Simone Veil : une vita europea
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Potrà dire di aver vissuto tutto dell’Europa. Dagli anni più bui, alle riunificazioni tanto attese dal vecchio continente. Simone Veil, primo presidente del Parlamento europeo dal 1979 al 1982, ha appena pubblicato la sua autobiografia. Il bilancio di una vita animata dai più svariati contrasti arriva al momento giusto, perchè Madame Veil ha l’aura di un saggio in Francia.
Sopravvisuta, durante la Seconda Guerra Mondiale, ad Auschwitz, dove è stata deportata con la madre e Madeleine – affettuosamente soprannominata Milou – una delle sue sorelle, Simone Veil avrebbe potuto rinunciare a questo continente che aveva tanto maltrattato lei e la sua famiglia. Nel 1945 « io e le mie sorelle eravamo vive, ma come molte altre, la famiglia Jacob [NDLR : il nome da nubile di Simone Veil] aveva pagato un pesante tributo alla follia nazista. Ben presto, abbiamo capito che non avremmo più rivisto nè Papà, nè Jean [il fratello]. Milou, ridotta uno scheletro, piena di foruncoli, era terribilmente debilitata dal tifo »
« L’atteggiamento reazionario di alcuni giudici »
Contro ogni speranza, le vita ricomincia e Simone si iscrive all’Istituto di Studi Politici e poi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Panthéon-Assas a Parigi. Le sue prime missioni come magistrato si occuperanno del miglioramento della vita carceraria in Francia. Ed è nel 1974 che Simone Veil entra a pieno titolo nella vita politica francese. Jacques Chirac, allora Primo Ministro di Valérie Giscard d’Estaing, le affida il Ministero della Sanità. Il progetto più importante a cui deve mettere mano : la legalizzazione dell’IVG (Interruzione volontaria di gravidanza). « Da anni ero sensibile al problema dell’aborto; non solo come donna, ma anche come magistrato. Come la maggior parte delle mie colleghe, ero sconvolta dai drammi di cui venivo a conoscenza. E poi mi scioccava l’atteggiamento particolarmente reazionario di alcuni giudici […] che si accanivano a perseguire i medici che avevano praticato aborti, per interdirli a vita dall’esercizio della professione » L’anno seguente, dopo vari tumulti e un memorabile discorso di fronte all’Assemblea Nazionale, viene adottato il testo sulla legalizzazione dell’IGV. Ma questa donna d’origine nizzarda ha altre ambizioni. Non per sé e la sua carriera, ma per la Francia e la sua famiglia del cuore : l’Europa. « …dal momento in cui ha iniziato a delinearsi la prospettiva della prima elezione a suffragio universale diretto del Parlamento europeo […] ho colto al volo l’occasione. Oltre ad avvertire un certo bisogno di cambiamento, sentivo di non poter più andare avanti.»
Bisogno di unità europea
Per tre anni, questa europea di lunga data si è impegnata a riformare il funzionamento dell’UE: budget, voto, diplomazia, Simone Veil ha saputo prevedere le prove che avrebbe dovuto affrontare l’Unione Europea. « …sul piano diplomatico, l’Europa ha più che mai bisogno di unità a fronte delle tensioni internazionali e la crisi irachena ha tragicamente dimostrato quanto le sia sempre risultato difficile parlare con una sola voce e di conseguenza farsi capire.» Il vecchio continente, è vero, ha visto di peggio. Due guerre falcidianti, un muro che l’ha divisa : il futuro non è così nero come alcuni ripetono. Perchè « è qui [in Europa], dove è stato perpetrato il male assoluto, che deve rinascere la volontà di un mondo fraterno, un mondo fondato sul rispetto dell’uomo e della sua dignità. »
Une vie. Simone Veil (Autobiografia pubblicata da Edizioni Stock)
-Johara BOUKABOUS