Vlaams Belang: estrema destra, estrema solitudine
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Silvia GodanoPoco prima delle elezioni europee, lo spettro degli estremismi di destra aleggia sul continente. Il Vlaams Belang, in Belgio, sta lavorando a un'alleanza anti-europea con il Front National francese. Ecco, un reportage sul volto dell'estrema destra .
In un grigio giorno d'aprile, su un palcoscenico nei pressi di Bruxelles, c'è un bardo con il naso paonazzo. Il suo sguardo non riesce a concentrarsi sulle circa tre dozzine di sostenitori del partito indipendentista di estrema destra Vlaams Belang. Con i fianchi ondeggianti e un sorriso appagato, propone ai fiamminghi della musica Folk. La manifestazione per la campagna elettorale si tiene ad Halle nelle Fiandre, la parte fiamminga del Belgio, meno di mezz'ora di auto da Bruxelles. La città, tuttavia, sembra essere molto lontana dalla capitale. Per le strade di Bruxelles si parlano tutte le lingue immaginabili, mentre qui nel cuore fiammingo si preferisce la lingua locale.
Un paio di uomini rasati ballano la polacca
Durante la manifestazione, i più piccoli sono attratti dai gonfiabili, mentre gli adulti sono in coda al chiosco delle birre. Soltanto i discorsi dei politici vengono accolti con miseri applausi. Quelli che sono venuti spontaneamente, sembrano piuttosto catturati dall'atmosfera Folk e preferiscono ascoltare i cantanti. Per quanto riguarda il partito, dopo gli scontri di qualche settimana fa a Bruxelles tra i radicali di destra e gli Anti-Fifa, tutto sembra essere tornato tranquillo: ad Halle non si vedono né gli Anti-Fifa né auto della polizia. Quando un paio di uomini rasati iniziano a ballare la polacca sulle note di "Anita", m'incammino sulla via del ritorno, verso Bruxelles.
In passato, il Vlaams Belang è stato votato da un quarto degli abitanti delle Fiandre. Oggi il partito fatica a conquistare l'attenzione del pubblico. E pensare che le sue idee separatiste sono maggioritarie nella regione. Qui, sono molti quelli che pensano che i fiamminghi finiscano sempre per pagare anche per conto dei valloni francofoni e che senza quest'ultimi le cose andrebbero meglio. Oltretutto, l'Unione Europea viene percepita come un pericolo che potrebbe insinuarsi in maniera troppo pervasiva nelle loro vite. Se queste sono le posizioni del Vlaams Belang, quasi nessuno sembra ormai disposto ad accordare loro il proprio voto. La Nieuw-Vlaamse Alliantie (N-VA - Nuova Alleanza Fiamminga) è un partito conservatore che si è fatto promotore di molte delle sfide dell'estrema destra e, per questo, da qualche anno rende la vita piuttosto difficile al Vlaams Belang. Così, da quando la lotta per l'autonomia fiamminga non è più la sua caratteristica esclusiva, il partito cerca di presentarsi soprattutto come una formazione anti-immigrazione. La colpa di quasi tutti i malfunzionamenti della nazione ricade dunque sugli stranieri, soprattutto i musulmani.
confini chiusi, più polizia ed espulsioni
Philip Claeys mi guida attraverso gli ingarbugliati corrodoi del Parlamento Europeo. Quando ci troviamo in prossimità del suo ufficio, inizia improvvisamente a parlare sottovoce, come se non volesse disturbare i suoi colleghi. Il rappresentante del Vlaams Belang in Parlamento non ha un gruppo parlamentare, quindi non gode degli stessi diritti di quei parlamentari che, al contrario, appartengono a un gruppo. Per le imminenti elezioni europee, il partito ha già preso accordi, con l'intento di dar vita a un gruppo comune, con la francese Marine Le Pen, con l'olandese Geert Wilders, con l'austriaco Heinz-Christian Strache e con i Democratici Svedesi. E Claeys, del resto, ne parla con estrema tranquillità, come se chiunque avesse amici del genere.
Il deputato descrive sé stesso come "politically uncorrect", mentre ci spiega gli obiettivi del suo partito. Tutti, a suo dire, sarebbero "ipersensibili" quando si parla di immigrazione, ma il Vlams Belang sarebbe l'unica forza capace di dire chiaramente come stanno le cose. Parla anche delle "no go areas" nella città di Bruxelles, dei ghetti e della Sharia. Claeys e il suo partito infatti sembrano fare politica nella misura in cui sono in grado di innescare la paura. E le loro proposte sono semplici e suonano così: confini chiusi, più polizia e più espulsion, persino tra quelli che hanno uno status riconosciuto di asilanti. Quando ci salutiamo, in corridoio, Claeys torna a parlare a bassa voce.
L'EUROPA come allora, quando c'era Hitler
Il quartier generale del Vlaams Belang a Bruxelles si estende su più piani. Accanto alle scrivanie in legno chiaro, sono accatastate pile di poster e bandiere giallo-nere. Gerolf Annemans, il presidente del partito, assomiglia un po' all'attore Bill Murray. La sua voce richiama invece al piacevole brontolio di un contrabbasso. Chi ha messo tutte queste bandiere nel suo ufficio? Non se lo ricorda, peraltro confessa di non esserne "per nulla un appassionato". Ha allacciato al suo cellulare una vecchia cornetta telefonica, cosìcche le sue telefonate sono avvolte un'aura di importanza e di ufficialità nel suo gigantesco ufficio.
Annemans è da 27 anni membro del Parlamento belga, quell'assemblea che dal suo punto di vista non dovrebbe neppure esistere. L'idea é semplice, il Belgio dovrebbe essere soppresso. Perché allora siede in un Parlamento che non dovrebbe neppure esistere? Il deputato fa le spallucce. Il Parlamento non é altro che un palcoscenico dal quale affermare che esso stesso è inutile.
Quanto è estrema questa destra? Tavolo di discussione sulla nuova destra
volentieri nel ruolo delle vittime
L'Europa non sarebbe nient'altro che un gigantesco meccanismo di transfer da nord a sud, afferma indignato Annemans. La stessa cosa accadrebbe in Belgio: le Fiandre, nel nord, dovrebbero pagare per i Valloni del sud. L'Europa ai tempi di Hitler, Adriano o Napoleone sarebbe stata una creazione artificiale, come l'odierna Unione. Lo dice così, "per suscitare delle riflessioni“. Una cruda lezione di storia che a prima vista non si addice a un uomo pieno di charme come lui.
Eppure, proprio qui si nasconde la chiave per comprendere questo partito, che non definirebbe mai sé stesso come estremista. Nella prima fila, uomini eleganti come Annemans e Claeys, si presentano come le voci di quegli indignati Flamingants, che vogliono separarsi dai valloni. Se sfoggiano una retorica anti-immigrazione che punta il dito contro a quella parte approfittatrice dell'Europa e contro i valloni, non disdegnano d'interpretare il ruolo di difensori delle vittime del sistema, in modo da giustificare i toni isterici contro "l'immigrazione selvaggia“.
Il giornalista Tom Cochez ha scritto un libro sul Vlaams Belang e mi racconta che i membri del partito canterebbero volentieri "vecchie canzoni tedesche". Altri, invece, indosserebbero simboli nazisti sotto i loro abiti. Non ci si dovrebbe lasciar trarre in inganno dalla presentazione in pubblico, a tratti civile, dell'elite del partito. È vero, il Vlaams Belang ha perso momentaneamente il suo peso nel panorama dei partiti fiamminghi, ma le sue parole d'ordine, potrebbero essere riproposte da forze moderate. Non sarà dunque il risultato delle prossime elezioni a mostrare il ruolo e il peso dell'estrema destra nel paese.
Questo reportage dedicato alla città di Bruxelles è stato realizzato nell'ambito del progetto «EUtopia – Time to Vote», finanziato dalla fondazione Hippocrène, la commissione europea, il ministero degli esteri francese e la fondazione EVENS.
Translated from Vlaams Belang: Extrem rechts, extrem allein