Una generazione senza errore 404
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Piera FiammenghiHo 24 anni e credo di aver fatto indigestione di tecnologia. La mia vita assomiglia a un gigantesco circuito stampato. Ho chiesto a mia nonna come si viveva quando non esistevano tablet né smartphone. Dialogo tra generazioni.
Alla mia età, mia nonna Viviane era studentessa di medicina a Marsiglia. Fidanzata da 4 anni con mio nonno, era già madre di un bambino, mio zio, di appena un anno. Tutti e tre vivevano in un appartamento spazioso con i genitori e gli zii. Oggi, a distanza di 60 anni, vive ancora nello stesso appartamento.
cafébabel : Nonna, cosa ricordi della tua adolescenza?
Viviane A. : Ho dei ricordi magnifici. Andavo d'accordo con i miei genitori; non navigavamo nell'oro, al contrario, ma non mi mancava nulla. Non avevamo problemi; ho avuto un'adolescenza tranquilla.
cafébabel : Cosa facevi nel week-end, dopo la scuola?
Viviane A. : Uscivo spesso a fare passeggiate. Come tutte le ragazze della mia età, mi fermavo a guardare le vetrine dei negozi. Camminavo lungo la Corniche (viale di Marsiglia che costeggia il mare, ndr) e facevo il bagno. Uscivo con le mie amiche, ci incontravamo per parlare del più e del meno. Le stesse cose che si fanno anche oggi, penso. A parte questo, leggevo molti romanzi e libri classici: ogni settimana, andavo in biblioteca a prenderne almeno cinque o sei. Trascorrevo anche molto tempo in famiglia.
cafébabel : Cosa facevate in casa?
Viviane A. : Parlavamo molto, forse più di oggi. Raccontavamo cosa avevamo fatto, cosa avevamo visto, con chi eravamo usciti, le lezioni che avevamo seguito. A volte c'erano delle cose che non avevo capito e chiedevo a mio padre di spiegarmele, dato che era medico. Avevamo molti compiti da fare per l'università. Quando avevamo tempo e voglia, giocavamo a domino o a carte. Lavoravamo a maglia e cucivamo. Oggi quasi nessuno si dedica più al cucito; si compra tutto già fatto e poi si butta via. Un tempo, si faceva un modello e si andava alla ricerca del tessuto. Sapevo cucire a mano e a macchina. Non amavo particolarmente il ricamo ma mi piaceva sferruzzare! Lavorare a maglia mi permetteva di parlare con mia madre o con mio padre mentre faceva le parole crociate. Ascoltavamo spesso in radio le trasmissioni piuttosto che la musica. Tra le altre attività, suonavo anche il pianoforte, ma alla musica non ho dedicato molto tempo della mia vita.
cafébabel : Come facevi per incontrarti con i tuoi amici senza internet, né telefono?
Viviane A. : Ci vedevamo all'università, ci davamo appuntamento e passeggiavamo per la Canebière (viale che si affaccia sul Porto Vecchio di Marsiglia, ndr). Ricordo il giorno in cui tuo nonno venne a cercarmi a casa. Ero uscita e lui aveva chiesto a mio padre dove poteva trovarmi. "Oh, non è difficile. Andate alla Canebière e la troverete da qualche parte" gli aveva risposto mio padre. Questa è una cosa che si è persa oggi.
cafébabel : Oggi anche tu utilizzi un cellulare, un computer e una televisione. Cosa ne pensi della tecnologia?
Viviane A. : E' molto interessante. Mi piace. Se non sai cos'è, non ne senti la mancanza. Ora che li utilizzo, soprattutto alla mia età, trovo che sia utile e comodo averli. D'altronde, quando avevo la tua età o forse qualcosa in più, non avevamo la televisione; il giovedì, ci riunivamo tutti a casa di una cugina per guardarla.
Cafébabel : Che pensi dei giovani d'oggi che hanno sempre il cellulare in mano e le cuffie nelle orecchie?
Viviane A. : Penso che sia esagerato. Conosco alcuni nonni che si lamentano del fatto che i loro nipoti si addormentino davanti al computer e siano costretti ad alzarsi in piena notte per spegnerlo. E' come la televisione, non bisogna abusarne. Evidentemente non abbiamo più bisogno di leggere e questo è un vero peccato. Ai miei tempi non leggevamo romanzi straordinari; c'erano i classici ma anche degli ottimi romanzi. Avevamo un'ampia varietà di libri e quando mi capitano sotto mano, penso "Beh… quello che vediamo oggi in tv, non è di certo peggiore!".
cafébabel : Se potessi tornare indietro, in quale epoca vorresti essere vissuta?
Viviane A. : Sono molto contenta dell'epoca in cui sono cresciuta e di ciò che ho visto. E' vero che mi piacerebbe essere più giovane per vedere cosa ci riserverà il futuro, ma solo per curiosità. Ho vissuto la guerra da bambina ma stavo bene, circondata da una famiglia unita e felice. In fin dei conti, forse, è questa la cosa più importante.
Translated from Dialogue avec ma grand-mère : une jeunesse sans erreur 404