Solidarność 30 anni dopo: «energia non rinnovabile»
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Federico IarloriIl 31 agosto celebriamo in Polonia il trentesimo anniversario del Solidarność (letteralmente "Solidarietà"), il primo sindacato autonomo della Repubblica Popolare Polacca.
Nove anni dopo la sua creazione, grazie anche alla "solidarietà" (con la "s" minuscola) della gente, la famosa attrice polacca Joanna Szepkowska fu in grado di affermare al telegiornale che «in Polonia l'era comunista era finita»
"Solidarietà" è un bel nome, soprattutto perché rispecchia perfettamente lo spirito della nostra nazione. C'è solo un "ma": noi polacchi restiamo uniti solo in occasione delle sconfitte, mai quando si vince. Le persone in Polonia vengono notate solo quando soffrono, mai quando tutto va per il verso giusto. E così, abbiamo sofferto molto, per diversi secoli, sapendo che comunque il mondo sarebbe andato avanti senza smettere di compatire le nostre sfortune.
Basta pensare che molti eroi polacchi dei nostri giorni, dopo aver conquistato ciò per cui hanno lottato, sono stati considerati, alla fine, come dei codardi o dei traditori. Basta citare Czesław Milosz (Nobel per la letteratura, comunista e anti-polacco), Ryszard Kapuściński (un reporter di fama internazionale, ma anche un bugiardo e un comunista), Władyslaw Bartoszewski (politico di fama mondiale, certo, ma "ebreo" e anti-polacco), Adam Michnik (capo redattore del primo giornale d'opposizione della Polonia comunista, la Gazeta Wyborcza). Anche il Round Table Talks, storico incontro tra governo e sindacati che non ha precedenti nell'Europa dell'est, è stato considerato da una parte della società come un tradimento.
Di recente, il nuovo anti-eroe è stato Lech Walesa. Il leader uscente della Solidarnosc, non si è presentato alla più importante cerimonia che celebra l'anniversario della sua creazione. Spinto dagli vecchi compagni, scrisse sul suo blog (in un post del 29 agosto) che dopo 30 anni di sforzi personali voleva giusto un po' di pace. «Energie non rinnovabili», ha aggiunto.
Il mito della battaglia per la libertà, cucinato in mille salse e incensato da mille bocche, sta perdendo la sua antica gloria. Come potrebbero i giovani capire che «la Solidarietà era una buona cosa» - volendo parafrasare il riferimento alla solida didattica manichea polacca illustrata da Witold Gombrowicz nel suo libro Ferdydurke - quando ora ci sembra così insignificante? Mentre i vecchi eroi discutono sulla storia, il mondo va avanti senza guardarsi indietro. E le giovani generazioni fanno lo stesso.
Foto: thomsson/flickr; Hellebardius/flickr; video: zjaviony/YouTube
Translated from Solidarność 30 lat później - "zmęczenie materiału"