Tourismo: i Brussellesi sfidano il « Belgium-bashing »
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Roberta TrottaIl « Belgium-bashing » è diventato di moda dopo l'allerta 4 a Bruxelles di metà Novembre, e i media di tutto il mondo ne hanno ampiamente parlato. Mentre gli abitanti della capitale ritornano velocemente alla quotidianità, lo stesso non si può dire per i turisti che evitano ancora di visitare Bruxelles. Per fermare questa tendenza, bisogna lanciare una campagna per salvare l'immagine di Bruxelles.
Come riprendere la vita abituale dopo il trauma degli attentati? Domanda alquanto difficile da rispondere, soprattutto considerando che le ripercussioni si manifestano non solo a livello psicologico ma anche a livello economico. è noto che Parigi abbia subito delle ripercussioni finanziarie dagli attentati di Novembre e lo stesso si può dire per la capitale belga: tra gli attentati a Parigi e Bruxelles possono esserci dei collegamenti. Conseguenze dirette: qualche giorno dopo gli attentati a Parigi, nella capitale è stata dichiarata l'allerta massima. Le immagini di Bruxelles come città fantasma girano, ormai, in tutto il mondo.
Bruxelles deve pagare
Tutti abbiamo visto le immagini di numerosi soldati nella famosa piazza Grand-Place di Bruxelles, terrazze dei bar vuoti e tutte le strade blindate dai carri armati militatri. Bruxelles è diventata, agli occhi del mondo, una città pericolosa, che ha come epicentro il famoso comune Molenbeek, che per settimane è stata assediata dalla stampa internazionale.
Tuttavia Bruxelles, non è soltanto la capitale del Belgio e delle istituzioni europee, ma, ogni anno è anche meta preferita di milioni di turisti (3,4 milioni nell'anno 2014). E a questo punto, non si può negare che la città abbia sofferto per la sua nuova immagine, soprattutto agli occhi dei visitatori asiatici e americani. Prendiamo ad esempio una catena d'alberghi di lusso che sono stati aperti solo a Bruxelles e nel giro di pochi giorni sono state mandate mail per annullare le prenotazioni. Dalle lunghe mail di alcuni clienti si riflette la loro preoccupazione: " Volevo vistirare con la mia famiglia i mercatini di Natale di Bruxelles (...). Non avevo mai annullato un viaggio prima d'ora, ma non voglio mettere a rischio la vita della mia famiglia. Il mercato di Natale è, forse, l'obiettivo principale di questi fanatici", oppure " Le informazioni su Bruxelles sono ancora di massima allerta per tutta la settimana e il Ministero degli Esteri americano ha sconsigliato i suoi cittadini di visitare la capitale belga".
Il risultato non si è fatto attendere: nell'arco di due settimane, tra 23 Novembre e il 7 Dicembre, la start-up ha registrato una dozzina di cancellazioni. Le visite per il mese di Dicembre ammontavano al 30%, secondo alcune start-up, rispetto al 65% previste a Novembre .
Call me!
Con l'aiuto della popolazione locale si vuole fermare questo declino. I cittadini di Bruxelles, che provengono da paesi diversi, conoscono la città meglio di chiunque altro e possono mostrarla al monto intero. Ma in che modo?
In tre punti della città – nel Mont des Arts, nella piazza comunale di Molenbeek e nella piazza Flagey – sono state installate delle cabine telefoniche per permettere alle persone di tutto il mondo di chiamare Bruxelles. Così ogni passante può rispondere e descrivere la situazione nella capitale belga: questo è l'obiettivo dell'operazione #CallBrussels.
In soli cinque giorni sono state fatte 12.688 chiamate provenienti da 154 paesi. Ognuno può chiamare attraverso Internet e visualizzare le immagini in tempo reale grazie a telecamere piazzate lì intorno. Le immagini di questi video mostrano una buona intesa tra gli interlocutori e gli abitanti di Bruxelles e trasmette un messaggio di tranquillità ai turisti di tutto il mondo. Inoltre, il contesto della campagna (primi di gennaio) ha portato ad una grande attenzione mediatica e ha permesso di scoprire Bruxelles in un modo diverso.
Ci sono motivi sufficienti per sperare che grazie all'impegno e l'aiuto dei media diminuisca la paura nella città e che nei mesi successivi ritorneranno numerosi visitatori. Forse la campagna sarà ulteriormente intensificata.
Ripristinare l’immagine di Bruxelles : una sfida
Anche se altre capitali europee sono state attaccate (Londra, Copenhagen e Parigi) Bruxelles è la città deve pagare il prezzo per una politica di cooperazione europea inefficiente, perchè quì sono stati pianificati gli attacchi di Parigi. Le rivelazioni, da parte dei media, dell'identità dei terroristi responsabili e dei loro complici, dopo i progressi delle indagini di polizia, hanno danneggiato l'immagine di Bruxelles e delle istituzioni che ospita.
Tuttavia, la sfida di dover ripristinare l'immagine della città non è solo un problema per Bruxelles (nonostante le nuove relazioni negative e anche le dichiarazioni provenienti dall'altra parte dell'Atlantico fanno notizia). L'estate 2015 con la crisi dei rifugiati ha mostrato una Budapest come una città irrimediabilemente travolta e senza mezzi di accesso, considerato che gli eventi della vigilia di Capodanno mettono in discussione la sicurezza dei visitatori alla città di Colonia, dove il Carnevale si avvicina; o più recentemente l'arresto di un uomo armato in prossimità di Disneyland Paris mette a repentaglio la nuova stagione.
Il turismo è di grande importanza per l'economia ed offre numerosi posti di lavoro e nessuna città può negare l'impatto negativo che il terrorismo ha provocato, che dagli attentati di Parigi si è diffuso anche in Europa. Nota positiva: gli sforzi per migliorare l'immagina di Bruxelles terrà impegnati i responsabili del turismo e degli affari così come i dipendenti delle agenzie di comunicazione. Un motivo per gioire perchè ci permetteranno di scoprire nuovi lati di Bruxelles e di altre città europee.
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Questo articolo è stato redatto dalla redazione di cafébabel Bruxelles. Tutti i marchi d'origine sono controllati.
Translated from Tourisme à Bruxelles : faire face au « Belgium bashing »