Sigrid Verbert: l'arte della cucina con foto
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Buona cucina e belle foto raccolte in un libro. Cosa c'è di nuovo? Che tra le pagine ci si immerge in Europa. Non solo in Italia, o in Belgio, o in Germania, ma proprio in Europa. Perché come le tradizioni gastronomiche, mescolandosi, diventano qualcosa di speciale, così anche noi europei, insieme, possiamo costruire realtà più gustose. E se lo dice il Cavoletto di Bruxelles...
Non si può definire un vero e proprio “brunch” quello che ho fatto con la popolare food-blogger Sigrid Verbert quando ci siamo sedute a un tavolino sulla terrazza di Eataly, il centro di distribuzione e degustazione del cibo di qualità alla portata di tutti. In effetti eravamo già abbastanza satolle, se non altro perché avevamo passato le ultime quattro ore nelle maestose cucine del mercato enogastronomico a cucinare ricette a base di cavolo in onore della presentazione del suo libro, che si sarebbe tenuta poche ore dopo. Intorno a noi, sotto un grigio cielo novembrino che ricalcava in pieno gli stereotipi sulla città sabauda, si sono accomodati gli altri venti lettori e blogger invitati al gran pasticciamento sotto la Mole. Così, da un’intervista, il mio incontro con Sigrid si è trasformato in un’informale chiacchierata a più voci.
Sigrid, tre passioni per una professione
Cavoletto di Bruxelles, al secolo Sigrid Verbert, è un nome sempre più noto agli internauti italiani (e non solo): con circa 7mila visitatori e oltre 21mila pagine viste al giorno, il suo è uno dei blog più letti della rete italiana, sarà forse perché parla di un argomento gradito a tutti? Nei suoi post protagonista è il buon cibo, ricette tradizionali e rivisitate accompagnate da fotografie, «ma il filo conduttore sono io - specifica Sigrid - poiché a ogni piatto è legato un racconto, un ricordo, un pensiero o una parte di me». Nata in Belgio 32 anni fa, cresciuta tra Ostenda e Bruxelles, Sigrid ha da sempre due passioni: la scrittura e la cucina. Ce ne sarebbe una terza, la fotografia, ma il padre -fotografo di professione - ha sempre cercato di dissuaderla dal coltivarla. «Ho studiato lingue, per il desiderio di comunicare: a 21 anni ho fatto l’Erasmus in Sicilia e mi sono innamorata dell’Italia». Da lì a innamorarsi anche di un italiano il passo è breve, così come la decisione di lasciare Le Soir, il quotidiano belga dove ha iniziato a lavorare dopo gli studi, per seguirlo in Italia. «Arrivata a Roma, ho presto capito che non avrei potuto fare la giornalista: esercitare la professione qui è più difficile che nel mio paese e anche continuare a collaborare con Le Soir risultava complicato». È così che Sigrid decide di rimettersi sui libri, cercando di coniugare le sue passioni per inventarsi un mestiere: «Mi sono iscritta a un master del Gambero Rosso in comunicazione enogastronomica, ed è stato così che scrittura, cucina e fotografia hanno cominciato a mescolarsi». Da 2006, il Cavoletto di Bruxelles delizia i palati del web italiano, mentre la blogger di professione, come freelance, fotografa e spadella per tutto lo stivale.
«Sapori diversi mescolandosi diventano piatti speciali. Gli europei anche»
E in queste settimane, Sigrid Verbert, vaga davvero per le cucine d’Italia: l’occasione è la pubblicazione del suo primo libro “un libro del Cavolo”, che raccoglie le ricette e le immagini più significative per la storia personale dell’autrice. Se la giovane belga si è di fatto inventata un mestiere, anche questa sua prima pubblicazione costituisce una novità: «Ho dovuto scontrarmi con una difficoltà sempre più diffusa, in Italia come altrove: per fare un libro di qualità, curato nei particolari, ho scelto un piccolo editore indipendente e poi ho dovuto scegliere di non darlo ai distributori classici, poiché richiedono un compenso di quasi il 60% del prezzo di copertina, con un ovvio e assurdo ricarico su questo». Così il «Libro del Cavolo» è in vendita su internet e Sigrid gira l’Italia per promuoverlo nelle enoteche, nelle vinerie, nei negozi gastronomici amici, ospitata dai suoi blog lettori. I dieci capitoli che costituiscono il libro contengono poi il meglio della cucina belga, francese, italiana, ungherse, spagnola: sono quindi dieci viaggi quasi che raccontano il background di Sigrid. «Fa quasi sorridere, se pensiamo che sono nata in un paese minuscolo che in molti vorrebbero dividere, benché io non ne capisca il perché». Basta sfogliare poche pagine per vedere come nella giovane belga le culture si mescolino: «Non è forse questo il senso dell’Europa? Tra di noi siamo diversi, come i sapori dei piatti tipici che mangiamo, ma come certi accostamenti di sapori e tradizioni gastronomiche che mescolandosi diventano qualcosa di speciale, anche noi europei insieme possiamo costruire realtà… più gustose». E così Sigrid si lascia andare ai ricordi, raccontandoci dei suoi viaggi recenti e del primo, l’Erasmus («che dovrebbe essere obbligatorio»), che le ha lasciato la curiosità di sperimentare nuovi sapori.
Un menù… per l’Europa
Sulla terrazza di Eataly, la chiacchierata è estremamente informale. Sigrid sfoglia e risfoglia le sue ricette legate alla Spagna, tutte ispirate al talento di Ferràn Adrià, lo chef che lei più ammira: «Ancora una volta si tratta di un maestro che mescola sapori e tradizioni diverse, tirandone fuori qualcosa di unico che sembrava impensabile». Propongo così un gioco a Sigrid: immaginare di dover invitare a cena una tavolata mista, con ospiti che vengono dai quattro angoli dell’Europa, quale menù si può preparare per accontentare i gusti di tutti? Lei prende in mano il suo «Libro del Cavolo» e inizia a studiarlo corrucciata, per poi illuminarsi: «Non è affatto difficile: per andare sul sicuro, bisogna puntare sui sapori mediterranei che piacciono davvero a tutti, con le giuste spezie e ingredienti pensati ad hoc che potranno richiamare i sapori più cari a tutti». E così Sigrid propone di iniziare con un antipasto di polpette di spada con pistacchi e mandorle, gazpacho di pomodori e fragole. A seguire una bella pasta: linguine con asparagi e gamberi marinati all’arancia, un piatto veloce che si ispira alla tradizione siciliana, con gli asparagi e i gamberi appena scottati nell’olio d’oliva con il succo d’arancia, mentre la pasta cuoce, le linguine si fanno poi saltare in padella con il sugo, abbondante prezzemolo e un po’ di acqua di cottura a formare una cremina. E per concludere? Piccoli tortini di the macha e lamponi, per guardare un po’ più in là, un dolce dell’estremo oriente.