ZEMOS98: spazi culturali per un discorso propositivo
Published on
Translation by:
Gaia ProitiDal 9 al 12 aprile si è celebrata a Siviglia la sedicesima edizione del Festival Zemos98, un’iniziativa incentrata sulla ricerca e sulla promozione di spazi di creazione intesi come motore dell’innovazione sociale avente come base la cultura.
Con il titolo Remapping Europe, per questa occasione l’incontro si è focalizzato sulla necessità di ripensare, ridisegnare e ridefinire il significato di Europa attraverso una serie di conferenze, proiezioni, concerti e performance con lo scopo principale di rimettere in discussione l’immaginario costruitosi attorno la migrazione. Un'impresa difficile.
In prossimità delle prossime elezioni europee in cui si prevede che l’astensione e l’avanzamento dell’estrema destra facciano da protagoniste, “bisogna restare consapevoli, anche dopo le elezioni, affinché lo spazio riservato al dialogo non sia rivolto a questo messaggio negativo”, ha dichiarato questo martedì Katherine Watson, Direttrice della Fondazione Culturale Europea, durante la conferenza stampa di presentazione di Zemos98. La fondazione da lei diretta mantiene progetti di collaborazione con varie organizzazioni culturali europee, tra cui proprio Zemos98, per far sì che progetti innovativi, artistici e culturali, siano presi in considerazione e contribuiscano alla costruzione di un’ Europa più democratica e coesa.
Uno dei progetti cui Zemos98 ha partecipato è proprio il libro presentato al Festival: Remixing Europe. Migrants, Media, Representarion, Imagery. Nella prefazione, Vivian Paulissen della Fondazione Culturale Europea sottolinea che “questa pubblicazione, sia nella forma che nel contenuto, propone un approccio poco convenzionale per decostruire ed esaminare alcuni degli immaginari predominanti sugli immigrati in Europa, in particolare in Spagna, Regno Unito, Turchia e Polonia”. Allo stesso modo si è espressa per l’opera €urovisions incaricata di aprire il Festival. Con tecniche proprie del cinema dal vivo e del lungometraggio (multi-schermo, musica in diretta, azionismo audiovisivo, sampling e performance cut-ups), i suoi creatori offrono un audiovisivo corale in cui ci si chiede se l’Europa faccia ancora sognare.
“Su un quotidiano nazionale appaiono visi di persone che vogliono trovare il loro sogno in Europa. Non sappiamo i loro nomi, le loro storie personali o le loro terre di origine, né conosciamo il loro sogno”. “Perché i mezzi di comunicazione non si preoccupano di raccontare i sogni delle persone? Per quali ragioni si abbandona la propria terra natale? Quali diritti si violano negli spazi in cui le frontiere diventano più visibili? Siamo capaci, dopo aver superato le difficoltà, di costruire spazi aperti che fanno sognare?” - queste le domande dei creatori. Sono iniziative come queste che cercano di dar voce alle nuove generazioni europee che necessitano di maggior visibilità. “Certo, si stanno avanzando le opinioni”- assicura Watson, solo che “i loro problemi e le loro preoccupazioni sono considerati a livello europeo”.
Su questa scia, si inserisce Radical Democracy un concorso per video indetto dalla Doc Next Network, in cui, oltre a Zemos98 e alla Fondazione Culturale Europea, è coinvolta anche la Open Society Iniciative for Europe. Con ciò si pretende che le “persone capiscano che i loro problemi, seppur locali, si stanno affrontando a livello europeo e con il voto possono influire”, ha sostenuto martedì a Seviglia la Direttrice della Fondazione.
E se alla fine, così come previsto dalle statistiche, la disillusione, l’astensione e l’avanzamento dell’estrema destra dovessero farsi strada in Parlamento? “Se così fosse, accanto a una percentuale di anti-europei ne esisterebbe un’altra che non lo è. Dobbiamo rivendicare attivamente queste rappresentazioni prima che i media e il grande pubblico seguano il discorso, disfattista, del fallimento”.
Translated from Zemos98: espacios culturales para el discurso positivo