Tommaso pedone: critica alla decadenza
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Incontro Tommaso Pedone un venerdì mattina, alla stazione Termini di Roma. A causa di uno sciopero che intasa la città più del normale, arrivo con un po’ di ritardo, che lui sembra tuttavia perdonare. Mi accoglie infatti con un sorriso gentile, in cui intravedo già la natura placida della sua arte, che riesce a trasmettere messaggi forti con semplicità e delicatezza.
Decidiamo di prendere un caffè in uno dei bar della stazione. Ne scegliamo uno al secondo piano. Da lì, la vista dei pini di Roma e del cielo terso incornicia le insegne al neon dei negozi e il via vai della gente. Alcuni sono appena arrivati, altri sono di passaggio, altri ancora corrono per prendere un treno. Anche Tommaso ne ha uno tra poco, sta andando a Milano. Ma non sembra aver fretta: i suoi gesti sono calmi, aspetta la fila alla cassa e mi porge il caffè. Lo sorseggia lentamente mentre mi racconta di sé e della sua arte.
Il neon tra design e cinema
Nato a Pesaro alla fine degli anni'70, è cresciuto in un ambiente che ha permesso al suo talento di formarsi, svilupparsi e crescere: la sua famiglia ha un'azienda di design in cui Tommaso lavora da sempre. "Nell'azienda di famiglia seguivo un po' tutto, il design moderno fa parte del mio background, e l'amore per il design è andato di pari passo con quello del cinema e dell'arte fin da piccolo", mi spiega. Così si diploma sia allo IED (Istituto Europeo di Design) di Milano che all'Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, e le sue produzioni sono sempre caratterizzate da questa duplice natura. Arreda interni e crea opere, produce video, poesie, oggetti e fotografie con lo stesso spirito artistico. Una delle forme di espressione del suo ampio repertorio, il neon, è un tipico esempio del connubio tra arte e design, con cui "si può fare una lampada ma anche un’installazione", si può giocare con le parole e parlare a chi guarda.
l'arte sottile di raccontare la crisi
L’opera Golden Age è una scritta al neon proiettata su un muro bianco, che cambia a seconda delle lettere che si illuminano. La parola "Age", con una "t" e una "r" in evidenza prima, e una "d" e una "y" poi, diventa "Tragedy". "Se nell'Italia degli anni '80 il boom economico faceva pensare a una vera e propria età dell'oro, in realtà era in quel periodo che iniziava la crisi economica e morale in cui ci troviamo oggi", mi dice. E, proprio come se ci fosse un piccolo interruttore elettrico, la Golden Age è diventata Golden Tragedy. La tragedia dell'uomo contemporaneo, che ha sostituito ai valori, alle passioni e alla sensibilità culturale, oggetti di scarsa qualità e largo consumo.
Gli oggetti che ama Tommaso sono invece quelli che lui stesso produce, con tecnica e passione, e con cui combatte la tendenza tutta contemporanea a circondarsi del superfluo. Le sue opere, i suoi giochi di parole vogliono ripulire la società dal commerciale da ciò che non è necessario per "tornare alla summa", alle cose semplici e all'essenziale. Mentre, fiducioso, mi parla del suo intento, continua a sorseggiare il caffè, e vedo in lui l’artista che interpreta la crisi con quella stessa calma. Nell'attesa di superarla, la denuncia con semplicità, e anche un pò di ironia. Come semplici e ironici sono i personaggi dei suoi video: barboni, mestieranti o giocatori d'azzardo.
Nel video Gratta e Vinci, il protagonista è insieme giocatore e tessera del Lotto. Dipinto d'argento, guarda se stesso e si gratta ripetutamente: la crisi economica, che lo porta a giocare d'azzardo, è ancora una volta la crisi interiore dell'uomo dei giorni nostri, che non può fuggire dal guardarsi dentro. E di grattarsi la pancia.
In altri video non mancano richiami all'arte surrealista. Ne Le Metamorfosi di Narciso, un uomo decisamente attraente ammira se stesso in un lago, ma accanto a lui c'è un senzatetto che non riesce a specchiarsi nel marmo su cui è disteso miseramente. Critica all'industria e alla povertà, e ispirato al celebre quadro di Salvador Dalì, il video è stato proiettato a marzo nell'esibizione Time is Love.6, in occasione del Peanut Underground Art Project di New York, dopo essere apparso sulle mura dei Palazzi di Teheran e di Milano nel corso di festival precedenti.
Messaggi del paesaggio urbano
La città è tra gli interlocutori preferiti di Tommaso, che la arreda come fosse un interno, e di essa si serve per lanciare messaggi ai cittadini. "La musica negli anni '70 lanciava messaggi", mi dice prendendo come esempio la musica dei Pink Floyd, "e l'arte oggi dovrebbe fare questo", continua, citando l'artista contemporaneo Maurizio Cattelan. Così, a novembre del 2012, la scritta "Bentornato Dopoguerra” è stata proiettata in vari luoghi della città di Roma, dal Muro Torto al Colosseo Quadrato dell'EUR. "Siamo nuovamente in un dopoguerra", e un po’ come negli anni '50 abbiamo bisogno di una ricostruzione. Su questo sono chiamati a riflettere i passanti, senza però essere spinti da un’aggressione visiva. Se abbastanza fortunati o attenti, faranno caso alla proiezione notturna, che maestosa ma silente illumina il marmo bianco di una delle pareti del colosseo dell'EUR, e attende placidamente il loro passaggio casuale. Tommaso li accoglierà proprio come accoglie un amico che arriva dopo ore di attesa, calmo e sorridente. Altrimenti, sempre molto calmo, li lascerà andare.