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«114 morti al giorno». L'Ue contro gli incidenti stradali

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I Ministri dei Trasporti europei a Verona dal 3 al 4 Novembre.

Sono quasi 43.000 le vittime di incidenti stradali in Europa, cioè 114 persone al giorno. E solo durante lo scorso anno. L’equivalente, cioè, del doppio delle vittime degli attentati della metro di Londra del 7 luglio 2005, ripetuto ogni giorno dell’anno. 5.842 sono i morti nella sola Germania. E quasi 2 milioni il numero di chi è rimasto ferito in tutta Europa. Il peso economico di questo dramma si stima intorno ai 200 miliardi di euro, quasi il 2% del Pil dell’Unione Europea.

Sono questi i dati che risultano da Care, banca dati curata dalla Commissione Europea. Tale eccesso di numeri, tabelle comparative e percentuali però, invece di renderci più coscienti, forse ci fa solo perdere di vista il problema reale. Per il momento, infatti, solo le aggressive campagne di comunicazione delle autorità nazionali per la sicurezza stradale e le nuove leggi sulle patenti a punti – ormai in corso di diffusione in tutta Europa – hanno dato risultati positivi.

«Vendesi punti a 1000 euro». Traffico illegale sui forum spagnoli

Alcuni paesi, come la Spagna, sembrano aver imboccato la strada giusta. La nuova patente a punti spagnola sta dando infatti risultati abbastanza incoraggianti. È entrata in vigore in luglio e anche se non esistono ancora statistiche ufficiali, sembra che il numero di vittime si stia riducendo del 20-30%.

Ma le irregolarità continuano. L’ultima novità in Spagna è la “vendita di punti”. È facile trovare, in vari forum su Internet, annunci da parte di tanti “bravi cittadini” disposti a fare affari. Per 1000 euro si può comprare un punto e continuare a fare il pirata della strada. Transazioni illecite come queste sono possibili perché molto spesso le sanzioni sono attribuite per mezzo di fotografie e autovelox, e identificano il veicolo ma non il suo autista.

La Gran Bretagna è stata la prima a introdurre la patente a punti. La Francia lo ha fatto nel 1992, riducendo del 5,6% durante il primo anno il numero di morti sulle strade. In Italia il provvedimento è entrato in vigore il 1° luglio 2003 e il calo è stato del 3,2% il primo anno e del 7,3% il secondo. Anche la Repubblica Ceca ha optato per un sistema simile, ma con risultati peggiori. I traguardi migliori sono stati raggiunti in Francia, Belgio e Lussemburgo, dove il numero di morti si è ridotto di circa il 30% negli ultimi quattro anni. In pratica, in Francia muoiono 2.500 persone in meno rispetto al 2002.

Ue troppo lenta. In 5 anni solo una direttiva sugli specchietti retrovisori

Se i cittadini europei guidano troppo velocemente (tra le cause principali di incidenti), l’Unione Europea va troppo a rilento, cosa altrettanto pericolosa. Nel 2001 la Commissione Europea, con l’aiuto del Parlamento, ha deciso di intraprendere una lotta contro gli incidenti stradali e ha pubblicato nel suo Libro bianco sulla politica dei trasporti l’ambizioso obiettivo di ridurre della metà il numero delle vittime su strada. Nel 2003 ha poi presentato il Piano d’azione di sicurezza stradale. Sono passati cinque anni, e ad oggi solo due direttive sono state proposte, senza peraltro essere state approvate. La prima stabilisce l’obbligo per i camion di adottare nuovi specchietti retrovisori di migliore qualità. L’altra è rivolta alle società che amministrano e gestiscono le infrastrutture, e introduce procedure per la valutazione di incidenti, revisioni e ispezioni in strade e autostrade; queste indicazioni però si applicheranno solo alle amministrazioni che fanno parte delle Reti Transeuropee di trasporto.

Altre misure in corso di perfezionamento sono la Carta di sicurezza viaria europea – una bella dichiarazione di intenti senza nessun tipo di potere vincolante – e la Patente Europea, di cui si sta discutendo da ormai tre anni. Con quest’ultima si vorrebbe dar vita a una rete per lo scambio di dati sulle patenti in Europa, in modo da evitare che chi viene sanzionato possa ottenere una nuova licenza in un altro Stato membro. La direttiva sarà approvata prima della fine dell’anno e introdurrà un nuovo modello unico di patente per tutta l’Unione, la cui validità potrà raggiungere i 15 anni.

Anche se resta ancora molto da fare da parte delle istituzioni europee e dei governi, non è a loro che si può dare tutta la colpa. Comportamenti irresponsabili come guida in stato di ebbrezza o mancato utilizzo della cintura di sicurezza sono tra le principali cause di morte sulla strada. L’Europa non può guidarci anche in auto.

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