The interview, questo film s’ha da vedere
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«Film disonesto e reazionario»: Ecco come la Corea del Nord descrive The Interview, accusato di ridicolizzare il dittatore Kim Jong-un. Eppure il regalo di Natale è arrivato e la pellicola, protagonista di un'aspra polemica, è stata distribuita da alcune sale indipendenti.
Storia di una censura lampo.
Si chiamano "Guardiani della pace" e, in un mese, sono riusciti a far cancellare la prima del film The Interview. Dopo l’attacco hacker del 24 novembre contro la Sony Pictures, che ha violato 100 terabyte di dati (tra cui sceneggitaure inedite e versioni digitali di film non ancora usciti), il 16 dicembre gli hacker sono tornati all’assalto minacciando un nuovo 11 settembre. Perché? Per evitare l’uscita di un film dove, tra una gag e l’altra, si parla di una missione segreta per uccidere Kim Jong-Un.
Non stiamo parlando di un action movie, sia chiaro, ma di una commedia con protagonisti James Franco e Seth Rogen nei panni di un conduttore televisivo e del suo improbabile producer. Ecco la trama in poche parole: i due vengono invitati in Corea del Nord per intervistare il giovane dittatore, grande fan del programma presentato dal personaggio interpretato da James Franco. La CIA fiuta subito l’occasione e arruola i due per far fuori il leader nordcoreano.
In nome della libertà d'espressione
Secondo il dipartimento di sicurezza degli Stati Uniti, la minaccia di un nuovo 11 settembre non sarebbe stata reale. Ciononostante, a pochi giorni dall’anteprima, le case di distribuzione hanno subito abbandonato l’idea di proiettare il film. Una presa di posizione che ha portato la Sony ad annullare l’uscita di The Interview, prevista per il 25 dicembre, come nella migliore tradizione delle commedie demenziali di fine anno non troppo lontane dai nostri cinepattoni.
Però, dato che non è mai detta l'ultima parola, ieri la Sony è tornata sui suoi passi confermando, come da programma, l'uscita del film nel giorno di natale. Un sì dopo l'altro, la pagina Facebook del film è tornata visibile e su Twitter si è diffuso l'hashtag #victory, simbolo di quegli Stati Uniti non disposti a lasciarsi censurare da nessuno, tanto meno dal leader di un altro Stato. Il tutto in nome della libertà d'espressione.
Per l’FBI, nell’attacco sarebbe implicato anche il governo nordcoreano che, dal canto suo, continua a respingere le accuse. Certo è che Pyongyang non ha preso le distanze da quanto successo il 24 novembre, arrivando a definire l’attacco hacker un "atto virtuoso". Dura la reazione di Barack Obama che, in un primo momento, aveva definito "un errore" la scelta della Sony. La Corea del Nord si è detta disponibile a collaborare ma ormai il dado era tratto e gli Stati Uniti hanno seriamente valutato se riaggiungere la Corea del Nord nella lista nera, quella dei paesi che appoggiano il terrorismo. Così Pyongyang è tornata al contrattacco, accusando gli Usa di aver prodotto un film che sbeffeggia il loro leader.
«Credevamo non sarebbe successo»
E’ vero, negli ultimi giorni siamo arrivati a prensare che The Interview non sarebbe mai arrivato mai nelle sale. E dire che si era parlato anche di tante alternative, dalla distribuzione via YouTube a quella tramite Crackle, piattaforma gratuita creata dalla stessa Sony. Al di là delle voci di corridoio, c’è chi si era davvero mostrato disponibile. Stiamo parlando di BitTorrent e, ironia della sorte, del collettivo hacker più conosciuto al mondo : Anonymous.
Tra i primi a prendere le difese del film anche George Clooney, promotore di una petizione per portare il film nelle sale. Un'iniziativa che, almeno in un primo momento, non aveva riscosso grande successo. Tra gli altri, è intervenuto anche Salman Rushdie, autore di quei Versetti Satanici (1998) apertamente condannati dell'ayatollah Khomeyni. Di parere opposto la Russia che, con le parole del ministro degli Esteri Alexander Lukashevich, ha definito The Interview «talmente scandaloso che la rabbia della Corea del Nord è abbastanza comprensibile».
Tra una polemica e l'altra, il 25 dicembre è arrivato e il film è uscito in oltre 300 sale cinematografiche indipendenti. «Credevamo che non sarebbe mai successo» ha detto Seth Rogen alle persone presenti in una sala di Los Angeles. E se non vi trovate negli Stati Uniti, niente paura. La Sony ha pensato di distribuire il film anche sul web, pensando una piattaforma dove The Interview può essere sia acquistato, sia noleggiato.
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