Vivere a Budapest, istruzioni per l'uso
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Eleonora LatSono quasi tre anni che gravito intorno all’Ungheria: come giornalista corrispondente vi trascorro diversi mesi all’anno. Sono stato assente dal Paese negli ultimi sei mesi, e ho seguito i recenti sviluppi dell’Ungheria a distanza, su internet e attraverso le informazioni, a volte distorte, dei media occidentali. Oggi vi faccio sapere quello che è (veramente) cambiato.
Un breve riassunto dei fatti. Il primo gennaio del 2012 è entrata in vigore la nuova Costituzione ungherese, accompagnata da una serie di norme. La Commissione Europea, dopo aver ricevuto il testo, ordina all’Ungheria di rivedere la sua legge sulla Banca Centrale, sulla riforma dell'età pensionabile per i giudici e sull'indipendenza dell'Autorità per la privacy. Tre riforme giudicate da Bruxelles come nocive per la libertà dei cittadini. Da allora, Orbán è rimasto impassibile. Se i sondaggi mostrano che la sua popolarità è in declino, il primo ministro ungherese può ancora contare su un grande sostegno da parte della popolazione, come dimostrato da una manifestazione organizzata il 21 gennaio alla quale erano presenti circa 100 mila persone. Ed io? Beh, io ero presente ed eccomi qui a scrivere un manuale di istruzione sulla vita in Ungheria. Perchè nel giro di sei mesi il mondo è cambiato.
Non tornano i conti della spesa
L’uscita dall’aereo mi ricorda la dura realtà dell’Europa centrale in inverno: fa freddo e la notte cala presto. Ah, e l’aeroporto di Budapest da marzo si chiama Liszt Ferenc e non più Ferihevy. L’arrivo al centro della città è ancora più doloroso: la spesa al supermercato è una vera mazzata. A una prima occhiata noto un aumento tra il 10 e il 20% sui miei prodotti preferiti. La colpa è dell’Iva salita dal 25 al 27% il primo gennaio, dell’inflazione crescente che colpisce il paese (+4% rispetto all’anno scorso) e del prezzo del carburante (420 Forint/1,40 euro per un litro senza piombo). Il tutto dà uno strano senso di “passaggio all’euro” rimanendo però con il Forint, moneta svalutata, oscillante tra 290 e 310 Ft per 1 € (a giugno erano 270 Ft). Questo è il risultato di un debito colossale e di una politica economica giudicata inattendibile dalle agenzie di raiting. E gli ungheresi in tutto questo? Alcuni – coloro i quali guadagnano meno di 200 mila Ft – hanno visto il loro salario (che è di circa 450 € e tra i più bassi d’Europa) ridotto di circa il 10%. Semplice.
Un avviso a coloro che cercano di affogare i loro problemi nell’alcol: la palinka (la grappa ungherese) è più cara. Birra e fröccs (vino diluito con gassosa) rimangono ancora accessibili. Non è più così per le sigarette. E questo succede nel momento giusto visto che dal nuovo anno è vietato fumare nei pub. Comunque, durante il periodo di “tolleranza” si fuma ancora come delle ciminiere.
Vietato scendere a "Piazza Mosca"
Come d’abitudine vado a prendere la mia linea di tram preferita, la 6, che collega Pest a Buda e passa per i grandi viali, e scopro che non c’è più modo di salire senza biglietto. La multa è aumentata da 6.000 a 16.000 Ft (di molto superiore a quella della metropolitana parigina). E sembra che i controlli siano molto più frequenti. Probabilmente è un modo per la Bkv, l’azienda che gestisce il trasporto di Budapest, di risanare le proprie casse dato che la società è sull’orlo della bancarotta (ha già fatto gli occhietti dolci al municipio e chiede l’aiuto dello Stato per andare avanti). Compro il mio biglietto, che miracolosamente è rimasto ancora a 320 Ft, una cifra esorbitante per qualsiasi ungherese. Un’altra sorpresa: dopo la fermata Rákóczi, viene annunciata la fermata Harminckettesek, nome sconosciuto a tutti. La fermata successiva, Üllői út, è stata sostituita con Corvin negyed. E’ stato dato un nuovo nome anche alla fermata Moszkva tér (piazza Mosca). Dietro a tutto questo c’è una politica iniziata nell’aprile del 2011 dal nuovo sindaco conservatore di Budapest, Istvan Tarlos, il cui obiettivo è chiaramente quello di sbarazzarsi di nomi dalla connotazione troppo comunista.
Dove sono finiti i senzatetto?
Tornando a Blaha Lujza, mi accorgo che la mensa pubblica che si teneva lì è sparita e che i vagabondi hanno tolto la pavimentazione. Va anche detto che la spada di Damocle incombe sulla testa di chi viene sorpreso a dormire nei luoghi pubblici (una multa da 450 €, che in alcuni casi può portare al carcere).
Al momento di organizzarmi per la serata, scopro con stupore che i miei posti preferiti stanno per chiudere o meglio, stanno cambiando in oggetti asettici. L’eccellente e alternativo teatro Trafó sarà oggetto di una revisione completa della sua gestione dal primo luglio, per quanto riguarda Gödör, luogo emblematico della gioventù di Budapest, la squadra che si occupava della sua gestione è stata invitata a fare le valigie per far posto all’organizzazione di festival quali Volt e Balaton Sound. Per non parlare del teatro Új Színház…
Se è chiaro che l’ambiente culturale ha subito degli attacchi (che erano già iniziati l’anno scorso) e che il clientelismo non è nuovo in Ungheria, nessuno si fascia la testa per la fine dell’underground ungherese. Spero che la creatività di questo popolo e il loro buon senso democratico continuino a garantire lo splendore della loro capitale e del loro paese. Da parte mia, faccio come tutti gli altri fanno qui, sopravvivo.
Foto di copertina: (cc) dandooo/flickr; testo: (cc) DavidBlackwell/flickr, (cc) macskapocs/flickr; video: euronewsfr/youtube
Translated from La Hongrie, Orban, la Constitution et moi et moi et moi