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Studenti contro il nuovo ISEE, continua la protesta

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Firenze

Il 28 ottobre il movimento Studenti contro il nuovo ISEE di Firenze si è dato appuntamento alle ore 15 in Piazza Santissima Annunziata per sfilare fino a via Farini, sotto la sede del Dipartimento istruzione e cultura della Regione Toscana, dove si sta svolgendo il tavolo tecnico tra Regione, DSU Toscana e la rappresentanza studentesca.

Il problema

Erano circa ottanta gli studenti che chiedono di interfacciarsi con l'Assessore alla cultura, università e ricerca, Monica Bardi. È a questa istituzione che il Presidente del DSU Toscana, aveva rimandato il movimento studentesco per ottenere risposte concrete alle loro rivendicazioni.

L'obiettivo è trovare una soluzione all'emergenza abitativa di oltre 300 studenti che, a causa della nuova normativa nazionale sul calcolo patrimoniale, non beneficeranno più dei servizi erogati dal DSU, l'ente regionale per il diritto allo studio.

I fatti

Dopo due ore di attesa, e uno scontro con la Polizia schierata davanti all'atrio dell'edificio che ha respinto gli studenti in cerca di un riparo dalla pioggia, finalmente è arrivato il momento dell'incontro. Il dialogo tra il movimento, l'Assessore e Vicepresidente della Regione, Monica Bardi, e il Presidente Marco Moretti, ha evidenziato però l'incacapità di rispondere alle domande degli studenti. L'interrogativo principale è cosa accadrà il 30 ottobre, termine della proroga concessa dal DSU Toscana agli ex borsisti e alloggiati. L'Assessore ha risposto elogiando il lavoro fatto finora dalla Regione Toscana, tra le poche in Italia ad aver innalzato il tetto ISEE per la concessione della borsa di studio. Si è detta però d'accordo sulla necessità di ampliare le risorse per il diritto allo studio, lavorando per trovare fondi nel patto di stabilità che assicurino un surplus finanziario al DSU di almeno 100 milioni di euro.

Di fronte al tergiversare dell'Assessore, gli studenti le hanno ricordato che non si sta indicendo una gara a ribasso, e l'hanno incalzata chiedendo quanti e quali fondi la Regione ha a disposizione per il diritto allo studio. Il titubante "non lo so" della Bardi ha scatenato la rabbia degli studenti, che le hanno ribadito che è l'indicatore ISPE il vero problema, perchè ha trasformato il valore del patrimonio delle loro famiglie, nonostante sia rimasto le stesso dell'anno precedente.

Le tempistiche

Il problema delle tempistiche si è fatto spinoso quando la rappresentanza studentesca ha ricordato all'assessore come gli effetti della riforma fossero prevedibili già ai tempi in cui era in discussione il disegno di legge, e che il Ministero competente, le Regioni e gli Assessorati non hanno avuto la lungimiranza di anticipare l'emergenza e fare delle valutazioni a monte, prevedendo un fondo suppletivo che ammortizzasse il disagio causato dal nuovo calcolo ISEE e ISPE.

L'Assessore ha potuto rispondere di essere in attesa della comunicazione imminente di dati più concreti, ma non si è riuscito ad avere un'idea precisa della ratio che amministrerà questi numeri. Moretti è intervenuto precisando che si sta lavorando per l'individuazione dei criteri ultili a gestire l'emergenza: per chi quest'anno non è risultato idoneo per il valore ISPE, il DSU sta pensando di erogare una borsa servizi di 160 euro al mese più agevolazioni per il servizio mensa e i trasporti pubblici. Per chi sfora il tetto ISEE, un caso anomalo per l'ente, non si sa ancora bene come si provvederà, se non analizzando singolarmente i casi di chi, pur avendo perso la borsa di studio e quindi il posto alloggio al 15 Ottobre, non ha ancora lasciato le residenze.

Le responsabilità

La rappresentanza studentesca degli Studenti contro il nuovo ISEE continua la sua protesta. Attribuisce parte delle responsabilità al vuoto di assessorato che ha preceduto le elezioni regionali dello scorso maggio: mentre la Giunta eseguiva le proprie valutazioni politiche, si assisteva ad un momento cruciale per il diritto allo studio.

Il fatto che l'Assessore si sia detta d'accordo e disponibile ad inviduare delle soluzioni non è sufficiente: il movimento le chiede un'esposizione pubblica contro la nuova normativa, che deve essere “cancellata in modo razionale”: lettura analitica dei dati e negoziazione delle risorse, spiega l'assessore. Ma quanti e quali risorse?

L'Assessore però sarebbe disponibile a convocare immediatamente un tavolo tecnico coi Comuni, contro il caro affitto. Come dire: accontentatevi, più di questo non posso fare. La vera battaglia, dice l'Assessore, è sulla verifica delle soglie, sui LEP (i livelli essenziali delle prestazioni), sull'aumento del fondo per il diritto allo studio. Le pressioni politiche necessarie per incrementare i fondi devono essere fatte però, sostiene la rappresentanza studentesca, secondo i tempi dettati dall'emergenza, convocando immediatamente una conferenza Stato-Regioni per modificare parametri e applicare un'eventuale sanatoria nazionale concordata.

La punta dell'iceberg

L'emergenza abitativa e finanziaria di quest'anno ha inoltre fatto esplodere un problema oggettivo della Regione, che gli studenti non hanno mancato di far notare all'Assessore e al Presidente del DSU: ci sono la metà dei posti letto rispetto alla somma degli aventi diritto all'alloggio. La Regione potrebbe effettuare degli investimenti diversi, che coinvolgano anche Comuni e Università, per gestire una situazione in cui le risorse non sono sufficienti a colmare il bisogno.

Prima o poi, gli studenti che non hanno vinto la borsa quest'anno e che non hanno lasciato ancora le residenze (sono 22 a Firenze, 3 a Siena e 21 a Pisa) dovranno andarsene per lasciare gli alloggi ai nuovi assegnatari, ha dichiarato Moretti. Dopo un'ora e mezza di dialogo, finalmente c'è stata una risposta chiara.

Ma se le risorse sono queste, come hanno detto continuamente il Presidente e l'Assessore, che fare? Dimissioni, gli ha urlato il movimento: "Se non siete capaci di risolvere un problema, di garantire il diritto allo studio a tutti, anche ai molti altri che non hanno presentato domanda constatando che superavano le soglie massime stabilite (un migliaio, dice Moretti), allora lasciate la palla a qualcun altro, rimandate la situazione al Governo". 

Agli studenti che resta da fare?

Le successive assemblee del movimento studentesco hanno stabilito che nessuno lascerà le residenze. Intanto, però, a Firenze sono più o meno in cinque a non averlo fatto. Per quelle cinque persone, per quei mille e altri a cui si rischia di non garantire il diritto allo studio, il movimento continuerà a auto-organizzarsi chiedendo il blocco della didattica e un'assemblea di Ateneo, creando una rete di solidarietà intorno a quelle persone (aggiornamento del 2 novembre: arriva oggi la notizia che il blocco della didattica non ci sarà, pur ammettendo una disponibilità dell'Università a diffondere via mail luogo, data e ordine del giorno dell'assemblea).

La politica -o chi per lei- pare sempre pronta in questa faccenda a nascondersi dietro i numeri, dimenticando che dietro questi stratagemmi concettuali ci sono delle persone, per le quali la politica amministra le risorse e la condizione di scarsità di opportunità in cui viviamo. Seguendo questa direzione, il nostro Paese rischia di trasformarsi sempre più nel Paese dei padri tagliando fuori i figli.