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ALLA RICERCA DELLA FELICITA' PERDUTA

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SECOND HOME

Translation by:

Piera Fiammenghi

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Fotografie di: Diana Pacelli

C'è un posto al centro di Berlino dove si incontrano persone provenienti da tutto il mondo. Sono i Gastarbeiter, lavoratori stranieri alla ricerca di una felicità perduta. Li abbiamo incontrati. Ecco cosa ci hanno detto.

Questo posto non è un'attrazione turistica, ma un ufficio. Un call center, per la precisione.

La capitale tedesca, che negli ultimi anni è diventata una delle mete più affascinanti al mondo per i giovani tra i venti e i trent'anni, è un crocevia di lingue e culture. Ecco che senza accorgercene un call center diviene metafora e espressione della popolazione e dei continui mutamenti della città. Alcuni vanno, altri vengono o, a volte, decidono di rimanere; alcune persone dalle origini più disparate sono venute a Berlino per cambiare vita, per fuggire dalla crisi o solo per lasciarsi tutto alle spalle; a volte fanno solo una sosta per riprendere fiato e rimettersi in cammino verso una meta ignota, altre volte decidono che è questa la città più giusta dove seminare desideri e coltivare speranze. 

In un contesto globale dove la mobilità è in continua crescita e dove si è alla ricerca della realizzazione personale, per questa generazione il concetto di "casa" non ha confini netti ma è un luogo che si sceglie sulla base delle decisioni che si prendono in corso d'opera. "Casa" è il luogo dove si può vivere in linea con le proprie aspettative senza paura di rimanerne delusi.

Lo scopo del progetto è di dare voce a questa moderna categoria di emigranti che solitamente hanno una formazione di rispetto e le cui aspettative di vita non vanno di pari passo con quanto ha da offrire la loro patria di origine. E' questa condizione di insoddisfazione che spinge la generazione in erba ad abbandonare la loro casa e cercare fortuna altrove, a Berlino. Affrontando da soli le difficoltà, con un desiderio sempre in tasca. 

Per seguire in presa diretta gli sviluppi del progetto => http://pacellidiana.wix.com/maf-berlin

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Alena

"Non penso di ritornare a casa. Considero la Germania la mia seconda patria o, ad essere sinceri, la terza visto che sono nata in Tajikistan. Qui ho trovato nuovi amici, un lavoro, un posto dove vivere. Pian piano mi sono abituata alla cultura e alla mentalità di questo Paese. Mi sento perfettamente integrata. Certo, alcune cose non sono ancora riuscita a farle mie ma mi sforzo di capirle."

Dario

"Berlino attualmente è l'unica città europea che ti permette di vivere nel vero senso della parola. 

Nel bene o nel male sono finito in Germania. Da un punto di vista economico, sociale e culturale, questa nazione offre le migliori aspettative di vita; d'altro canto, ha un clima aspro e una cultura molto diversa da quella che caratterizza il sud dell'Europa o i paesi di stirpe latina, più in genere."

Eliana

"Probabilmente se non mi fossi trasferita qui non avrei mai messo su un bar tutto mio. Forse avrei lasciato Milano per cercare una città più vivibile e avrei trovato un lavoro che mi avrebbe permesso di arrivare a fine mese come fanno gran parte delle famiglie italiane.”

Felix

"Qui in Germania mi sento viva, una donna. Posso dire di no, se voglio.

Mi sento libera di fare tutto ciò che voglio, posso raccontare ai miei amici ciò che mi passa per la mente, posso andare in un ristorante ed ordinare ciò che mi piace: questo è ciò che chiedevo alla vita. Ad Hong Kong, dove vivevo, avevo l'impressione di essere un topo in gabbia, privato della sua libertà."

Gustavo

"Sono una persona che prende sul serio tutto ciò che fa e che mi viene chiesto di fare, mi ingegno per trovare un impiego che mi soddisfi appieno e punto molto sulla qualità. Per me è importante fare le cose nel modo migliore possibile."

Martina

"Ad oggi, non ho ancora trovato il posto ideale dove piantare le radici e vivere per sempre o per lo meno non ho ancora sentito questa esigenza... Potrei non fare la scelta giusta, ma non so se ciò che voglio è stare nello stesso posto per lungo tempo, perché sono curiosa di scoprire il  mondo, imparare cose nuove."

"Da quando ho iniziato a viaggiare, ho scoperto che non mi focalizzo su qualcosa in particolare ma semplicemente prendo il meglio da ciò che mi circonda. Lo faccio senza quasi rendermene conto. "

Maxi

"Mi trovo in un paese straniero e lontano da casa, imparo cose nuove ogni giorno, conosco nuove persone, faccio di ogni difficoltà un'occasione e della vita un divertimento."

"Non ho idea di ciò che accadrà in futuro, ma la situazione che stiamo attraversando in Europa non mi lascia altra scelta che prenderla come viene e divertirmi senza pensare al domani."

Noemi

"Potrei fare una lista dei posti più belli da visitare; è così difficile spiegare ciò che amo in particolare di questa città. Semplicemente mi sento come fossi a casa. 

Ricordo una notte, sarà stato maggio 2011 o giù di lì...stavo pedalando lungo Bernauer Straße alle 4 del mattino, con la mia bicicletta malandata. Stavo tornando a casa dopo essere stata ad una festa. Non mi ero divertita granché. Le strade erano deserte tranne me e due ragazzi che stavano facendo skateboard in questa strada buia dove anch'io mi trovavo. 

Non è successo nulla di che ma nonostante questo mi sentivo così felice e spensierata, così leggera e piena di vita ed in armonia con me stessa e con questa città fantastica. Non c'è una logica precisa a tutto questo; è una sorpresa continua anche per me."

Ritva

Sembra che Berlino mostri il suo lato più genuino quando è intollerante. Ma essendo una grande città, a volte perde il controllo delle dinamiche che avvengono al suo interno. Qua, sei uno fra tanti e puoi crearti il tuo ambiente e fare ciò che vuoi.

Non ti senti mai giudicata: molte persone sono flessibili e capiscono chi fa scelte di vita diverse, forse perché anche loro hanno fatto lo stesso in passato."

Samira

"E' vero che le persone non si sentono mai reamente appagate. Nonostante questo, per quanto mi riguarda Berlino è stata la scelta migliore che abbia mai fatto almeno negli ultimi 3 anni. Personalmente, ho appreso più qui in un anno che in 4 anni trascorsi a Norway."

pacelli.diana@gmail.com

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Translated from Macht Arbeit frei?