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Siviglia pedala di più per respirare meglio. Ma solo in centro.

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Ben 120 km di pista ciclabile: ecco come far urlare di rabbia gli autobilisti ai quali è vietato sfilare per più di 45 minuti nel centro di Siviglia. Siviglia è così tra le città pioniere della pedonizzazione e della libertà di pedalare. Scelte vincenti?

I campanelli delle bici si confondono quasi con quelli del tram. Viale della Constitución, un pomeriggio soleggiato come tanti altri a Siviglia, dove pedoni, ciclisti e tram coabitano senza problemi. Le due ruote a pedali sono dovunque, che siano quelle rosse e bianche di Sevici, il servizio municipale di bici della capitale andalusa, o quelle che i sivigliani utilizzano per percorrere i circa 120 chilometri di piste ciclabili cittadine.

La "pedonizzazione", una piccola rivoluzione

La città di 700.000 abitanti riunisce tutte le condizioni per star bene in bici. Un clima atmosferico clemente, un inquinamento ridotto, (almeno in apparenza...) e, per fortuna, strade pianeggianti, per evitare la fatica delle salite. Ciò, per quanto riguarda i vantaggi innati. Ma ci sono anche quelli acquisiti: dal 2005, il comune di Siviglia si è lanciato in un vasto progetto che ha per scopo quello di rendere interamente pedonale il centro storico. Di conseguenza, tram, metropolitana e bici hanno sostituito a poco a poco le automobili che, eccezion fatta per i residenti, non possono circolare più di 45 minuti nell'area.

Dietro il gergo da urbanisti "pedonizzazione", si nasconde l'idea di una riappropriazione dello spazio da parte dei cittadini, di una mobilità e di una maggiore sicurezza ed ovviamente di una riduzione maggiore del bilancio CO2 della città. Anche Londra, Copenaghen e New York riservano oramai alcune parti della città ai soli pedoni; Siviglia ha fatto la scommessa rischiosa di rendere pedonale tutto il suo centro città! Diventando naturalmente un'ambasciatrice della bicicletta. Nel 2011, ha accolto l'avvenimento Bici City, un ciclo di riflessione sull'utilizzo delle due ruote come mezzo urbano. Sul sito dell'evento, si legge che, in due anni, la città è passata da 6.000 utilizzi quotidiani di biciclette a 66.000!

Le due ruote municipali rifiutate agli abitanti delle periferie

Le bici pubbliche possono essere utilizzate solo nel centro. In periferia, regnano il caos e il traffico.Il successo di Sevici, iniziato nel 2004, non ha dunque niente di stupefacente. "Ci sono tante piste ciclabili, la bici è veloce e molto economica", riassume José Davide Muñoz del Torre, responsabile dello sviluppo delle piste ciclabili per la città di Siviglia. Ecco perché: 25 euro all'anno per la locazione di un bici Sevici, è un prezzo che seduce tutti, soprattutto in tempo di crisi. All'epoca del dibattito "Pedonizzazione del centro città: economia sostenible o solo polemiche?" organizzato il 2 aprile da cafebabel.com a Siviglia, Alejandro Cuetos Menendez, membro del collettivo Ecologistas in Accion, ha lodato questo sistema di bici municipale: "Sevici è una cosa formidabile, bisogna inseguire gli sforzi ed andare più lontano. Bisogna esportare anche le bici in periferia, dove ce n'è ancora più bisogno ".

È proprio questa la pecca. Il successo di Sevici non supera le frontiere del centro storico. La ragione? Un livello di competenza differente: "Il Sevici è finanziato al 100% dalla municipalità di Siviglia. Il governo regionale dell'Andalusia non ci aiuta. Dato che il finanziamento proviene esclusivamente dalla città di Siviglia, spetta alle altre municipalità andaluse di investire nella locazione di bici", spiega José Davide Muñoz del Torre. Contrariamente a ciò che ha fatto il Vélib a Parigi, estendendo i limiti di bici fin nelle città di periferia confinanti, qui non c'è nessuna sinergia tra il centro storico tanto apprezzato dai turisti ed i dintorni dove vivono la maggior parte dei sivigliani. Gli abitanti della periferia, non possono fare altro che utilizzare la propria automobile, l'autobus o l'unica linea di metropolitana che resta al momento abbastanza inaccessibile (1,60 € il biglietto).

Il lungo cammino della bicicletta a Siviglia

Se le biciclette sono presenti ovunque sull'asfalto sivigliano con 250 stazioni piazzate ogni 300 metri, la transizione non è stata senza problemi. Dieci anni prima, quando Chiara era in Erasmus a Siviglia, "le bici non erano le benvenute in centro. Era molto difficile per i ciclisti andare in bicicletta, la coabitazione con le automobili era estremamente più difficile", ricorda la fotografa italiana. "Oggi sono sorpresa piacevolmente dal cambiamento". È anche il caso degli abitanti del centro. Agustin Irissou milita nell'associazione A contramano da quasi 25 anni per fare della bici un mezzo di trasporto come gli altri. "Sevici è nata dopo una lunga lotta e interminabili discussioni con la municipalità. "Dalle manifestazioni - almeno quattro per anno - agli appuntamenti fissi con la città, il nostro accanimento è stato premiato. Il nostro messaggio è stato infine ascoltato", si rallegra.

Entrambe le fazioni politiche sono stati un osso duro: "Se il Partito Popolare (destra liberale spagnola, ndr) non si sbilanciava troppo, qualche anno fa, su questo argomento, le cose sono cambiate. I responsabili politici sivigliani sanno bene che oggi, la bici non può essere trascurata", analizza il militante. La prova più evidente era la presenza di un militante di Nuevas Generaciones (l'organizzazione dei giovani del Partito Popolare), al dibattito organizzato da cafebabel.com Siviglia, invito al quale Juventudes Socialistas, l'organizzazione dei giovani del PSOE, di sinistra, non ha risposto. All'avvicinamento delle elezioni municipali che si terranno alla fine del mese di maggio in Spagna, per le quali il partito di Zapatero è dato perdente, si può sperare che il modello sivigliano dia idee alle altre comunità spagnole.

Questo articolo fa parte del progetto Green Europe on the ground 2010-2011, una serie di reportage realizzati da cafebabel.com sullo sviluppo sostenibile. Per saperne di più su clicca su Greeen Europe on the ground.

Foto: Cortesia di ©manutrillo/Velo-City Sevilla 2011

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