Senzatetto di Parigi: il racconto di chi dorme sotto le stelle
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Erika BoccingherA Parigi più di 10.000 persone vivono sulla strada, in metropolitana o in giacigli fai-da-te in cartone. Vagano con i loro pochi averi per la città alla ricerca d un nuovo rifugio, altre semplicemente cercando un caffè caldo. Racconto di una visita ad un centro di accoglienza per senzatetto.
Ogni giorno tra la Gare de Lyon e la Gare d'Austerlitz infuria il via vai dei passanti. I turisti trascinano le valigie sopra i ponti della Senna. Gli uomini d'affari si fiondano sui treni, gruppi di studenti scattano entusiasti le prime istantanee di Parigi
In questa confusione due uomini di una certa età con dei carretti pieni di cose. Trascinano le loro borse consunte, i sacchi a pelo e le coperte. Al contrario di tutti gli uomini attorno, non sono diretti alla stazione ma camminano verso una casa in mattoni rossi, all'angolo tra Quai de la Rapée e Boulevard de la Bastille. Un edificio dalla facciata anonima adiacente al bacino “Bassin de l'arsenal”, dove degli yachts circolano tranquillamente avanti e indietro.
Sulla porta d'ingresso dell'edificio in mattoni rossi è appesa un'insegna con la scritta “Aurore Association”. Entro. Il mio sguardo si ferma su una grande sala d'attesa in cui siedono circa 60 uomini, che bevono il caffè, leggono il giornale Métro e guardano la televisione. Un reportage sul nuovo film di Star-Wars viene mostrato sullo schermo. Sul pavimento ci sono zaini da trecking e valigie. Potrebbe essere la sala d'attesa di una stazione, potrebbe...
„Bonjour Monsieur“ il saluto di Fanny Rosoy al signore che sta entrando, colui che ho seguito fino a qui. Lei è la direttrice del centro e si rivolge ad ognuno con "Monsieur", un'espressione di stima, spiega lei.
Fanny e i suoi colleghi accolgono ogni giorno circa 100 senzatetto provenienti da tutto il circondario. Tra di loro "clienti fissi", ma anche nuovi arrivati o rifugiati. "Il primo contatto si crea davanti ad un caffè" spiega ed aggiunge "molti si vergognano, non parlano molto. La nostra missione è quella di fare sentire benvento chi ci visita e di essere un supporto nella ricerca di un alloggio.
Qui le persone bisognose si possono fare una doccia, farsi lavare i vestiti e visitare un medico. Gratis, ma previo appuntamento. Alcuni anni fa c'era anche un via vai di donne. Ma sempre più spesso si sono venute a creare delle divergenze nella zona docce che è composta da tre cabine. "Molte donne si sentivano in imbarazzo" mi confida fanny Rosoy. Per ridurre il potenziale di conflitto è stata creata una struttura femminile, a pochi kilometri dall' "Aurore Association". Entrambi i centri sono locali che appartenengono al comune di Parigi.
La direttrice del centro mi guida nel suo studio attraversando un piccolo giardino chiamato da tutti amorevolmente "Cour Royal". Bottiglie di Coca-Cola, cartoni con sciarpe alla moda e succhi di frutta riempiono la stanza. "Queste offerte sono per Natale. Le conservo per il 25 dicembre" mi racconta con voce gioiosa. Il giorno di Natale 80 senzatetto vengono invitati nella casa dai mattoni rossi per il pranzo. I biglietti di invito sono già pronti.
Non solo per Natale viene organizzato un pranzo comune, anche durante la settimana Fanny Rosoy e la sua squadrea organizzano un pasto caldo per i senzatetto.
3,8 milioni di persone senza una casa "normale"
Secondo l'istituto di statistica nazionale Insee il numero di persone senza una casa è crescito del 50% dal 2001 al 2011. Nel 2012 erano 140.000 le persone senza fissa dimora, di queste 10.000 solo nel territorio urbano parigino. Tra le cause ci potrebbe essere il crescente prezzo degli immobili, l'insufficenza di case popolari e il sovraffollamento nei rifugi di emergenza. Dall'ultima relazione annuale della fondazione Abbé-Pierre per la sistemaziono delle persone vulnerabili risulta che 3,8 milioni di persone in Francia non hanno una casa "normale": vivono in roulotte, cantine, garage e alloggi di fortuna. Come è possibile che nel cuore dell'Europa un numero di persone pari agli abitanti di Berlino vive ai margini?
I numeri sono spaventosi e si mostrano in tutta la loro amarezza di fronte alle luci di Natale, la festa delle famiglie riunite nel calore della casa. Natale - un momento in cui si ricerca la famiglia. Natale - un giorno come gli altri, in cui Serge con lo stomaco affamato e i piedi gelati si mette a dormire. Serge? Un SDF, sans domicile fixe, che ho incontrato all'associazione Auorore. Mi riaccompagna alla mia bicicletta. Quando gli chiedo cosa gli richiamano le parole "patria" e "casa" mi risponde: "Avere una chiave e chiudersi dentro lasciando il mondo fuori - questo per me vuol dire essere a casa."
Translated from Wohnungslos in Paris: Schlafen unter freiem Himmel