tra Felipe VI e la III Repubblica
Published on
Translation by:
Francesca TremolizzoDopo l'abdicazione di Juan Carlos I, re di Spagna, in milioni sono scesi nelle piazze di tutto il Paese per chiedere un referendum che confermi la monarchia parlamentare o istituisca la III Repubblica spagnola. La Spagna sarà repubblicana?
Alla notizia dell'abdicazione di Juan Carlos I, dopo 39 anni di carica, molti collettivi e forze della sinistra hanno lanciato un appello affinché la popolazione spagnola scendesse per strada e rivendicasse un referendum per scegliere il modello di stato per il proprio Paese: continuare ad essere una monarchia o convertirsi in una repubblica?
La verità è che la maggioranza della popolazione spagnola, che si aggira intorno al 70%, non ha mai votato per esprimere o meno il suo consenso al re. Don Juan Carlos assunse la carica di capo dello Stato nel 1975 ma, solo dopo, nel 1978, venne ratificata dalla Costituzione spagnola. In ogni caso, nessun cittadino spagnolo, oggi di età inferiore a 54 anni, ha votato la Magna Carta. In Spagna, il tema della Corona apre ricorrenti dibattiti, non tanto tra monarchia e repubblica, quanto tra repubblica e juancarlismo: molti appoggiano Juan Carlos ma non il sistema monarchico e, ancor meno, la successione del figlio, il principe Felipe. Gli scandali che negli ultimi tempi hanno coinvolto il monarca (cadute di stile, amanti, caccia all'elefante), sommati a quelli che hanno visto protagonisti i membri della famiglia reale (sua figlia, la Infanta Cristina, e suo genero, Iñaki Urdangarín, indagati per il Caso Nóos), non hanno fatto altro che infangare la sua credibilità e ridurre il consenso popolare, che resta pur sempre forte.
Il regno di spagna deve convertirsi in una repubblica?
La decisione del re risale allo scorso 5 gennaio, giorno del suo 76esimo compleanno. Gli unici ad essere a conoscenza della sua abdicazione erano il Presidente del Governo, Mariano Rajoy, e il leader dell'opposizione, nonché segretario generale del PSOE, Alfredo Pérez Rubalcaba. Il segreto è stato mantenuto sino alle Europee in modo da non interferire con la campagna elettorale.
La stangata del PP e del PSOE (formazioni politiche sostenitrici del bipatitismo in Spagna), incassata alle elezioni del 25 maggio, sembra delineare il momento perfetto per il "cambio della guardia". I due partiti sono crollati alle Europee, perdendo in totale 5 milioni di voti ma mantenendo comunque l'80% dei seggi al Parlamento spagnolo. Il PP e il PSOE sono i baluardi dell'istituzione della monarchia in Spagna (i loro leader si sono prodigati nel difendere la figura del re e quella del principe) e, pertanto, vogliono che la successione del figlio Felipe sia una priorità e che il passaggio sia rapido, per evitare che la Spagna cada in una grave crisi istituzionale. Il loro affanno è comprensibile, temono il peggio alle prossime elezioni generali e un ritorno in auge dei partiti di sinistra, chiaramente antimonarchici.
La Izquierda Unida (IU), Podemos e la Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), che hanno accresciuto il loro peso politico alle votazioni del 25 maggio, sono i tre partiti che più si sono attivati dopo la notizia dell'abdicazione del re. Cayo Lara, coordinatore federale del IU, spiega che è giunto il momento di indire un referendum perché "il popolo scelga la monarchia o la repubblica" e allo stesso tempo afferma che "è inconcepibile che nel XXI secolo si continui a parlare di diritto di sangue". Il leader di Podemos, Pablo Iglesias, esige un referendum sulla monarchia e dichiara: "se il Governo crede che Felipe di Borbone ha il consenso della cittadinanza, che si vada alle urne". ERC ha invitato tutti i repubblicani della Catalogna a manifestare pacificamente nelle piazze. Persino dal Partido Nacionalista Vasco (PNV) e dalla Convergència i Unió (CIU), gruppi conservatori nazionalisti baschi e catalani, giungono segnali di appoggio al cambiamento.
Dare al popolo spagnolo l'opportunità di scegliere: questo è quello che giovani e meno giovani spagnoli chiedono nelle piazze. In tutta la Spagna e in molte capitali europee si sono svolte manifestazioni a favore della repubblica e del diritto del popolo spagnolo di scegliere il proprio modello di stato. Al grido di "I Borboni ai burroni", "Juan Carlos Primo di Franco è cugino" o il classico "La Spagna, all'alba, sarà repubblicana", milioni di persone si sono riversate nella madrilegna Puerta del Sol, così come in più di 60 città spagnole. Alcuni manifestanti hanno espresso le loro opinioni a CaféBabel.
Andrés, architetto di 29 anni, fa sapere: "Noi, spagnoli, dobbiamo poter decidere attraverso un voto popolare se vogliamo che il principe Felipe sia il nostro re", affermazione che sintetizza il pensiero generale della manifestazione che ha riempito Puerta del Sol a Madrid, nel cuore della capitale. Dal canto suo, Matilde, studentessa di 22 anni, conferma di essere lì perché vuole eleggere il capo dello Stato, nonostante si dichiari apertamente per Juan Carlos: "Io ero juancarlista per mia madre e perché credo che il re abbia fatto tanto per la democrazia in Spagna, però, adesso, tocca a noi decidere a chi affidare questo compito". Jaime, un altro manifestante, illustra un punto di vista diverso: "Nel XXI secolo, in un paese che si definisce democratico, ci si può ancora permettere di tramandare il potere di padre in figlio? Vogliamo la repubblica. Ora!". Antonio, ingegnere di 31 anni, puntualizza "io voterei Felipe come Presidente della III Repubblica spagnola, è da una vita che si prepara a governare, pero voglio il diritto di eleggerlo".
Ecco una delle grandi contraddizioni della società spagnola: alcuni vogliono la repubblica, altri la monarchia, però, soprattutto tra i più giovani, esiste una corrente che chiede di potersi pronunciare attraverso un referendum, anche se il futuro presidente della III Repubblica spagnola dovesse essere Felipe VI. In sostanza, quello che la maggioranza degli spagnoli vuole, ed è scesa in piazza per riverndicarlo, è il diritto di scegliere il modello di stato e di eleggere il presidente.
Translated from Entre Felipe VI y la III República