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UMANO - Plage Romantique di Emanuel Gat

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F. Nessuno

Firenze

Chi l'ha visto non è sicuro di quello che ha visto. Di cosa stiamo parlando? Uno spettacolo di danza, ovviamente! Domenica 25 ottobre, il Teatro delle Pergola di Firenze ha ospitato, nella rassegna di danza contemporanea UMANO , lo spettacolo Plage romantique, del coreografo franco-israeliano Emanuel Gat

All'uscita del teatro, tra una sigaretta e un saluto, la gente parla non troppo ad alta voce scambiandosi opinioni non troppo chiare; a qualcuno è piaciuto moltissimo, ad altri no. C'è chi proprio non l'ha capito. Il lavoro viene presentato come uno studio coreografico legato al suono: 

“cosa accade quando lo spazio tra la vista e l’udito viene dilatato? Questo spazio può essere coreografato? Come potrebbe la sonorità fornirci informazioni su reti, sistemi, strutture sociali e comportamento individuale?”

La performance

In scena ci sono nove ballerini. Il tutto inizia con la presentazione di uno di loro che, facendosi avanti sul proscenio, con un microfono assicura il pubblico che non si tratta di uno spettacolo romantico (come suggerirebbe il titolo) e invita tutti a rilassarsi e a goderselo. E parte la musica, che viene suonata e mixata in diretta: la voce del chitarrista, che suona ad intervalli dilatati nel tempo, spiega che sulla spiaggia c'è una ragazza che piange grosse lacrime et voilà, l'intera trama è svelata: non c'è altra storia. L'esecuzione vera e propria della coreografia avviene subito dopo, su dei suoni composti dagli stessi danzatori; il tutto è un incastro continuo di figure e quadri in cui c'è poco spazio di respiro per gli occhi degli spettatori.

Durante l'esecuzione, i 9 ballerini si chiamano per nome, un suono che, registrato, viene riproposto durante la performance: ad ogni nome corrisponde un preciso movimento di tutto l'ensemble. Altre volte invece viene riproposto il riff del chitarrista e lo spazio risulta quindi amplificato da una struttura sonora che non si lascia armonizzare: tutto questo per arrivare al momento finale in cui, a coppie di uomini e donne, i danzatori si ritrovano a muoversi attirandosi e respingendosi in maniera ripetitiva, seguendo suoni anch'essi ripetitivi dall'inizio dell'andata in scena.

L'originalità di Plage romantique

Uno dei motivi per cui il pubblico non è riuscito ad entrare pienamente nel lavoro è stato il fatto che il suono sia stato trattato da veicolo: non è stata la trama a guidare il pubblico. Questo particolare scarto ha destabilizzato parecchio chi guardava, non essendo una modalità di fruizione a cui siamo abituati, e soprattutto non è un luogo, il Teatro della Pergola, che normalmente accoglie questo genere di rappresentazioni (che piuttosto ci si aspetterebbe di trovare in un qualche teatrino povero e di periferia).

Non so dire se sia stato uno spettacolo avanguardistico o confusionario, per quanto io l'abbia apprezzato e per quanto i ballerini siano stati impeccabili, credo fermamente che lo sbigottimento che ha creato sia linfa vitale per il pubblico italiano che, adagiato sulla poltrona, crede di trovarsi al cinema anche quando presenzia ad uno spettacolo dal vivo. Come se sulla scena quello che accade esistesse a prescindere da loro, quando invece è proprio tutto il contrario.

Laricerca artistica è un qualcosa che nel nostro Paese (a differenza di altri) non trova spazio né per esistere né per mostrarsi, se non in queste rarissime occasioni in cui, se da una parte rappresentano una possibilità per artisti e spettatori, dall'altra c'è il rischio di essere giudicati più per la distanza dalla tradizione che per l'aderenza alla contemporaneità. Quindi, inevitabilmente, giudizi troppo superficiali e senza alcun spessore.

Fortunatamente qualcuno l'azzardo lo corre ancora. Per il resto, de Gustibus.

Qui trovare il sito web del coreografo:

http://www.emanuelgatdance.com/plage-romantique/

Qui il canale youtube:

https://www.youtube.com/watch?v=W85mCdY9aVo

coreografia, luci e colonna sonora: Emanuel Gat

colonna sonora in collaborazione: Frédéric Duru e François Przybylski

interpreti: Hervé Chaussard, Aurore Di Bianco, Pansun Kim, Michael Lohr, Geneviève Osborne, François Przybylski, Rindra Rasoaveloson, Milena Twiehaus, Sara Wilhelmsson

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