'Shams', i Beatles tagiki
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silvia rossiCosì è soprannominato 'Shams', il gruppo più popolare del Tagikistan. Ma nonostante il loro successo, non mancano le difficoltà per arrivare a fine mese.
(Photo: EM/15ans15pays.com)
In uno scantinato del centro di Dušanbe la capitale del Tagikistan, nascosto dietro il Museo degli strumenti musicali, un gruppo prova e registra i suoi album in una piccola sala insonorizzata, buia e vuota. In un angolo un trofeo nazionale, due chitarre e dei costumi di scena.
Nato nel 1995 ‘Shams’ oggi è uno dei migliori gruppi rock del Tagikistan. Ne sono cambiate di cose dal loro primo concerto ad Almaty, in Kazakistan, dove i membri fondatori del gruppo si erano rifugiati per sfuggire alla guerra civile. Soltanto nel 1997, dopo il cessate il fuoco, fanno rientro in Patria. Un mese più tardi saranno firmati gli accordi di pace.
Dio, natura, poesia e incontri
Da allora, questo gruppo formato da musicisti di età tra i 25 e i 40 anni, originari del Pamir, è diventato il gruppo più famoso del Tagikistan, amato dai bambini, dalle famiglie e dai giovani.
I musicisti del gruppo cambiano regolarmente e se ‘Shams’ è conosciuto è soprattutto grazie al suo cantante Nobovar Chanorov, e al suo chitarrista Beropsho Rusvarta.
Fra strumenti tradizionali e chitarra elettrica, ‘Shams’ ha trovato il suo stile destreggiandosi tra arrangiamenti di canti tradizionali e pezzi originali. Sonorità diverse, basate su parole poetiche e una musica ricca e curata. Una qualità rara, soprattutto in un Paese bombardato dalla musica commerciale americana e dalla techno russa a buon mercato. Oltre ai classici della musica rock, come i Beatles, Beach Boys e i Rolling Stones, il gruppo rivendica il suo gusto per «Santana, Sting e Cheb Mami», secondo Chanorov.
‘Shams’ in Tagiki, significa ‘sole’ e ben si adatta all’identità del gruppo. «Il sole è la vita. Quello che più ci piace è fare della poesia, parlare di Dio, della preghiera, della natura e degli incontri. Ogni tanto una storia d’amore. Tutto il resto non è necessario».
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«Non sappiamo nemmeno quanti cd vendiamo»
Se non si ha un’attività in proprio o non si lavora per un’organizzazione internazionale, è difficile in Tagikistan mangiare tutti i giorni. Invece «non è affatto complicato essere un cantante. A tutti piace la musica, è come una tradizione», riconosce Chanorov. Provenienti da famiglie di musicisti del Pamir, i sette componenti di ‘Shams’ hanno la musica nel sangue. «Cantiamo perché ci piace, ma al giorno d’oggi è più difficile che all’epoca dei nostri genitori. A quel tempo si cantava per la bellezza della musica. Oggi si fa musica per arricchirsi.»
Nonostante le canzoni di ‘Shams’ siano famose, vengano trasmesse dalle radio e tutti siano in grado di fischiettarne un ritornello, al gruppo non va nemmeno una piccola percentuale dei cd venduti. Arrivare alla fine del mese è spesso difficile per il gruppo: «Non sappiamo nemmeno quanti cd vendiamo, non esiste nessun cd originale qui».
In effetti, in tutti i negozi di musica della Rudaki, la strada principale che attraversa la capitale da Nord a Sud, è impossibile trovare un originale: non si vendono che quelli pirata. Mentre i primi costano troppo cari, i secondi vanno via come il pane. Con meno di due euro si può trovare qualsiasi cd contraffatto e per soli sei euro si ha la raccolta completa di Mylène Farmer in mp3. «Meno male che ci sono i matrimoni e i concerti: in base alla richieste che si hanno ci si può fare un’idea di quanto si è conosciuti. E poi, è grazie ai concerti e ai matrimoni che si sopravvive, non certo con dei cd fantasma.»
(Foto nel testo: EM; in homepage: Leo Reynolds/flickr)
Translated from 'Shams', les Beatles tadjiks