Un premio alla discriminazione linguistica
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Cari amici
segnaliamo un curioso caso degno di un'interrogazione al Parlamento europeo. Si tratta del premio Cultural Policy Research 2009 (CPR). Il Premio CPR è aperto a candidati da tutta Europa in grado di parlare e scrivere in inglese. Giovani accademici, ricercatori e responsabili delle politiche possono partecipare al premio di 10.000 euro.
I candidati devono essere in possesso di un master in scienze sociali, arte e scienze umanistiche, o ricerca in politica pubblica, e non devono avere oltre 35 anni al momento della domanda.
Il premio è messo in palio dalla Rete europea dei centri di formazione di gestione culturale, che è finanziata dal Parlamento europeo grazie alla linea di bilancio che prevede "sostegno alle organizzazioni che promuovono la cultura europea". Non si capisce quindi perché il premio debba essere rivolto solo a quelli che scrivono in inglese.
È da notare che fra le maggiori lingue di cultura europee, la lingua italiana è decisamente la più discriminata fra le discriminate. Infatti, i candidati devono presentare il proprio CV allegando le proprie pubblicazioni solo in inglese, francese, tedesco e spagnolo. L'italiano non è una lingua di cultura, insomma.
Il Parlamento europeo dovrebbe rivedere la propria politica di finanziamento a questa Rete, per evidenti ragioni. Non si vede perché i contribuenti europei dovrebbero finanziare un ente che "promuove la cultura europea" solo in inglese, discriminando tutte le altre lingue.