiene che «i rischi della Brexit sono stati verosimilmente ingigantiti», e che «il Regno Unito avrà lo stesso un fantastico rapporto" con l'Europa». Utilizzando una retorica abbastanza fantasiosa, Johnson ha incoraggiato gli elettori a non farsi spaventare dagli "allucinati depressi" pro-UE, affermando di volere un trattato di libero scambio come quello che l'UE ha creato con il Canada

Jeremy Corbyn

 Il leader del Partito Laburista si è scoperto improbabile compagno di vedute del Primo Ministro, supportando l'adesione del Regno Unito all'Unione Europea. Non è una posizione invidiabile la sua, dato che si trova anche a dover combattere la mancanza di fiducia del partito nella sua leadership. Durante un recente discorso, Corbyn è stato ancora in grado di mettere in guardia i sostenitori laburisti su un possibile governo conservatore post Brexit «molto probabilmente capeggiato da Boris Johnson, con il supporto di Nigel Farage», che risulterebbe inevitabilmente in un «falò di diritti...che porterebbe a negoziare il peggiore dei mondi possibili: un mercato libero veramente per chiunque, senza diritti o protezioni.»

Nicola Sturgeon

 La leader del Partito Nazionale Scozzese supporta la campagna del "Rimanere", pur sostenendo che l'accordo di Cameron sia stato "una baracconata". Avendo annunciato il rinnovato intento del PNS di persuadere gli elettori che l'indipendenza della Scozia dal Regno Unito è la soluzione, potrebbe sperare in uno scenario Brexit in cui la Scozia voti per rimanere nell'UE. Suggerendo, tra le altre cose, che se l'uscita dovesse essere l'opzione preferita alle urne questo porterebbe ad un secondo referendum per l'indipendenza scozzese.

Nigel Farage

Nigel Farage è stato abbastanza in silenzio ultimamente, da quando la sua campagna "Grassroots out" (La gente fuori, n.d.r.) ha perso contro quella sostenuta da Johnson "Vote leave" (Vota l'uscita, n.d.r.) per quale dovesse essere la campagna ufficiale pro-Brexit. Come leader dell'UKIP (Partito per l'Indipendenza del Regno Unito, n.d.r.) anche le idee di Farage sono chiare. In un recente dibattito, egli ha definito l'Unione Europea un "progetto politico fallimentare". Ed è stato proprio il suo partito, notoriamente euroscettico, ad aver aiutato a far emergere la questione dell'immigrazione che ha infine condotto al tanto noto referendum.

La Regina

  La Regina Elisabetta II è stata confermata a marzo come politicamente neutrale circa il Referendum UE, dopo un articolo apparso sulla prima pagina del The Sun il quale affermava che la sovrana supportasse la Brexit. L'articolo era basato sui ricordi delle fonti di una conversazione tra l'allora Vice Primo Ministro Nick Clegg e Sua Maestà nel 2011. Buckingham Palace ha affermato che non avrebbe commentato "false affermazioni", e Nick Clegg ha definito su Twitter l'articolo come "senza senso".

Mark Carney

    Il Governatore della Banca d'Inghilterra ha detto che «nel breve periodo la transizione potrebbe portare alcune sfide alla stabilità finanziaria» e «qualche attività potrebbe scomparire dalla City, se il paese voterà per lasciare l'UE. Io direi che un numero di istituzioni si sta preparando per questa possibilità (la Brexit, n.d.r.)» ha affermato, «Come anche le istituzioni straniere che hanno i loro quartieri generali europei qui (nel Regno Unito, n.d.r.). Quindi ci sarebbe un certo impatto, senza dubbio».

Barack Obama

Non appena arrivato a Londra, il presidente USA Barack Obama ha incoraggiato la Gran Bretagna a "valutare" il suo rapporto con l'UE attraverso una lettera al Telegraph. Egli si presenta come "un amico" della Gran Bretagna, affermando che gli Stati Uniti considerano il risultato del referendum come «di grande interesse». Con fare da statista consumato, egli ha inoltre sottolineato che «le nazioni che eserciteranno la propria influenza nella maniera più efficace sono quelle che lo faranno attraverso l'azione collettiva che le sfide richiedono al giorno d'oggi».

Le Istituzioni Britanniche

Scrivendo sul Daily Telegraph, comandanti dell'esercito attuali e passati hanno sostenuto che «l'Europa oggi sta affrontando una serie di gravi sfide alla sicurezza. La Gran Bretagna dovrà vedere se tali sfide sono all'interno o all'esterno dell'UE. Ma dentro l'UE siamo più forti».

Più di 200 importanti imprenditori hanno firmato una lettera aperta indirizzata al Times, in cui affermano che «lasciare l'UE sarebbe deleterio per gli investimenti, minaccerebbe posti di lavoro e metterebbe a rischio l'economia».

Anche scienziati tra cui Stephen Hawking hanno contattato il giornale, sostenendo che i fondi dell'Unione Europea hanno risollevato la scienza del Regno Unito. «Se il Regno Unito esce dall'UE e ci sarà una perdita di libertà di movimento degli scienziati tra il Regno Unito e il continente, sarà un disastro per la scienza e le università del Regno Unito».

Ed infine... Emma Thomson, Sir Michael Caine & Eddie Izzard

 Sir Michael Caine ha avvertito gli inglesi di stare alla larga dai "servi civili senza faccia"dell'Unione Europea, mentre Eddie Izzard – l'autodichiaratosi "Europeo Inglese" il cui nuovo show, unico nel suo genere, è in Inglese, Francese e Tedesco – mostra i suoi colori pro UE abbracciando giovani comici europei.

L'attrice del film Harry Potter Emma Thomson ha invece descritto in maniera irriverente la Gran Bretagna come una «vecchia isola grigia piena di miseria come una torta» chiusa in un «minuscolo angolo di una specie di Europa», dopo aver affermato esasperata che «dovremmo abbattere i confini, non farne sorgere di nuovi». Assicurando, in altre parole, che voterà senza dubbio per rimanere in Europa.

Translated from The Brexit story so far: Who said what to whom?