Si è spenta l'ultima sigaretta: addio a Helmut Schmidt
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Veronica MontiHelmut Schmidt, ex Cancelliere tedesco, europeista convinto, collaboratore del settimanale Die Zeit e acuto pensatore, è morto martedì tra le braccia dei suoi familiari.
«Non voglio arrivare a 100 anni, ma non posso nemmeno impedirlo,» ha detto Helmut Schmidt a Sandra Maischberger in occasione della sua ultima apparizione televisiva, lo scorso aprile. Martedì pomeriggio il suo desiderio è stato realizzato: si è spento circondato dalla famiglia nella sua casa di Amburgo. Aveva 96 anni.
Già ad inizio settembre, si era appreso che Helmut Schmidt aveva dovuto rinunciare alla sua sigaretta: una trombosi alla gamba destra è stata la ragione che lo ha fatto smettere di fumare. Appena la notizia è stata pubblicata, ho subito pensato a mio nonno, che ha vissuto con me e mia madre fino alla sua morte. A 93 anni si gustava il suo sigaro, avvolgendo l'intera casa in una nube di fumo. Ad essere sinceri la cosa mi irritava alquanto, perché il fumo impregnava i miei capelli e i vestiti. Per giorni interi. Nonostante ciò, lo lasciavamo fare. In realtà non aspirava nemmeno, dava solo qualche sbuffata. Ma questo non faceva nessuna differenza per lui: con occhi raggianti teneva il sigaro tra le sue dita tremanti. Per quanto paradossale possa sembrare, il sigaro era come il suo elisir di lunga vita.
Grazie a mio nonno riesco a mettermi nei panni di Helmut Schmidt e capisco cosa può voler dire quando il medico ti impone il divieto di fumare. È come una morte anticipata.
Fumare e discutere
Helmut Schmidt, in tutta la sua lunga vita, ha passato solo 15 anni e due mesi senza la sua sigaretta: dalla sua nascita alla pubertà, e poi durante i suoi ultimi mesi di vita. Nessun altro grande uomo della storia ha mai fumato con tanta classe e con tanto carisma. «Incontrarsi per una sigaretta,» così definiva le sue conversazioni con intellettuali e filosofi. ll suo lavoro e la sua dipendenza dalla nicotina erano indissolubilmente legati l'uno all'altra.
Lo choc petrolifero, la crisi degli euromissili, il terrorismo "rosso" della RAF: la sigaretta non mancava mai. "L'uomo d'azione", "colui che gestisce le crisi", da socialdemocratico si è sempre attenuto ai suoi principi politici e morali, e attraverso questi ultimi ha dimostrato la sua coerenza.
Un grande statista
Secondo un'indagine della Forsa (istituto di sondaggi tedesco, n.d.r.) del 2013, i tedeschi considerano Helmut Schmidt il Cancelliere più importante della storia contemporanea dal Dopoguerra in avanti. Ha abbandonato la sua carica di Cancelliere nel 1982. Ma 31 anni dopo, per lui non era cambiato nulla. È rimasto uno degli uomini più richiesti. I talk show se lo contendevano. Gli ascolti salivano alle stelle quando Helmut, con asprezza nordica e lucidità di mente, presentava al mondo la sua visione. Per ragioni di sicurezza, da tempo non è permesso fumare negli studi televisivi. Ma per Helmut Schmidt si faceva un'eccezione, e a ragione.
Non è stato solo mio nonno a vederlo come un esempio, intere generazioni lo hanno ammirato come uomo e come politico. La sua fama non gli ha impedito di essere modesto. Per la sua lapide alcuni anni fa se n'era venuto fuori con questo epitaffio: "Qui giace un uomo che ha cercato di svolgere onestamente il suo dovere".
Translated from Die Glut der letzten Zigarette verglimmt: Helmut Schmidt ist tot