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Stéphane Hessel, l'ultimo indignato?

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Translation by:

Valeria Nicoletti

societàPolitica

Stéphane Hessel, eroe della resistenza e autore del pamphlet Indignez-vous ("Indignatevi", ndt), è morto nella notte tra martedì e mercoledì 27 febbraio, all'età di 95 anni. Questo instancabile difensore dei Diritti dell'Uomo, tra le ultime anime della resistenza, ha lasciato alla gioventù europea un'eredità preziosa e precise indicazioni per continuare la sua fervente battaglia.

Stéphane Hessel non ha avuto una vita come tutti gli altri. Incline alla lotta per vocazione, questo francese nato in Germania ha incarnato attraverso un attivismo politico mai moderato, la partecipazione alla resistenza e le radicali prese di posizione (fra tutte quelle relative ai clandestini e al conflitto israelo-palestinese) l'essenza del patriottismo umanista di sinistra. Teorizzato dalla filosofa francese Simone Weil, ne L'Enracinement, pubblicato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, questo amore incondizionato verso la patria ha fatto da faro per chi ha voluto veicolare il nettare dei valori del Secolo dei Lumi, senza smettere di praticare la resistenza come stile di vita, contro l'idea di patriottismo inteso come forma eufemistica, e politicamente corretta, di razzismo.

Su cafebabel.com, il dossier "Indignati: le rivoluzioni di un saggio movimento"

Il semplice fatto di essere un patriota ha fatto di Hessel un uomo pronto al richiamo della lotta. A 95 anni, se n'è forse andata l'ultima anima della resistenza, che ci ha lasciato, tuttavia, in eredità un'arma preziosa per continuare a combattere a testa alta seguendo il suo esempio. Non è un caso, infatti, se un piccolo opuscolo di 32 pagine, in libreria al prezzo simbolico di un euro, sia stato uno dei libri più venduti, letti e commentati dell'anno 2011. E non è un caso se gli utenti del più importante quotidiano francese, Le Monde, abbiano designato il suo autore come personalità dell'anno. Dalle righe di Indignez-vous, redatte in uno stile quasi accomodante e pacato, sono trapelati ideali, spunti e scintille che hanno innescato un movimento di contestazione quasi eponimo che ha investito l'Europa intera. Non siamo Hessel, questo è certo, ma non siamo neanche soli. E, prima di andarsene, questo paladino della dignità ci ha indicato la strada per la sopravvivenza in un'epoca in cui per l'umanismo, annegato nell'abisso della crisi economica, è sempre più difficile coniugarsi al futuro.

Per le giovani generazioni perdute, il giusto utilizzo di questa eredità, limpida, chiara, quasi imperativa, ma allo stesso tempo così lontana in un'epoca in cui la parola "lotta" suona ormai utopica e irrealizzabile, resta ancora un'incognita. Forse, dovremo tornare a rileggere le pagine di Hessel. E imparare ad indignarci con dignità, rispetto e intelligenza.

Foto (cc) Abderrahman Bouirabdane/flickr

Translated from L’Hessel et l’écume de nos batailles