Vogliono seppellire la Costituzione!
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Adriano FaranoI dirigenti dell’Unione sono stati incapaci di trovare un accordo. E adesso minacciano l'intero progetto europeo. Intervento dell’eurodeputato francese Olivier Duhamel.
L’arresto di Saddam ci ha distratti. Ma non ha cambiato un bel niente alla triste verità: il progetto di Costituzione europea non è stato adottato. Certo, si tratta di un fallimento relativo: meglio non decidere che pervenire a un compromesso insoddisfacente (Nizza docet) o, peggio, produrre un insabbiamento definitivo del processo costituzionale. Ma sempre di fallimento si tratta. Visto che il 95% del testo era oramai accettato da tutti e che un accordo in extremis era ancora possibile.
Ma chi è il colpevole?
In primis il governo polacco. Che, ancor prima di entrare nell’Ue, è già causa di blocco. Viene poi quello spagnolo, con un Aznar più nazionalista che europeo, più washingtoniano che brussellese: bloccare tutto non lo disturba minimante. Quei due volevano conservare l’assurdo privilegio concessogli a Nizza: pesare quasi quanto la Germania nel Consiglio. Come punto di partenza era pure comprensibile. Ma ostinarsi fino alla fine è stato davvero inammissibile.
Responsabile è stato anche il presidente del Consiglio europeo in esercizio, Berlusconi. Sua Eminenza non è stato all’altezza della sua ostentata sufficienza. Alla vigilia del vertice annuncia, spavaldo, di avere la soluzione in tasca. Nel corso del summit esige di concludere a tempo per poter assistere a una partita di calcio. Durante il pranzo cruciale se ne esce con “parliamo di donne e calcio”. Una volta archiviata la vicenda nel modo che conosciamo, poi, si mostra smagliante, riesce a non ridere quando dichiara che tutti si sono congratulati con lui, liquida i cronisti dicendo che lui ne capisce di gestione di risorse umane (eccome!) e aggiunge che ha ringraziato tutti “chiamandoli per nome”.
Prodi evita queste volgarità senza però essere più incisivo. Dopo aver tanto criticato, fino allo spasimo, il progetto di Costituzione, era in una posizione delicata per poterlo difendere con credibilità. E lo ha fatto, del resto, solo una volta chiuso il summit.
Anche Chirac non può scampare ai suoi tanti errori. I primi, a Nizza, sono stati fonte di tanti mali. I più recenti, invece, hanno dominato tutto il suo 2003: dai nuovi membri invitati a “tacere”, al Patto di Stabilità calpestato senza tante smancerie. Gli ultimi, a Bruxelles, dove ha dato a tutti l’impressione che non si dovesse cambiare nulla e sospendere tutto. Grazie a questo comportamento adesso fa la figura dell’europeista intransigente – très chic!, bien sûr – per poi rinviare alle calende greche la scomoda decisione sulla tenuta o meno di un referendum in Francia sulla Costituzione. Viene poi la ciliegina sulla torta: dopo il fallimento del vertice, non contento, lancia un appello per la costituzione di un gruppo pioniere. Ce n’è abbastanza per metterci contro la maggior parte degli altri paesi e di che sfigurare l’Europa, se ciò dovesse realizzarsi come da lui voluto.
Via d’uscita
E’ solo sotto pressione che i nostri governanti si interessano all’Europa. Quella dei media, dei cittadini, degli eventi, dell’agenda politica. Molti di loro si limiterebbero a seppellire la Costituzione tutt’al più con qualche lacrimuccia di coccodrillo. Grazie a Dio, però, è comunque da quel testo che si ripartirà. Si tratta di una bozza dotata di dei difensori che, proprio adesso, non devono lasciare la presa. Ufficialmente tutti i governi, primi tra tutti quelli di Belgio, Germania e, a priori, i governi francese, italiano, danese, ungherese, cèco, olandese e, in un certo qual modo, lo stesso Blair. Non basta: il Parlamento Europeo vuole la Costituzione. Giscard, Amato, Dehaene e tutti i membri della Convenzione, così come i parlamentari nazionali, continueranno a difenderla strenuamente. E, dulcis in fundo, innumerevoli associazioni, cittadini europei…
Se lasciati a loro stessi i governi rischiano di ammosciarsi. Sotto pressione saranno costretti a piegarsi.
Translated from Portrait des pères fossoyeurs