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Si scatena la polemica in Francia per il festival della cultura di Tel Aviv

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Alessandra Tanzi

Erano 500 gli agenti della polizia che ieri hanno presidiato le rive della Senna nel centro di Parigi, dove si è tenuto il festival "Tel Aviv sur Seine". Un gruppo di attivisti filo-palestinesi si è riunito lì accanto per contestare la festa organizzata dal Comune. Ecco alcune voci e immagini.

Ancor prima di avere luogo, la manifestazione culturale aveva suscitato un dibattito politico e mediatico su tutto il territorio nazionale, persino all'interno della stessa amministrazione comunale di Parigi. Una petizione che chiedeva l'annullamento della festa ha raccolto 22 mila firme. Ma alla fine il Sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha deciso di seguire i propri piani, lasciando che Tel Aviv succedesse regolarmente alle altre metropoli internazionali, che negli anni precedenti sono state invitate come ospiti sulla Paris Plage, la spiaggia allestita in riva al fiume della Capitale francese.

Sia la festa di Tel Aviv sur Seine sia la contro-manifestazione filo-palestinese, per cui erano state preannunciate imponenti misure di sicurezza, si sono svolte pacificamente, ma non senza componente emotiva. Senza dubbio il "lato israeliano" ha ricevuto molta più affluenza; niente di sorprendente, dato che alla fine i visitatori dovevano scegliere tra una festa o una dimostrazione.

René vive accanto al Municipio ed era in fila con me per entrare al festival di Tel Aviv: «Non so ancora se più tardi andrò anche all'altra manifestazione. In realtà sono venuta per Tel Aviv sur Seine. Non sono stupita dalla presenza delle forze di Polizia. Quando si tratta di certi conflitti, le misure di sicurezza sono imponenti. Piuttosto sono stupita dal fatto che io mi sia abituata a questa loro presenza qui a Parigi. Devo aggiungere che mi sono interessata per la prima volta a questo evento grazie al dibattito sui media».

Floriane e Alem sono due ragazze di Tolosa, entrambe coperte dal velo, rivolgevano lo sguardo al lato palestinese. Floriane afferma: «Siamo venute per la festa israeliana, ma c'era davvero troppa gente lì. E poi non saremmo oneste. In ogni caso siamo dalla parte della Palestina. Quello che ha fatto Israele nei confronti della Palestina è brutale e disumano. È pura barbarie, e noi siamo assolutamente contrarie».

Alem dice che «in Francia c'è sempre la tendenza ad un avvicinamento verso Israele. Sono organizzati anche numerosi eventi per Israele, ma mai per la Palestina. Sostenere un Paese come Israele, che commette tali crimini contro gli uomini, non è affatto normale».

Mi rivolgo a Julie mentre ammira i ballerini del festival di Tel Aviv, mi dice che è venuta per la prima volta qui perché voleva capira cosa sarebbe successo veramente. D'altra parte non ne era sicura: «Io sono ebrea e ci sono troppe tensioni, in particolare dopo le vicende dell'anno scorso. Ho già saputo attraverso i media e i social network che ci sarà una dimostrazione. Ed è un bene che se ne faccia un dibattito».

Translated from Tel Aviver Kulturfest löst in Frankreich Kontroverse aus