Una tesi su Second Life
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manuela moncadaBaby losers, i ventenni? Spesso denigrata, la 'generazione degli anni Ottanta' cela molteplici talenti. Come Felix. Ecco il suo racconto da Berlino.
Felix ha 28 anni. Quindi non è nato nel 1984, ma la nostra conversazione mattutina in un caffé di Friedrichshain a Berlino, mi ha fatto pensare proprio al romanzo di Orwell. In ogni caso, la mia visione di Second Life è cambiata radicalmente dopo aver ascoltato il punto di vista di questo appassionato di media sulla nuova generazione Internet.
Felix, anche se ufficialmente ancora studente, lavora a tempo pieno per la Universal. La sua missione? Stabilire nuovi concetti di marketing per fare del Web 2.0 un'alternativa ai tradizionali supporti media. In poche parole, utilizzare le nuove possibilità offerte da Internet come supporto pubblicitario per gli artisti impegnati con la Universal. Un esempio? Organizzare un concerto del pianista Lang Lang dentro Second Life. Del resto questo celebre artista è stato uno dei primi a comparire in questo virtuale gioco rivoluzionario.
Quando reale e virtuale si incontrano
In realtà, per Felix, Second Life non è affatto un gioco. «È un vero e proprio media, una piattaforma di comunicazione sulla quale si possono seguire dei corsi, telefonare, fare acquisti.» Felix ha le idee chiare. Sono già diversi anni che si affaccia su questo fenomeno, di cui ha fatto l’oggetto della sua tesi di laurea. Tuttavia, a causa del suo lavoro, fa molta fatica a stabilire una data per finire i suoi studi di scienze dei media e della politica.
La questione che ha deciso di sollevare è semplice: a che punto le strutture del mondo reale (rapporti tra i sessi, utilizzazione dello spazio) si ritrovano nel mondo virtuale? Felix comincia a spiegami a grandi linee cosa ha rilevato dalla sua indagine. Nonostante sia in apparenza molto posato e riflessivo, sento che il ragazzo è un vulcano di curiosità.
Bionde prosperose
«Quando crea il proprio personaggio, la maggior parte della gente sceglie di seguire i criteri di bellezza del mondo reale. Così la maggioranza delle donne si attribuisce capelli biondi e seno abbondate. Ma altri preferiscono cercare di delineare un’immagine fedele di sé stessi.» Altri, invece, decidono addirittura di cambiare sesso. In questo caso, gli uomini accentuano ciò che pensano sia rappresentativo della femminilità e viceversa. I cliché sulle differenze uomo/donna qui emergono in maniera eclatante.
Ai numerosi giornalisti che hanno sperimentato una volta Second Life e si sono infastiditi per ciò che hanno visto, Felix risponde con un mezzo sorriso. Per lui è solo un atteggiamento per criticare la società attuale. Se la maggior parte delle ragazze ha esattamente lo stesso look o ancora se vi si trova della pedofilia, è unicamente perché ci troviamo davanti a uno specchio della realtà. E nella vita, si è sempre portati a giocare uno o più ruoli. «È come se gli uomini guardassero la terra dall'alto e si spaventassero per ciò che vedono.»
Generation 80 (Blog-Illustration: © Eva John/ Romy Straßenburg)
Warcraft come da Mc Donald's
Fare la parte dell'analista, come uno scienziato che osserva delle particelle attraverso il suo microscopio, è una vera passione per Felix. Con il celebre gioco di ruolo virtuale Warcraft, Felix si diverte molto di più a guardare gli altri giocare che partecipare in prima persona. Era non molto diverso dall’estate in cui ha lavorato da Mc Donald’s: tutti i giorni, mentre vendeva hamburgers, era lo spettatore affascinato di un'incredibile lavoro d'organizzazione.
Per il suo lavoro presso la Universal, Felix si è dovuto iscrivere a una cinquantina di piattaforme di reti sociali come Facebook o Xing. Questo lo fa sorridere. Quello che per molti è un hobby per lui è un argomento sociologico molto serio, oltre che l'oggetto del suo lavoro.
Di colpo, Felix è immerso nella generazione Internet, ma con un piede fuori per poterla guardare meglio. Questa generazione, lui la definisce come «un mix di entusiasmo e di perdita di riferimenti». Delle possibilità infinite che ci sono offerte ma che talvolta ci rendono completamente apatici.
Poiché ne conosce troppo bene i limiti, Felix sa prendere le giuste distanze. Così, ha scelto di vivere senza cellulare. «Non voglio essere raggiungibile in qualsiasi momento».
Oggi, Felix sogna di finire la sua tesi e di avere più tempo da dedicare agli amici. Perché anche se sembra paradossale, malgrado Facebook e Second Life, ha l’impressione di aver perso il contatto.
Ancora più ritratti su gen80.eu, un blog concepito come un calendario dell'avvento virtuale, dinamico, partecipativo e necessariamente franco-tedesco, per scoprire ogni giorno il ritratto di un membro della generazione 80. Per un mese, Eva John et Romy Strassenburg, due giovani giornaliste di 24 anni, scambiano i loro appartamenti e le loro città per scrivere le avventure, le paure, i dubbi, i sogni che i giovani della loro età hanno voluto loro raccontare. Un progetto sostenuto dall'Ufficio franco-tedesco della gioventù (Ofaj).
Translated from Génération 80 : Un petit goût de '1984'