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Social network: ecco perché sono utili!

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Translation by:

ElenaBellina

società

Più di 500 milioni di utenti registrati su Facebook, 50 milioni di twits ogni giorno, 130 amici in media sui social network e 55 minuti al giorno di utilizzo. Mentre alcuni non vedono altro che il bicchiere mezzo vuoto, gli altri continuano a sfruttarne i vantaggi. Viaggio alla scoperta dei pregi dei social network.

I grandi studi di avvocati e le imprese di consulting, con i loro dipendenti sparsi in tutto il mondo, si sono resi conto dei benefici che derivano dalla creazione di una rete sociale aziendale. Cominciano ad utilizzare sistemi di gestione di contatti che permettono ai dipendenti di condividere le proprie rubriche; associare i dati personali a determinate aree o rami specifici permette di trovare la persona di cui hai bisogno. Il dottore in diritto e professore dell'università Complutense di Madrid Rafa Rubio, specializzato in lobby, social network e comunicazione, descrive a cafebabel.com i vantaggi di questa strategia: «È necessario pensare online, lavorare online, rendersi conto del fatto che il successo dell'azienda deriva dalla somma delle interazioni fra i suoi dipendenti, i suoi distributori e i suoi clienti».

Incontri e scontri

Riccardo Friede, Dolo. Italia: «Ho promosso una campagna di appoggio all'associazione Il Portico per incentivare il suo teatro e sviluppare un nuovo programma per persone diversamente abili. Il social network mi ha aiutato a diffonderla, a cercare donatori... ». Risultato: 2.000 € e l'aiuto di professionisti. Un anno dopo hanno già uno spettacolo pronto per andare in scena.

Bobby Peacock, Londra. Regno Unito: riuscì a trovare suo fratello grazie a Facebook dopo 14 anni senza sapere nulla di lui. «Il fatto di non sapere dove si trova qualcuno che ami o addirittura di non sapere se è vivo o morto è una situazione molto stressante. Adesso comincia un nuovo capitolo per me e per la mia famiglia».

Questo caso dimostra la teoria sviluppata da Stanley Milgran nel 1967: fra due persone qualsiasi esistono al massimo sei gradi di separazione. I social network permettono in questo modo di mettere in contatto persone di tutto il mondo. Attraverso le nostre amicizie, le amicizie dei nostri amici e via dicendo, si potrebbe creare un grafico delle connessioni che esistono ad esempio nella propria città. A questo punto il grande dibattito sulla privacy diventa il protagonista. Assicura il professor Rubio: «Il controllo della privacy si raffinerà con l'aumento della familiarità dell'utente con i social network e con la loro cultura [...]. Le possibilità che ci vengono offerte sono infinite - aggiunge - come ad esempio la possibilità di restituire all'individuo e alla società il protagonismo che da anni si stava perdendo».

Jogging con il primo ministro

L'ex primo ministro danese e attuale segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, fu il primo capo del governo europeo ad utilizzare un social network. E fu capace di sfruttare al massimo le sue potenzialità. Convocò un evento per fare jogging nella sua residenza estiva al nord di Copenaghen. Fu così che corse per 7 chilometri insieme a 100 suoi amici. Uno degli esponenti del Partito Liberale Danese, Soren Laurid, affermò che il premier Rasmussen era molto contento delle possibilità che la rete gli aveva offerto per comunicare con il popolo.

L'esperto di marketing online Zubin Kutar parla di come gli imprenditori non dovrebbero aver paura dei mezzi di comunicazione e cominciare a vederli come un investimento. Nel suo articolo sottolinea che in questi spazi l'investimento è più a livello di tempo che di denaro. La presenza delle aziende deve essere lieve e lasciare che le persone si avvicinino e che siano esse stesse a chiedere che cosa si offre loro. Sembra che l'ex primo ministro danese abbia imparato bene la lezione. Il professor Rafa Rubio assicura che «i social network non servono per raccogliere consensi, ma possono avere un'influenza determinante come elemento in grado di modulare e movimentare la campagna elettorale». Definisce i social network come «uno strumento fondamentale per trasmettere informazioni [...], per mobilitare un numero fino ad ora impensabile di individui il cui ruolo nella campagna elettorale comincia ad essere fondamentale».

Forse abbiamo ritrovato il nostro primo amore, dato un nuovo impulso alla nostra azienda o semplicemente curiosato i profili dei nostri contatti. La paura però è che con tutti questi mezzi possa succedere lo stesso che con le automobili, i videogiochi o la scienza: gli strumenti non sono male, lo è solo il modo in cui vengono utilizzati.

Fotos: (cc)Yohann.aberkane; (cc)World Economic Forum/flickr; video: YouTube

Translated from Movilizaciones, reencuentros y beneficios: La fertilidad de las redes sociales