Ucraina: amare la Russia, scegliere l'Ue
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Piera FiammenghiLa testimonianza sorprendente di un corrispondente in diretta da Kiev. Da sempre sostenitore della Russia, mostra apertamente il suo sostegno ai manifestanti pro-Ue riuniti a piazza dell'Indipendenza, il cuore della capitale ucraina. Quando la difesa dei valori e della libertà di un popolo supera ogni colore politico.
Amo San Pietroburgo, il Caucaso, la vodka, le belle donne e l'atmosfera slava. Mi piace il carattere forte che il popolo russo tira fuori quando vuole riprendersi la sua libertà. Amo lo spettacolo delle foreste della Siberia sommerse dalla neve. Vi dirò di più; ho un sogno nel cassetto: attraversare la Russia a bordo della Transiberiana.
Ma essere un sostenitore convinto della Russia non significa chiudere gli occhi davanti alle scelte di questo Paese, rappresentate al meglio dai commenti pubblicati sul sito dell'agenzia di informazione RIA Novosti. Alcuni valori sono intoccabili e non possono diventare una moneta di scambio tra politici.
UN DIRITTO INALIENABILE
Detto questo, pensiamo a quanto sta accadendo in Ucraina. Certo, questo Paese potrebbe trarre molti benefici se si alleasse con la Russia; se non altro, da un punto di vista economico. Per di più, non possiamo dimenticare i legami culturali, storici e linguistici che uniscono i due popoli. L’Ucraina, per la sua posizione geografica, rappresenta uno stato cuscinetto tra le truppe della NATO e quelle della Russia. Essa garantisce quindi la sicurezza mondiale frenando le lotte per la corsa al potere tra due "giganti" della geopolitica.
Confesso di essere "di sinistra", ma prima di tutto sono a favore dell'autodeterminazione dei popoli e della loro libertà. Ne sono convinto a tal punto che anche se l'Ucraina decidesse di diventare un avamposto del colosso americano, non mi opporrei. È un suo diritto inalienabile. Nessuno può negare al suo popolo questa libertà, né Mosca né le forze speciali del "governo" ucraino.
Non riconoscergli questo diritto, solo perché mossi da un amore incondizionato per la Russia, non servirebbe a nulla. Per loro natura, gli ucraini non subiscono soprusi standosene zitti. Al contrario. Quello che abbiamo visto a piazza dell’Indipendenza, quando oltre 200 mila manifestanti europeisti sono scesi in strada per far sentire la propria voce, dovrebbe farci riflettere. Obbligare queste persone a vivere al confine con una nazione che rispettano, ma di cui non tollerano più l’influenza, porterebbe a nuovi scontri. E nessuno desidera altra violenza.
"SIAMO DIVERSI. TUTTO QUA"
Alcuni ucraini provenienti da Lviv, una grande città dell'ovest del Paese, mi hanno detto di non avere nulla contro il grande vicino. "Siamo diversi, tutto qua. Non camminiamo nella stessa direzione", afferma uno di loro mentre si gusta un piatto di salsicce cucinate nella vodka. Poi continua: "Siamo i primi a voler mantenere dei buoni rapporti con la Russia, ma l'esperienza ci ha insegnato a non abbassare mai la guardia, altrimenti rischiamo di rimanere schiacciati". La storia, purtroppo e benché controversa, mostra che la paura di queste persone è giustificata.
La devozione del popolo ucraino, così come il suo amore per la libertà e per la patria mi hanno toccato. A piazza dell'Indipendenza ho visto un manifestante intonare l'inno nazionale e altre 10.000 persone unirsi a lui in coro, con la mano sul petto e gli occhi lucidi per la commozione. Come si può restare indifferenti davanti all'incedere stentoreo di donne fiaccate dall'età che trovano ancora la forza per sventolare la bandiera nazionale nonostante il freddo polare? Come si può restare ciechi davanti al coraggio dei giovani pronti a farsi sopraffare dalla polizia, pur di difendere il sogno di libertà del loro Paese?
Per tutte queste ragioni, io dico "si" alla rivoluzione ucraina.
Questo articolo è stato ripreso dal blog personale dell'autore.
Translated from Ukraine : pourquoi je soutiens la révolution