Summit di Napoli: tarantella o polka?
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valeria vivarelliDurante il week-end l’Italia presenta un compromesso per la Costituzione europea. Ma le resistenze di Varsavia sono dure a morire. 300 giovani intellettuali polacchi, ora, dicono basta.
Uno dei clichés che si attribuiscono più spesso all’Unione Europea è quello del gigante economico e del nano politico. Se è vero, quindi, che nessun politico ragionevole opterebbe per un sistema disintegrato economicamente, un’integrazione politica più profonda è quindi inevitabile. Certo, la Costituzione elaborata dalla Convenzione Europea sembra condurci a piccoli passi verso la creazione di un’unione che sia anche politica molto di più di quanto raggiunto col Trattato di Nizza. Eppure, la strenua resistenza di Spagna e Polonia ad accettare il cambiamento del sistema di voto, significa che qualche compromesso è ancora necessario. Ma non sarà certo raggiunto col summit dei Ministri degli Esteri che si riunisce questo week-end a Napoli: Madrid e Varsavia considerano le proposte della presidenza italiana nient’altro che una base, come tante, per ulteriori discussioni. Martedì scorso, ad esempio, dopo dellle consultazioni a Madrid, il Ministro degli esteri polacco Wlodzimierz Cimoszewic ha dichiarato che l’accordo finale sarà preso non prima di dicembre e, se possibile, anche dopo.
Perché ci vuole un’Europa federale
Ma tutte le difficoltà in cui ci stiamo imbattendo per “decidere come decidere” rivelano l’assoluto bisogno, per l’Europa, di integrarsi politicamente. Sebbene questa volta si tratti di una questione relativa alla politica interna europea, più che estera, la situazione non è cambiata rispetto all’inizio dell’anno. L’Europa non riuscì, in quell’occasione, a raggiungere una posizione comune sull’Iraq, permettendo così agli Stati Uniti di moltiplicare iniziative unilaterali e, come è ormai evidente, non particolarmente felici. L’assenza di una posizione unitaria europea indebolì non solo Germania e Francia, che non sono comunque riuscite ad evitare l’invasione americana, ma anche i governi alleati di Washinfton. Gran Bretagna, Polonia, Spagna e Italia godono tutt’ora di una minore influenza in Iraq rispetto a quella che avrebbero avuto se avessero agito all’interno del quadro UE.
Il progetto di un’ Europa federale più forte sia all’interno che all’esterno delle frontiere non escluderebbe comunque l’insorgere di possibili conflitti di interessi. Sarebbero del tutto naturali. Negli Stati Uniti, la Florida, attaccata com’è alla produzione di agrumi, ha interessi del tutto diversi dall’Illinois, la cui economia si basa prevalentemente sull’acciaio. Eppure sta a Bush decidere se proteggere le tariffe dell’acciaio e se dar vita ad una guerra commerciale con l’Europa: uno solo di quegli Stati la avrà vinta alle spese degli altri. Lo stesso vale per i paesi più piccoli. Gli interessi degli agricoltori sono diversi da quelli dei consumatori, i minatori di carbone premono per politiche diverse da quelle dei piccoli imprenditori. In nessun caso i conflitti possono essere evitati. Tantomeno – e questo la Polonia deve riconoscerlo – se si avalla il Trattato di Nizza. Le proposte della Convenzione sono, da questo punto di vista, molto migliori.
O Nizza o morte?
Questo lo slogan? “O Nizza o morte”? Si tratta di una linea sempre più popolare fra i politici polacchi, siano essi socialdemocratici o liberal-conservatori. Secondo quanto afferma il governo polacco, il sistema di voto disegnato dagli accordi di Nizza dovrebbe rimanere intatto. Cosa che permetterebbe alla Polonia maggiori possibilità di formare una coalizione di opposizione. A cosa si dovrebbe opporre rimane però poco chiaro.
Da qui la lettera firmata a metà ottobre da oltre 300 tra intellettuali, studenti e imprenditori, nella quale si esprimeva il loro totale appoggio ad un’Europa federale. L’unica reazione che abbiamo avuto è stata un’altra lettera aperta in cui si denunciava il metodo antidemocratico della Convenzione. Ripetendo ancora che la Polonia aveva scelto l’Europa di Nizza e solo a questa si sarebbe legata.
Translated from Poland - Deciding how to Decide