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Sorry, no German: gli expat berlinesi devono imparare il tedesco?

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Translation by:

Elisabetta Cassone

Culturasocietà

Su Twitter e sui blog berlinesi in lingua inglese si è acceso un dibattito sulla necessità o meno per gli expat in Germania di imparare il tedesco. Qulcuno ha definito arrogante l’intenzione di voler condurre la propria vita berlinese usando esclusivamente l’inglese. Si chiama arroganza o intolleranza?

Julie Colthorpe, inglese, si è trasferita 12 anni fa a Berlino e parla un buon tedesco. Nel magazine in inglese Exberliner, Julie scrive in toni concitati: “Sorry, no German”, parafrasando come sempre più immigrati anglofoni non padroneggino la lingua tedesca, né abbiano la minima intenzione di impararla. La causa di tanta contrarietà su questi “arroganti scansafatiche” e sulla loro “attitudine altezzosa e noncurante” è stata la visita a un ristorante australiano in Neukölln, dove il tedesco non le è servito a granché, perché perfino il menu era scritto solo ed esclusivamente inglese.

Vita da expat

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Julie non ha dovuto aspettare molto tempo per essere sommersa da critiche e repliche. A risponderle per le rime è stata Lauren Oyler, un'expat originaria degli Stati Uniti che vive a Berlino. L’americana di Neukölln si è sentita attaccata e ha risposto alla provocazione sul Blog überlin. A suo avviso, “non ci si può ritenere paladini della cultura solo perché si è in grado di leggere qualche articolo su Wikipedia e si sa utilizzare correttamente 'der, die, das'”. Per Oyler, la cultura dell’expat costituisce anzi una componente importante della cultura berlinese e una ricchezza per la città.

Non c’è niente da fare: Josie, da brava expat, si immerge decisamente più di me nella cultura e nella vita notturna berlinese

Da allora i lettori di Exberliner e überlin si sono lanciati in uno scontro verbale su Twitter. E io, da lettrice di entrambe le riviste, mi sono sentita in dovere di dire la mia sull'argomento. Sono di madrelingua tedesca, anche se ho appreso a parlare senza cadenza o accento soltanto durante il mio soggiorno di un anno negli USA. Da tre anni, condivido l'appartamento con una ragazza olandese. La mia coinquilina ha imparato discretamente il tedesco, tuttavia la sua cerchia di amici parla quasi esclusivamente inglese. Ho provato a confrontare la mia settimana tipo con quella di Josie, la mia coinquilina, e ne ho tratto alcune conclusioni.

Una settimana qualunque a Berlino

Lunedì: Josie è andata a nuotare nella piscina di Neukölln. Io ho visto un programma di cucian in tv, “Rach der Restauranttester” su RTL, dove è facile imbattersi in parole come "Mehlschwitze” (soffritto di farina) o “Rotweinsud” (decotto al vino rosso).

Martedì: Josie partecipa all’inaugurazione di una mostra a Schöneberg. Il tema è “possibilità di dissolversi, senza scomparire”. Io il martedì sera scompaio, ma nella vasca da bagno. E in più ci sono due puntate di “Lindenstraße” in streaming. Josie perde così l'occasione di fare la cooscenza con un pezzo della mia giovinezza: la serie è da 20 anni un appuntamento fisso della mia vita.

Mercoledì: Josie va ad un concerto di Prinz Pi. Il cantante rappa in tedesco e in inglese, a Josie piace. Forse anche perché non è in grado di comprendere tutto. Mi sono messa comodamente sul divano con lo Spiegel. Velocemente sfoglio le noiose pagine di politica e mi immergo nella lettura di un articolo intitolato “Warum Stress dick macht“ (Perché lo stress fa ingrassare, ndt), e do un morso senza nessun senso di colpa alla stecca di cioccolata con nocciole. Non c’è niente da fare: Josie, da brava expat, si immerge decisamente più di me nella cultura e nella vita notturna berlinese.

Giovedì: Josie riceve una visita a casa. Tre habitué dell'appartamento e la serata si trasforma in un piccolo party tra coinquilini. Io vado dal mio ragazzo. Lui ha un abbonamento alla pay Tv e segue il calcio su tutti i canali. Anche qui Josie non si perde nulla di speciale - sebbene il portoghese Benfica abbia battuto la squadra tedesca del Leverkusen e avrebbe potuto apprendere utilissime imprecazioni tedesche.

Venerdì, Sabato, Domenica: fine settimana. Lo trascorriamo per lo più in maniera simile. Andiamo negli stessi bar, insieme o separatamente, ci piacciono gli stessi drink, abbiamo lo stesso mal di testa da sbornia e lo stesso pretesto per non andare in palestra (troppo freddo/troppo stanche/troppo lontana la palestra).

La conclusione?

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In una settimana tipo, sembra effettivamente che Josie approfitti di più, scopra più location e conosca più gente di me. Può non avere niente a che fare con il fatto che io la gran parte del mio inverno vivacchi sul divano, ma di sicuro chi vive e condivide insieme la propria condizione di "straniero" si ritrova a condividere anche la stessa cultura e la stessa voglia di scoprire e approfittare della città. È chiaro che la vita da espatriati inglesi è diversa dalla solita vita nella cerchia di amici tedeschi incentrata sulla visione della serie televisiva poliziesca “Tatort”, sui testi dei K.I.Z. (gruppo hip-hop berlinese, ndt), i giochi di parole basati sulla beffa dell’accento svevo o lo scandalo della carne di cavallo. Josie trova il gioco di parole Gaultasche/Maultasche quanto di meno divertente possa esistere. Io mi sbellico ancora dalle risate, (i Maultaschen sono dei grandi ravioli con un ripieno di carne macinata, spinaci, prezzemolo, cipolla, serviti spesso in brodo, mentre Gaul significa ronzino, ndt).

Molti expat non parlano tedesco perché non sono costretti. Una “dura realtà economica”, la definisce Lauren Oyler. E questo è un loro pieno diritto. Così come è nei pieni diritti di un australiano scrivere in inglese il menu del suo ristorante a Berlino o nei diritti di un panettiere svevo in Prenzlauer Berg poter chiamare i suoi panini “Weckle”.

Di recente, Josie mi ha chiesto aiuto per una lettera ricevuta dall’azienda sanitaria. Mi è allora scappato uno scocciato “Learn German!” - la tolleranza regge infatti fino a quando per uno o per l’altro non diventa scomoda. È un po’ presuntuoso che Julie Colthorpe si sia sentita disturbata dai suoi compatrioti che non vogliono imparare il tedesco. Avrei allora un’idea, che potrebbe essere una soluzione: Cara Frau Colthorpe, traduca questo articolo nella sua lingua madre. Affinché possano capire anche gli arroganti scansafatiche. Ciò mi renderebbe felice e farebbe felice anche la mia coinquilina Josie. Danke!

Per altre avventure da expat, dritte, consigli e scene di vita berlinese, il nostro Berlin-Blog di cafebabel.com.

Foto: 'Denglisch' startup a Berlino © The Hipstery, 'Mutter Beimer', personaggio di una popolare serie tv tedesca © lindenstrasse.de; K.I.Z. © official K.I.Z. facebook page

Translated from Sorry, no German-Debatte: Sollten Berliner Expats Deutsch lernen?