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Telejato è salva: "È l'ennesima battaglia vinta. Ma non sarà l'ultima"

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Palermo

Telejato continuerà a trasmettere. La storica emittente siciliana, roccaforte dell'informazione antimafia, non chiuderà i battenti. Dopo l'ufficialità arrivata direttamente dall'AGCOM, abbiamo intercettato al telefono il suo direttore, Pino Maniaci. 

La quiete dopo la tempesta. Proprio martedì sera, dopo giorni tribolati di snervante attesa, è arrivata la bella notizia: Telejato continuerà a trasmettere. La roccaforte dell’informazione siciliana, sempre in prima fila nella lotta alla mafia e punto di riferimento di un giornalismo libero e al servizio dei cittadini, non dovrà spegnere i propri ripetitori. La notizia è stata data su Facebook dal suo direttore, Pino Maniaci, seguita poi da una nota ufficiale del Ministero dello sviluppo economico.

Il caso

Eppure, fino a qualche giorno fa, la paura all’interno della redazione era tanta. Il rischio di chiusura per l’emittente è sembrato farsi concreto quando l’AGCOM, l’Autorità garante delle comunicazioni, aveva imposto ad alcune frequenze locali, su cui anche Telejato trasmette, lo spegnimento del segnale poiché interferenti con altre frequenze occupate da canali esteri. Nello specifico il canale trapanese, i cui ripetitori sono installati sul monte Bonifato ad Alcamo, avrebbe potuto interferire con Malta. AGCOM e Ministero hanno tuttavia precisato che il canale 28 occupato da Telejato non rientra tra gli impianti che disturbano le frequenze maltesi. Pericolo, dunque, scampato.

Pino Maniaci: Siamo scomodi

Proprio con Pino Maniaci abbiamo scambiato qualche battuta al telefono per farci raccontare il suo stato d’animo all’indomani dell’ennesima battaglia vinta, e per avere un parere sulla "salute" del giornalismo italiano.

cafébabel Palermo: Telejato continuerà a trasmettere: quali sono le tue sensazioni dopo l'ufficialità della notizia?

Pino Maniaci: Siamo tutti più tranquilli. Finalmente abbiamo vinto una battaglia che ci permetterà di fare il nostro lavoro. Purtroppo so già che non sarà l’ultima.

cafébabel Palermo: Cosa vuoi dire?

Pino Maniaci: Le nostre inchieste non piacciono perché fanno troppo rumore e scomodano alcuni poteri. Dobbiamo difenderci con le unghie e con i denti per lavorare in tranquillità. Questa minaccia, ormai superata, non è stata la prima e non sarà l’ultima.

cafébabel Palermo: Se Telejato avesse fatto parte dei canali che disturbano le frequenze maltesi, cosa avresti fatto?

Pino Maniaci: L’ho ripetuto più volte. Sarebbero potuti venire anche con i carri armati, ma non ci saremmo lasciati “spegnere”.

cafébabel Palermo: Ufficialmente il motivo per cui il canale si sarebbe dovuto spegnere era legato all’interferenza con le frequenze maltesi: credi che in realtà, pensando maliziosamente, qualcuno abbia cercato di farvi chiudere?

Pino Maniaci: È una bella domanda. Credo che qualcosa sotto ci fosse, sto cercando di andare più a fondo a questa situazione adesso che mi sento più tranquillo. Al momento non posso dire di più. I problemi a Telejato sono pane quotidiano, dobbiamo sempre difenderci da qualcuno che ci vuole "fare fuori".

cafébabel Palermo: Quando si è diffusa la notizia, sono state raccolte in una petizione più di 10 mila firme contrarie allo spegnimento di Telejato: come commenti così tanto affetto?

Pino Maniaci: Sono felicissimo. Sentire il sostegno di così tante persone non fa altro che darmi la carica giusta per andare avanti. Noi non siamo da soli.

cafébabel Palermo: In Italia si può fare giornalismo libero?

Pino Maniaci: Purtroppo no. Fino a quando l’informazione resterà in mano alla politica non si potrà fare granché.

cafébabel Palermo: Esiste, secondo te, una “mafia” della stampa?

Pino Maniaci: Credo, piuttosto, che esista un'omertà della stampa. È più facile fare i leccaculo del politico di turno, piuttosto che raccontare la verità su un mondo infettato dalla corruzione.

Cos’è Telejato

Telejato è una piccola emittente televisiva siciliana gestita dalla famiglia Maniaci. Proprio Pino, dal 1999, ne è il direttore. Un giornalista riconosciuto, oltre che per i suoi folti baffi e la sua grande simpatia, per le importanti inchieste che ha realizzato in un territorio storicamente colpito dalla criminalità organizzata: da Alcamo a Castellammare del Golfo, fino ad arrivare a San Giuseppe Jato, toccando anche Cinisi e Corleone, due paesi in provincia di Palermo. Non solo mafia, però. La redazione, perlopiù, composta da giovani giornalisti, si occupa di vari temi tra cui l'ambiente, l’economia e le tremende speculazioni che soffocano il territorio siciliano.