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Speciale Elezioni Regionali 2015: il tema "caldo" dell'immigrazione

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Firenze

Terzo e ultimo approfondimento pre-elettorale in vista delle elezioni regionali in Toscana, dedicato all'immigrazione e all'inclusione degli stranieri. Cafebabel Firenze ha esaminato i programmi elettorali e le posizioni dei candidati.

Al centro del dibattito

È quasi senza dubbio uno degli argomenti più citati in ogni campagna elettorale, spesso superficialmente. Perlopiù è usato per suscitare preoccupazione, accende gli animi populisti e scatena i facili commenti "da tastiera" sulle bacheche dei social network. Per questi motivi, dopo sanità e giovani, abbiamo analizzato cosa si è detto sull'immigrazione e l'integrazione dei cittadini stranieri o delle minoranze. 

In Toscana il dibattito è iniziato già a dicembre, con la discussa foto su Facebook del Presidente Rossi in posa con la famiglia Rom, suoi vicini di casa. Per arrivare fino ai “blitz” di Fratelli d'Italia in un pronto-moda cinese di Prato. Nei mesi scorsi si è aperto anche un aspro confronto tra Governo centrale e enti locali, quando alcune regioni hanno dichiarato la loro contrarietà alla redistribuzione dei profughi sbarcati sulle coste del Mezzogiorno: vedi Valle d'Aosta, Veneto (altre due regioni al voto) e Lombardia. Ma su questo preciso aspetto, secondo i dati raccolti dal “Corriere della Sera” ad aprile, neppure la Toscana ne esce promossa: in termini percentuali accoglie solo il 4% delle circa 70 mila persone ospitate nelle strutture sul territorio nazionale (esattamente come il Veneto), in confronto al 22% della Sicilia.

Il peso reale dell'immigrazione in Toscana

Ma il tema “accoglienza e immigrazione” non significa solo emergenza profughi. Racchiude molteplici aspetti e – nonostante la materia sia di esclusiva competenza statale – di fatto ricade pesantemente sui territori e non può prescindere da un certo livello di coordinamento e di intervento regionale.

Secondo il “Dossier Statistico Immigrazione 2014” redatto dai ministeri competenti, in Toscana risiedono 387.350 cittadini stranieri, pari al 10,3% del totale nazionale. Per quanto riguarda la legislazione regionale, lo stesso Statuto del 2005 garantisce “l’accoglienza solidale delle persone immigrate, secondo i principi del pluralismo delle culture, del reciproco rispetto e dell’integrazione sociale”. È prevista anche una Legge regionale sull'immigrazione del 2009 che pone l'accento sulla necessità di un'azione della Regione per “favorire lo sviluppo di efficaci politiche territoriali nei diversi ambiti quali ad esempio l'istruzione, la sanità, il lavoro, l'accesso all'alloggio, inserite in una cornice comune”. L'obiettivo è attuare “un processo di positiva integrazione partecipe dei cittadini stranieri” e costruire “una comunità plurale e coesa fondata sul contributo di persone di diversa lingua e provenienza e sul rispetto del principio costituzionale di uguaglianza”. In Toscana la giurisprudenza prevede inoltre l'estensione della normativa “a favore di cittadini stranieri comunque dimoranti sul territorio regionale”, compreso l'accesso degli immigrati irregolari agli “interventi socio-assistenziali urgenti ed indifferibili”.

Fin qui gli obiettivi e gli aspetti formali della legislazione vigente. Vediamo ora come si pongono le diverse forze politiche e i candidati alla presidenza della Toscana.

Enrico Rossi

Sul sito di “Toscana Ci Siamo”, la piattaforma elettorale del presidente uscente sostenuta dal centrosinistra, non si rintraccia un approfondimento programmatico dedicato all'immigrazione. Tuttavia l'idea di Rossi in tema di accoglienza è nota: no a soluzioni d'emergenza o tendopoli, sì a un modello di ospitalità diffuso per ridurre sovraffollamento e disagi. «Non più di poche decine di persone per gruppo», ha detto Rossi, «affidate alla gestione di associazioni di volontariato e con un ruolo di riferimento e coordinamento svolto dal Sindaco del Comune interessato».

Qualche tempo fa, ha fatto molto discutere la sua proposta di destinare le case sfitte ai profughi e richiedenti asilo in cambio di un affitto, garantito dalla Regione. Più volte si è schierato contro «il continuo sciacallaggio» delle forze politiche di destra e contro i «focolari di tensione» creati dagli «imprenditori della paura». Ha dichiarato anche che «non esiste buona accoglienza e integrazione adeguata senza un impegno da parte di chi viene accolto», proponendo servizi di pubblica utilità da svolgere senza remunerazione.

Stefano Mugnai

Il candidato di centrodestra giudica «completamente insufficienti» le attuali politiche regionali e rileva una certa approssimazione nella gestione delle emergenze. «La Toscana ha subito il fenomeno dei flussi migratori, imponenti e sregolati», scrive nel suo programma. Stigmatizza il rimpallo di responsabilità operato tra poteri centrali e periferici. Sui flussi migratori si pretende l'obbligo di concertazione con i Sindaci e di fissare con chiarezza la durata dell'accoglienza.

Sull'inclusione delle comunità straniere, Stefano Mugnai ha in mente una «Regione aperta, generosa e solidale», senza mostrarsi buonisti. Tradotto: è necessaria una «armonizzazione degli usi e dei costumi delle comunità “nuove” rispetto alle comunità tradizionalmente presenti», ponendo dei limiti non negoziabili riguardo il diritto all’istruzione, le pari opportunità tra uomini e donne, la legalità e la dignità nei luoghi di lavoro.

Claudio Borghi

L'immigrazione fa rima con sicurezza e si pone al quarto punto del programma leghista, dopo “Famiglia, società e istruzione”, la sanità e l'economia. Claudio Borghi chiede la massima severità nella gestione «dei cittadini provenienti da culture non italiane», chiarendo che non si tratta di razzismo, ma del «desiderio democratico di un gran numero di cittadini» volto a preservare le tradizioni locali e l’ordine pubblico.

Come proposte concrete, si vuole imporre l'uso dell'italiano nei luoghi di culto, la pubblicità delle loro attività e vietare l'apertura di nuovi «centri religiosi islamici». Pugno di ferro anche contro i campi rom, da chiudere perché «incompatibili col decoro e con la convivenza civile», e contro gli immigrati irregolari, per i quali si chiede una Legge regionale. Infine le risorse destinate all’integrazione, secondo la Lega nord, vanno dirottate su sanità, scuola e Forze dell’Ordine.

Tommaso Fattori

Per “Sì-Toscana a sinistra” il punto 6 del programma è dedicato a una «Regione solidale e accogliente, contro ogni forma di razzismo e discriminazione». Si ricorda come le migrazioni siano una dinamica globale e strutturale, generata anche da «precise responsabilità» degli Stati occidentali.

Sul lato concreto, si propone il graduale aumento dei posti per richiedenti asilo e rifugiati, da accogliere in piccoli gruppi e in strutture diffuse che garantiscano «un sostegno professionale di alta efficacia e qualità». Ai fini dell'inclusione, Fattori promuove una conoscenza reciproca, «consapevoli che il razzismo si nutre d’ignoranza», ed è favorevole al diritto di voto amministrativo per gli stranieri.

Giovanni Lamioni 

Nelle linee programmatiche del candidato centrista non compare la parola “immigrazione”. Genericamente, nel terzo livello della cosiddetta “azione di governo”, si fa riferimento alla necessità di “un insieme di sicurezze integrate” per rendere la Toscana «capace sì di accogliere ma nella certezza dei diritti e dei doveri, dove la solidarietà a favore non è mai a detrimento di qualcuno». In un'intervista Lamioni si è detto contrario ai proclami populisti, ribadendo la necessità di un'azione europea. Tuttavia «i clandestini devono andare a casa» ed è necessaria «la realizzazione, anche in Toscana, di un Cie».

Giacomo Giannarelli

Il programma del M5S cita genericamente «inclusione sociale e parità di condizione», senza riferimenti ai cittadini stranieri. Giannarelli, sollecitato sull'accoglienza dei profughi in una tribuna elettorale (trasmessa il 28 maggio dalla TGR), ha spostato la questione a livello europeo, chiedendo il superamento del Trattato di Dublino. Ha anche affermato che l'attuale sistema toscano «rischia di saltare»: servirebbe una maggiore pianificazione e, per scongiurare «una guerra tra poveri», le risorse non possono andare solo alle politiche migratorie.

Gabriele Chiurli

Il programma di “Democrazia Diretta” è sintetico: sì alla «integrazione nel rispetto delle regole sociali italiane» e «chiusura progressiva dei mega-campi nomadi». In un suo intervento, precisa che «serve un piano per sapere quanti migranti possiamo ospitare. Al di fuori di quel numero, il nostro no all’accoglienza è totale». In un'altra intervista, Chiurli paventa uno «scontro tra poveri» e afferma che «il problema dei migranti non si risolve prendendo tutti i migranti dall'Africa e portandoli in Europa o in Italia», e ritiene l'ipotesi di un Cie in Toscana un «palliativo». Mentre sui nomadi si era espresso in Consiglio regionale, accusando la Giunta Rossi di praticare un «canale preferenziale per Rom e Sinti e una penalizzazione nei confronti dei cittadini residenti», giudicando sproporzionata l'assegnazione di alloggi popolari a favore dei primi.

Una curiosità: il voto (virtuale) degli stranieri

I cittadini stranieri, anche se regolarmente residenti in Toscana, non godono del diritto di voto e non possono esprimersi sui tanti dei temi che li riguardano direttamente. Ma per le elezioni regionali del 31 maggio 2015 si farà una parziale eccezione. A Prato la Cgil e il movimento “L'Italia sono anch'io” allestiranno un seggio simbolico, dove gli stranieri potranno recarsi e votare su un fac-simile della scheda usata per il rinnovo del Consiglio regionale. L'obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza sul tema dello Ius soli, ma sarà interessante conoscere i risultati di questo insolito “feudo elettorale”.