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Vive l'écologie! I nuovi movimenti politici verdi della Francia

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Creati dopo mesi di dibattito interno e partenze fallite, i due nuovi movimenti - Écologistes! e l'Unione dei Democratici e degli Ecologisti (UDE) - vogliono orientare di nuovo l'ecologia politica e la corte degli elettori francesi. Saranno in grado di conquistare i cuori dei Le Pays des Lumières?

"Non è facile riconciliare il popolo francese con un ecologia politica che troppo spesso è percepita come settaria, dissenziente, limitante e prescrittiva...E' il momento di mantenere la promessa per una ecologia positiva, costruttiva e che parli a tutti", è il nucleo dei principi fondanti della Écologistes!, il nuovo partito creato da François de Rugy e Jean-Vincent Placé.

L'intero quadro non è così roseo. Dopo il fiasco della candidatura di Eva Joly alle elezioni presidenziali (dove ha guadagnato solo il 2,31%) e disgrazie simili alle elezioni locali, il cardiogramma dell' Europe Ecologie Les Verts (EELV) si è appiattito. Il partito sopravvive grazie alla sua libera coalizione ideologica con il Partito Socialista, che si sforza anche di indebolire; una rappresentazione che apre gli occhi alla lealtà politica. Come siamo arrivati a questo punto?

E' difficile trovare una risposta alla domanda. In Francia, le questioni ambientali sembrano generare scarso interesse tra il pubblico. Questo viene mostrato in misura diversa da vari studi, ma l'ambiente è regolarmente posizionato dietro la disoccupazione, l'istruzione, o anche dietro le imposte, secondo un sondaggio IFOP svolto Giugno scorso per Atlantico.

L'ambiente appare nella parte inferiore della lista delle preoccupazioni della gente: "L'ambiente non ha mai avuto un ruolo in primo piano...", commenta Daniel Boy dal CEVIPOF (il Dipartimento di ricerca politica di Science Po), "Le persone non hanno la sensazione che l'ambienta incida sulla loro vita in modo concreto o problematico, particolarmente nella loro vita materiale e quotidiana."

L'ecologia è percepita come una variabile di regolazione, ed è oggetto di un voto "fatto per piacere" quando gli stakes non sembrano essere molto elevati. L'ottimo risultato dell' EELV alle elezioni europee del 2009 (16%), possono sostenere quanto detto.

Qual è il modo migliore di esistere politicamente per l'ecologia, allora? Scegliendone un lato. Antoine Waechter, dal movimento indipendente Ecologist, non sopravvisse dopo aver rifiutato di sottoscrivere il bipolarismo destra-sinistra. Non è sufficiente parlare solo della estinzione della biodiversità, o del gas effetto serra, per ottenere una presenza mediatica e delle alleanze. E' necessario esprimere la propria opinione su tutte le materie; in altre parole, bisogna avere una visione globale. L'EELV ha scelto di aderire al dibattito di solo alcune tematiche: le questioni riguardanti i migranti, il reddito di base e le disuguaglianze sociali, sono state incluse nei loro manifesti elettorali locali.

Ma l'EELV di Cécile Duflot, non è riuscito a rendersi gradevole; non riuscì a sedurre gli elettori del Fronte Sinistro, i socialisti, e ad alienare i (possibili) simpatizzanti di destra. Oggi, François de Rugy e Jean-Vincent Placé propongono una nuova visione per l'ecologia: "rendiamo redditizie le transizioni energetiche e le tecnologiche al fine di creare posti di lavoro sostenibili...facciamo una scommessa sulla capacità di prendere l'iniziativa, sull'innovazione e la creatività." Loro sostenere un'ecologia che "agiscono all'interno delle istituzioni esistenti."

È una scommessa rischiosa. Secondo il loro recente sondaggio, l'83% dei francesi vogliono che l'ecologia politica lasci il radicalismo e contesti al fine di prendere parte a responsabilità più immediate. Ma l'immagine di Écologistes! potrebbe sfocarsi rapidamente, come è accaduto ad altri nuovi movimenti politici francesi. Il nuovo marchio rimane ancora in vendita.

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Cet article a été rédigé par la rédaction de La Parisienne de cafébabel. Toute appellation d'origine contrôlée.

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