Torino è quello che non ti aspetti…
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Editoriale di Eleonora Palermo
È una libreria aperta alle 10 di sera, a pochi metri dal Po - ma non era la città dormitorio di una fabbrica operaia questa? È una città che balla, qui suona l’elettronica più in voga del momento. È una città che un giovedì di febbraio 2006, aveva 520 cantieri aperti e il giorno dopo inaugurava un’olimpiade e tutto andava magicamente a posto. Torino è la patria di Eataly, di Slow Food, del Museo del Cinema e di quello Egizio, e questo, in fondo, ce lo si può aspettare, ma è anche la città italiana con più sale cinematografiche e con 139 associazioni culturali e sociali! Senza l’Italia, sostiene Umberto Eco, Torino sarebbe la stessa. Ma senza Torino, l’Italia no.
Facciamo che adesso vi raccontiamo l’Europa vista da qui?
Da torinese doc posso dire che, quello che non mi aspettavo, erano dei babeliani così. Francesca, che coglie le persone in uno scatto. I fratelli Oliva, uno che lavora presso le Nazioni Unite e l’altro, pendolare a Oslo. Daria, che insieme ai fratelli Oliva fa parte di Rena, la rete per l’eccellenza nazionale. I ragazzi del Master in Giornalismo. La “giapponese” Alessia, il “franco-arabofilo” Andrea. E ancora, un babelissimo come Filippo, re dei brunch e Daisy, guru dell’associazionismo cittadino. Tutte le volte che ci riuniamo, arriva qualcuno di nuovo, con una storia di viaggi e parole. Ci ho pensato tante volte, a un local team babeliano, e questo è il momento giusto. Perché tra pochi mesi, Torino sarà, anche, European Youth Capital...