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Tailandia: mare, sesso e bisturi

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Default profile picture filomena de riso

società

Con le sue cliniche scintillanti, Bangkok s’impone sulla scena mondiale come nuova capitale del turismo della chirurgia estetica e del cambio di sesso.

Un’ampia hall dai finestroni panoramici, pazienti inglesi ed emiri sauditi inghiottiti da confortevoli divani sorseggiano un caffé. Benvenuti a Bumrungrad International, il più grande ospedale privato del Sud-Est asiatico, nel pieno centro di Bangkok. A metà tra un’hotel di lusso e un centro commerciale, dove le scale mobili portano direttamente al Mc Donald’s, il Bumrungrad International non ha proprio l'aria di essere in una struttura medica. Ma è proprio questo lo spirito della direzione di quest’ospedale di nuova generazione, dove a concorrere all’assunzione delle infermiere è tanto il curriculum quanto l’aspetto fisico, dove si prende appuntamento dall’estero via e-mail dopo aver consultato la scheda web del chirurgo con tanto di foto.

400mila pazienti stranieri all’anno

È grazie a centri come il Bumrungrad, quotato in borsa e forte dei suoi 400mila pazienti stranieri all’anno, che la Tailandia è diventata in meno di un decennio una destinazione privilegiata. Il motto “Sea, sex and scalpel!” (Mare, sesso e scalpello ndr), attrae ogni anno più di 1 milione di turisti, cioè quasi un turista su dieci. Ed è un trend che non sembra perdere colpi, anzi. In Asia l’attuale tasso di crescita annuale di questo settore oscilla tra il 20 e il 30%.

America del Sud, Singapore, India, Malesia riescono difficilmente a mettere nell’ombra il loro vicino Tailandese la cui qualità delle cure, le tariffe e l’infrastruttura turistica locale sono ampiamente promossi all’estero da un organo governativo: la Tat (Autorità per il turismo tailandesendr). Sebbene gli adepti a questo turismo di massa siano per lo più americani, australiani originari del Medio Oriente e dell’Asia in generale, sempre più europei scelgono il bisturi tailandese, esasperati dalle lunghe liste d’attesa e dal costo delle operazioni nei loro paesi d’origine.

Suite post-intervento

Chiave di questo successo è la chirurgia plastica. Sempre più europei vengono a farsi un giretto nella terra di Siam: giusto il tempo che la signora si “aggiusti” il naso (2.300 euro), si aumenti o si riduca il seno, faccia sparire le rughe e il grasso tramite una liposuzione. Il tempo che il girovita della sua metà diventi degno della copertina di “Vogue”, il maritino potrà approfittarne per fare della calvizia un brutto ricordo (1.400 euro minimo), cancellarsi i tatuaggi e gonfiarsi i pettorali.

Bumrungrad International accoglie tra 300 e 400 pazienti di questo calibro ogni anno, per lo più britannici, francesi, e tedeschi. Dopo qualche giorno di degenza, l’ospedale propone per esempio delle “suite” per convalescenti e un po’ di meritato relax sulle spiagge di Phuket prima del ritorno in Europa.

Alcune agenzie di viaggio, si sono addirittura specializzate in partnership con gli operatori turistici locali, offrendo pacchetti: operazione¬, hotel e spiaggia tutto incluso. In fondo non dimentichiamoci che questi pazienti restano, prima di tutto, turisti come gli altri. Bumrungrad ha anche stipulato degli accordi con la Thai airways affinchè i miglia pecorsi equivalgano ad un check-up medico in ospedale.

Cambio sesso

Ovviamente tutto questo ha un costo. Dal dottor Pichet, direttore della clinica di chirurgia plastica a Bangkok, un lifting costa 3.500 dollari. Una bocca carnosa lo stesso prezzo.

I pazienti europei costituiscono il 30% della clientela totale e sono per la maggior parte donne. Ma il dottor Pichet ha più di un bisturi a suo favore poichè è, prima di tutto specializzato in “SRS” (sex reassignement surgery), una sigla misteriosa che evoca la chirurgia per il cambio sesso.

«Il 30% delle mie operazioni sono legate al cambiamento di sesso, soprattutto dal sesso maschile a quello femminile alle quali si affiancano interventi di femminizzazione del seno e del viso», afferma Pichet. «Un vero cambio di sesso richiede l’approvazione di uno psicologo e un decorso post-operatorio, senza dimenticare un cambio di identità legale notificato all’Ambasciata affinché il paziente non resti bloccato alla frontiera.»

Ma anche l’ospedale pubblico Nnh di Bangkok non è da meno. Riceve, infatti, circa una cinquantina di clienti europei ogni anno per lo stesso tipo di operazioni, con in testa, italiani e inglesi. Anche se il rischio zero non esiste nella chirurgia plastica, i dottori affermano che le conseguenze dell’operazione sono positive e che i clienti sono interamente soddisfatti. A giudicare dai sorrisi smaglianti e dai bigliettini di ringraziamento inviati al loro medico, si finirebbe per convincersene...

Translated from Thaïlande : le syndrome du patient anglais