Skip&Die: Emancipatevi!
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Elisabetta CassoneTropicale, afro-futuristica e dal basso grave: la musica di Skip&Die narra del sole rovente e sfavillante, delle strade polverose, delle baracche delle periferie, degli scarafaggi, delle sommosse, dei teschi, degli agapornis del Sudafrica, patria della donna di confine Catarina Aimée Dahms, alias Cata.Pirata.
Assieme ad abiti variopinti come l’arcobaleno, questo mix selvaggio si aggiunge al concetto generale della band Skip&Die, creato da Cata insieme al produttore olandese Jori Collignon.
Incontro la band Skip&Die nella hall di un hotel nei pressi del club parigino Moulin Rouge, dove si sono esibiti in concerto. Cata.Pirata appare con la sua nuova acconciatura: un'esplosione di colori dove primeggiano il verde e il giallo, i lati rasati sotto i capelli più lunghi. Al contrario della sua musica e dei suoi ingressi esplosivi sul palco, durante l'intervista la musicista è molto più tranquilla e distesa. È accompagnata da Jori Collignon che ha incontrato circa 6 anni fa nel suo studio ad Amsterdam. Allacciato subito un buon rapporto, i due hanno preso spontaneamente la decisione di collaborare e di creare una band. Presto detto, presto fatto. E per accelerare di gran lunga la cosa, hanno intrapreso un viaggio di 20 giorni insieme ad altri artisti attraversando il Sudafrica. In quest'occasione, sono sorte 24 idee differenti per nuove canzoni e, al ritorno ad Amsterdam, il risultato di questo viaggio all'insegna della creatività è stato il primo album in comune.
Anticapitalismo e un cestino pieno di frutta e libertà
Durante la permanenza in Sudafrica, i due si sono imbattuti in stili e musiche differenti. Inoltre, hanno lavorato con la band Driemanskap, proveniente dal distretto del Gugulethu - “un gruppo militante, ma non necessariamente in senso politico”, si appresta a dire Cata. Una descrizione che in qualche modo vale anche per gli Skip&Die - laddove militante non è forse la parola più giusta, ma sicuramente lo sono “estremo” e “aperto alle sperimentazioni”.
Una delle loro canzoni, prodotta in lingua spagnola, si chiama Anticapitalista. L’idea è sorta già nel 2006, quando Cata viveva a Buenos Aires e la capitale argentina era teatro di tante sommosse e vi si poteva respirare un clima nettamente anticapitalistico. In questi giorni la band si è esibita con la canzone Anticapitalista in Spagna e, sebbene ideato alcuni anni fa dall’altro capo del mondo, il messaggio di fondo rimane senza tempo. Tuttavia, Cata considera il messaggio della canzone come fattore di motivazione positiva e non come espressione di una posizione politica radicale. “È piuttosto una canzone hippie - mi immagino di percorrere la strada in bicicletta con un cestino pieno di frutta e libertà. Fare musica è la nostra passione, ciò che amiamo. E anche ciò che conferisce la forza a tutte le cose”.
Cata: "Non voglio sentirmi rinchiusa in un cassetto"
Lo scorso marzo, gli Skip&Die si sono esibiti a Parigi nell’ambito del Festival della musica femminile Les femmes s’en mêlent. Cata si cosidera una femminista? “Sì, nel senso che credo alla parità dei diritti tra uomo e donna. Ma credo fondamentalmente alla parità dei diritti tra tutti gli uomini. Penso che il concetto debba essere considerato in un’accezione chiaramente più ampia”. Nella canzone Love Jihad, il tema è, ad esempio, l’emancipazione nel senso più generale - il non lasciarsi manipolare e il non seguire il piano dettato da altre persone - vale a dire l’emancipazione di se stessi.
Muse ispiratrici: Björk e gli scarafaggi
Quando si pensa al panorama musicale femminile, c’è un’artista il cui nome viene spesso correlato alla band Skip&Die - l’artista dello Sri Lanka M.I.A. Secondo Cata, entrambe vantano un retroscena attivista e provengono da paesi che hanno subito crisi politiche. Ciò influenza sicuramente anche la musica ma alla fine Cata fa dei paralleli molto più semplici: “È come essere rinchiusi in un cassetto troppo stretto”, sottolinea l’artista, dichiarando che bisogna andare un po’ oltre e considerare più precisamente il proprio contesto e le influenze che lo coinvolgono.
Cata e Jori potrebbero menzionare innumerevoli musicisti a cui si sono più da vicino ispirati nell’approccio allamusica: Mano Negra, Immortal Technique, Salt’n’Pepper, David Byrne, David Bowie o Dr. John, per citarne alcuni. Cata, inoltre, considera l’islandese Björk come musicista, artista e attivista di profonda ispirazione.
Non potevo esimermi dalla domanda finale: "Quando parlate delle influenze e delle ispirazioni del vostro album, nominate anche gli scarafaggi. Potete dire di condividere esperienze personali con gli scarafaggi?”. La risposta di Cata: “Sin dalla mia fanciullezza ho nutrito una sorta di amore-odio con gli scarafaggi. Provengo da un quartiere nel quale è nato lo scarafaggio - Parkview, a Johannesburg. Per questa ragione il nome del quartiere è stato perfino intitolato all’insetto: Parktown Prawn. Sono nata con gli scarafaggi e in un certo qual modo devo tributare loro rispetto. Poiché in un paese dove quasi tutti pensano fermamente di poter morire, ci sono alcuni che ritengono di poter sopravvivere: gli scarafaggi!”
Immagini: copertina e nel testo ©Skip&Die; Video: SkipnDie/YouTube
Translated from Skip&Die: Emanzipiert euch!